Quarta di copertina
La crescente pervasività della dimensione digitale, ormai evidente a ogni livello di azione della società, si manifesta nella cultura del progetto architettonico in forme sempre più rilevanti e diversificate: come luogo non solo di sperimentazione formale, di riflessione metodologica, di ridefinizione del rapporto tra produzione e costruzione, ma di rifondazione del pensiero stesso del progetto in rapporto con la società e la natura. La questione si pone aperta e offre l’opportunità di riflessioni critiche che possono beneficiare di uno sguardo in prospettiva, come intende proporre questo numero di Metamorfosi.
Back cover
The growing pervasiveness of the digital dimension, now evident at every level of society’s actions, manifests itself in the culture of architectural design in increasingly relevant and diversified forms: as a place not only for formal experimentation, methodological reflection, and redefining the relationship between production and construction, but of the re-foundation of the very thought of a project in relation to society and nature. This opens a question and offers the opportunity for critical reflections that may benefit from a perspective view, as this issue of Metamorfosi intends to propose.
La crescente pervasività della dimensione digitale, ormai evidente a ogni livello di azione della società, si manifesta nella cultura del progetto architettonico in forme sempre più rilevanti e diversificate: come luogo non solo di sperimentazione formale, di riflessione metodologica, di ridefinizione del rapporto tra produzione e costruzione, ma di rifondazione del pensiero stesso del progetto in rapporto con la società e la natura. La questione si pone aperta e offre l’opportunità di riflessioni critiche che possono beneficiare di uno sguardo in prospettiva, come intende proporre questo numero di Metamorfosi.
Back cover
The growing pervasiveness of the digital dimension, now evident at every level of society’s actions, manifests itself in the culture of architectural design in increasingly relevant and diversified forms: as a place not only for formal experimentation, methodological reflection, and redefining the relationship between production and construction, but of the re-foundation of the very thought of a project in relation to society and nature. This opens a question and offers the opportunity for critical reflections that may benefit from a perspective view, as this issue of Metamorfosi intends to propose.
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Editoriale / Editorial
4 Alessandra Muntoni, Architettura nel mondo dei numeri tra fantascienza e realtà / Architecture in the world of numbers between science fiction and reality
Tema monografico / Monographic Theme
12 Un viaggio attorno al digitale / A journey around digital
a cura di / edited by Franco Purini
Contributi / Contributions
24 Antonino Saggio, Corpi verdi: ecosistemi per le architetture di oggi / Ecosystems for today’s architectures: the birth of green bodies
46 Reloading architecture / Reloading architecture a cura di / edited by Roberta Almirante
58 Rosalba Belibani, Dalla distopia digitale verso la transizione digitale / From digital dystopia to digital transition
76 Roberta Lucente, Frontiere e protoarchitetture digitali / Borders and digital protoarchitectures
88 Giuseppe Canestrino, Protoarchitetture digitali. Innovazione e trasgressione nei pavilion / Digital protoarchitectures. Innovation and transgression in pavilions
110 Roberta Causarano, Verso una nuova naturalità: algoritmi genetici in architettura / Towards a new naturalness: genetic algorithms in architecture
Rubriche / Columns
Territori digitali / Digital
128 Gaetano De Francesco, Waterscape. Reificazioni dell’era digitale / Waterscape. Reifications of the digital age
Soglie urbane / Urban thresholds
136 Serena Marinelli, Bio-cyborg per la sostenibilità. L’accoppiamento tra biologico e digitale come generatore di nuove simbiosi ambientali / Bio-cyborg for sustainability. Coupling biological and digital to create new environmental symbiosis
Intersezioni linguistiche / Languages’ intersections
142 Laura Greco, La sperimentazione strutturale ai tempi del modello fisico. L’esperienza di Pier Luigi Nervi / Structural experimentation at the time of the physical model. The experience of Pier Luigi Nervi
Catastrofi/ Disaster otherwere
148 Patrice Ceccarini, Louisette Rasoloniaina, Le teorie della catastrofe e delle affordances. Ripensare l’epistemologia e la prassi architettonica e urbana / The catastrophe & affordances theories. To rethink architectural and urban epistemology & praxis
Avanguardie / Avant-garde
156 Gabriele De Giorgi, Risonanze digitali / Digital echoes
Colofon / Colophon
Traduzione di / translation by A.I.T. Traduzioni e Interpretariato
Impaginazione / book design Stefano Perrotta
Editoriale / Editorial
4 Alessandra Muntoni, Architettura nel mondo dei numeri tra fantascienza e realtà / Architecture in the world of numbers between science fiction and reality
Tema monografico / Monographic Theme
12 Un viaggio attorno al digitale / A journey around digital
a cura di / edited by Franco Purini
Contributi / Contributions
24 Antonino Saggio, Corpi verdi: ecosistemi per le architetture di oggi / Ecosystems for today’s architectures: the birth of green bodies
46 Reloading architecture / Reloading architecture a cura di / edited by Roberta Almirante
58 Rosalba Belibani, Dalla distopia digitale verso la transizione digitale / From digital dystopia to digital transition
76 Roberta Lucente, Frontiere e protoarchitetture digitali / Borders and digital protoarchitectures
88 Giuseppe Canestrino, Protoarchitetture digitali. Innovazione e trasgressione nei pavilion / Digital protoarchitectures. Innovation and transgression in pavilions
110 Roberta Causarano, Verso una nuova naturalità: algoritmi genetici in architettura / Towards a new naturalness: genetic algorithms in architecture
Rubriche / Columns
Territori digitali / Digital
128 Gaetano De Francesco, Waterscape. Reificazioni dell’era digitale / Waterscape. Reifications of the digital age
Soglie urbane / Urban thresholds
136 Serena Marinelli, Bio-cyborg per la sostenibilità. L’accoppiamento tra biologico e digitale come generatore di nuove simbiosi ambientali / Bio-cyborg for sustainability. Coupling biological and digital to create new environmental symbiosis
Intersezioni linguistiche / Languages’ intersections
142 Laura Greco, La sperimentazione strutturale ai tempi del modello fisico. L’esperienza di Pier Luigi Nervi / Structural experimentation at the time of the physical model. The experience of Pier Luigi Nervi
Catastrofi/ Disaster otherwere
148 Patrice Ceccarini, Louisette Rasoloniaina, Le teorie della catastrofe e delle affordances. Ripensare l’epistemologia e la prassi architettonica e urbana / The catastrophe & affordances theories. To rethink architectural and urban epistemology & praxis
Avanguardie / Avant-garde
156 Gabriele De Giorgi, Risonanze digitali / Digital echoes
Colofon / Colophon
Traduzione di / translation by A.I.T. Traduzioni e Interpretariato
Impaginazione / book design Stefano Perrotta
Abstract:
Architettura nel mondo dei numeri tra fantascienza e realtà
di Alessandra Muntoni
L’architettura, grazie al suo rapporto con la matematica e al suo modo di misurare gli spazi, è sempre stata “digitale” se con questo termine ci si riferisce al mondo rappresentato con i numeri (letteralmente “contato con le dita”). Al contempo, l’architettura non può che essere “analogica”, vale a dire non misurabile e non analizzabile in modo discreto, perché essa configura una concezione mentale complessa e sintetica, coincidendo in alcune occasioni con un sistema artistico. Questa dicotomia è sintomatica della massiccia immissione di concetti e procedimenti del tutto nuovi nel fare e nel pensare l’architettura. L’era elettronica ha infatti dilatato, accelerato e messo in discussione diversi codici della disciplina del progetto. Il nostro compito è quindi misurarci con questo nuovo orizzonte, chiedendoci come l’architettura oggi debba recepire le nuove ipotesi metodologiche e strumentali oppure come debba reagire ad esse. Questo fascicolo di “Metamorfosi, Q.d.A.”, uscendo dalle atmosfere inquiete, esplora gli aspetti della questione, sia teorici che progettuali.
Architettura nel mondo dei numeri tra fantascienza e realtà
di Alessandra Muntoni
L’architettura, grazie al suo rapporto con la matematica e al suo modo di misurare gli spazi, è sempre stata “digitale” se con questo termine ci si riferisce al mondo rappresentato con i numeri (letteralmente “contato con le dita”). Al contempo, l’architettura non può che essere “analogica”, vale a dire non misurabile e non analizzabile in modo discreto, perché essa configura una concezione mentale complessa e sintetica, coincidendo in alcune occasioni con un sistema artistico. Questa dicotomia è sintomatica della massiccia immissione di concetti e procedimenti del tutto nuovi nel fare e nel pensare l’architettura. L’era elettronica ha infatti dilatato, accelerato e messo in discussione diversi codici della disciplina del progetto. Il nostro compito è quindi misurarci con questo nuovo orizzonte, chiedendoci come l’architettura oggi debba recepire le nuove ipotesi metodologiche e strumentali oppure come debba reagire ad esse. Questo fascicolo di “Metamorfosi, Q.d.A.”, uscendo dalle atmosfere inquiete, esplora gli aspetti della questione, sia teorici che progettuali.
Abstract:
Architecture in the world of numbers between science fiction and reality
by Alessandra Muntoni
Architecture, thanks to its relationship with mathematics and its way of measuring spaces, has always been “digital” if this term refers to the world represented through numbers (literally “counted on the fingers”, or digits). On the other hand, architecture is “analogue”, which is what is not measurable nor analysable within a discrete system, because it projects a complex and synthetic mental conception, on such occasions coinciding with an artistic system. This dichotomy is symptomatic of the massive introduction of new concepts and procedures in the practice and thinking about architecture. The electronic age has expanded, accelerated, and questioned different codes of architectural design. Our task is therefore to measure ourselves against this new horizon, asking how today’s architecture should incorporate the new methodological and instrumental hypotheses or how it should react to them. As an effort to escape such disturbing atmospheres, this issue of “Metamorfosi Q.d.A.” explores different aspects of this question both in theoretical and design terms.
Architecture in the world of numbers between science fiction and reality
by Alessandra Muntoni
Architecture, thanks to its relationship with mathematics and its way of measuring spaces, has always been “digital” if this term refers to the world represented through numbers (literally “counted on the fingers”, or digits). On the other hand, architecture is “analogue”, which is what is not measurable nor analysable within a discrete system, because it projects a complex and synthetic mental conception, on such occasions coinciding with an artistic system. This dichotomy is symptomatic of the massive introduction of new concepts and procedures in the practice and thinking about architecture. The electronic age has expanded, accelerated, and questioned different codes of architectural design. Our task is therefore to measure ourselves against this new horizon, asking how today’s architecture should incorporate the new methodological and instrumental hypotheses or how it should react to them. As an effort to escape such disturbing atmospheres, this issue of “Metamorfosi Q.d.A.” explores different aspects of this question both in theoretical and design terms.
Abstract:
Un viaggio attorno al digitale
di Franco Purini
L’architettura contemporanea è campo di sperimentazioni formali e semantiche in cui l’eterno interrogarsi dell’uomo rispetto al suo ruolo tra il divino e il creato trova terreno fertile per la ricerca di simbologie e conformazioni capaci di assecondare infinite intuizioni. In questo numero monografico sono state raccolte alcune tra le più recenti microarchitetture sacre in bilico tra la natura e l’artificio, raggruppate secondo la caratteristica più riconoscibile – sebbene nella maggior parte dei casi si muovano su terreni semantici plurimi e ibridi. Sotto “itinerari”, sono state riunite quelle architetture caratterizzate dall’avere tra loro una relazione di qualche tipo dando vita a un sistema diffuso progettato come un viaggio che prevede delle tappe; con la definizione di landmark si individua la capacità di questi edifici di divenire punti di riferimento visivi, potenziali traguardi fisici di un territorio, oppure traguardi mentali di un concetto tematico o anche, semplicemente, come elementi simbolici; i temi del recinto, della capanna e della caverna raccontano la possibilità di rintracciare in queste microarchitetture sacre degli archetipi originari a cui è stata data una interessante reinterpretazione contemporanea; in ultimo il tema del diaframma accomuna un gruppo di cappelle nate come installazioni artistiche e che come tali hanno una caratteristica di essere oggetti astratti, quasi delle architetture effimere.
Un viaggio attorno al digitale
di Franco Purini
L’architettura contemporanea è campo di sperimentazioni formali e semantiche in cui l’eterno interrogarsi dell’uomo rispetto al suo ruolo tra il divino e il creato trova terreno fertile per la ricerca di simbologie e conformazioni capaci di assecondare infinite intuizioni. In questo numero monografico sono state raccolte alcune tra le più recenti microarchitetture sacre in bilico tra la natura e l’artificio, raggruppate secondo la caratteristica più riconoscibile – sebbene nella maggior parte dei casi si muovano su terreni semantici plurimi e ibridi. Sotto “itinerari”, sono state riunite quelle architetture caratterizzate dall’avere tra loro una relazione di qualche tipo dando vita a un sistema diffuso progettato come un viaggio che prevede delle tappe; con la definizione di landmark si individua la capacità di questi edifici di divenire punti di riferimento visivi, potenziali traguardi fisici di un territorio, oppure traguardi mentali di un concetto tematico o anche, semplicemente, come elementi simbolici; i temi del recinto, della capanna e della caverna raccontano la possibilità di rintracciare in queste microarchitetture sacre degli archetipi originari a cui è stata data una interessante reinterpretazione contemporanea; in ultimo il tema del diaframma accomuna un gruppo di cappelle nate come installazioni artistiche e che come tali hanno una caratteristica di essere oggetti astratti, quasi delle architetture effimere.
Abstract:
A journey around digital
by Franco Purini
Contemporary architecture is a field of formal and semantic experimentation, in which humankind’s eternal wondering about its role between the divine and creation finds fertile ground for the search for symbologies and conformations capable of indulging countless intuitions. This single-theme issue collects some of the most recent sacred microarchitectures poised between nature and artifice, grouped by their most recognizable feature – although in most cases they are moving on multiple, hybrid semantic terrain. “Itineraries” groups together those architectures characterized by having some sort of relationship with one another, giving rise to a diffuse system designed as a journey in stages; “Landmark” defines these buildings’ ability to become a territory’s visual reference points and potential physical milestones, or mental milestones of a thematic concept, or also, simply, symbolic elements; the themes of the enclosure, the shed and the cavern recount the ability to trace, in these microarchitectures, original archetypes that have been given an interesting contemporary reinterpretation; lastly, the theme of the diaphragm groups together chapels created as artistic installations, and that as such have a characteristic of being abstract objects, and almost ephemeral architectures.
A journey around digital
by Franco Purini
Contemporary architecture is a field of formal and semantic experimentation, in which humankind’s eternal wondering about its role between the divine and creation finds fertile ground for the search for symbologies and conformations capable of indulging countless intuitions. This single-theme issue collects some of the most recent sacred microarchitectures poised between nature and artifice, grouped by their most recognizable feature – although in most cases they are moving on multiple, hybrid semantic terrain. “Itineraries” groups together those architectures characterized by having some sort of relationship with one another, giving rise to a diffuse system designed as a journey in stages; “Landmark” defines these buildings’ ability to become a territory’s visual reference points and potential physical milestones, or mental milestones of a thematic concept, or also, simply, symbolic elements; the themes of the enclosure, the shed and the cavern recount the ability to trace, in these microarchitectures, original archetypes that have been given an interesting contemporary reinterpretation; lastly, the theme of the diaphragm groups together chapels created as artistic installations, and that as such have a characteristic of being abstract objects, and almost ephemeral architectures.
Abstract:
Corpi verdi: ecosistemi per le architetture di oggi
di Antonino Saggio
Un approccio “ecosistemico” all’architettura costringe essa ad appartenere contemporaneamente al mondo materiale e all’Information Technology in quanto il pensiero ecologico e quello elettronico si basano entrambi su “interconnessioni” dinamiche. In questo quadro, l’architettura può produrre non oggetti, ma relazioni che conducono a famiglie di soluzioni possibili. I pensieri di Richard Buckminster Fuller, Vladimir Vernadsky e John Allen rafforzano questi concetti, insieme a diversi esempi di ricerche attuali. L’articolo presenta, a valle di una discussione sull’approccio agli ecosistemi, sei caratteristiche per la nascita di un nuovo paradigma architettonico, quello dei Corpi verdi. Da queste sei caratteristiche può nascere un “manuale operativo”, un manifesto morbido, una lista di controllo, un diagramma da aggiungere, modificare o espandere.
Corpi verdi: ecosistemi per le architetture di oggi
di Antonino Saggio
Un approccio “ecosistemico” all’architettura costringe essa ad appartenere contemporaneamente al mondo materiale e all’Information Technology in quanto il pensiero ecologico e quello elettronico si basano entrambi su “interconnessioni” dinamiche. In questo quadro, l’architettura può produrre non oggetti, ma relazioni che conducono a famiglie di soluzioni possibili. I pensieri di Richard Buckminster Fuller, Vladimir Vernadsky e John Allen rafforzano questi concetti, insieme a diversi esempi di ricerche attuali. L’articolo presenta, a valle di una discussione sull’approccio agli ecosistemi, sei caratteristiche per la nascita di un nuovo paradigma architettonico, quello dei Corpi verdi. Da queste sei caratteristiche può nascere un “manuale operativo”, un manifesto morbido, una lista di controllo, un diagramma da aggiungere, modificare o espandere.
Abstract:
Ecosystems for today’s architectures: the birth of green bodies
by Antonino Saggio
The common thread proposed for the issue of Metamorfosi dedicated to Sacred Pathways concerns the study of spiritual microarchitectures inserted in nature, all reachable by following paths and journeys in strong contact / relationship with natural landscapes. The opportunities are many and most varied, as are the places and the motivations of their inner essence. These architectures in fact range from being hermitages of devotion to places of meditation, or elements united in a system generating a “pilgrimage” – which is an act of faith and expression. Often, these small constructions are spontaneous sanctuaries, small votive chapels, centres of care, or a simple link between human beings and nature, in which everyone may experience the presence of the divine without liturgical constraints. To describe this plurality of emerging elements, the decision was made to group them under some key words that lead them back to the generating archetype: trails, landmark, shed, fence, cavern and diaphragm.
Ecosystems for today’s architectures: the birth of green bodies
by Antonino Saggio
The common thread proposed for the issue of Metamorfosi dedicated to Sacred Pathways concerns the study of spiritual microarchitectures inserted in nature, all reachable by following paths and journeys in strong contact / relationship with natural landscapes. The opportunities are many and most varied, as are the places and the motivations of their inner essence. These architectures in fact range from being hermitages of devotion to places of meditation, or elements united in a system generating a “pilgrimage” – which is an act of faith and expression. Often, these small constructions are spontaneous sanctuaries, small votive chapels, centres of care, or a simple link between human beings and nature, in which everyone may experience the presence of the divine without liturgical constraints. To describe this plurality of emerging elements, the decision was made to group them under some key words that lead them back to the generating archetype: trails, landmark, shed, fence, cavern and diaphragm.
Abstract:
Reloading architecture
a cura di Roberta Amirante
Relegare il contributo della cultura digitale al progetto di architettura ad una dimensione “strumentale” può condurre a ignorare la sua capacità di interrogare in profondità il progetto stesso. La logica parametrica, particolare applicazione del digitale nel progetto, è spesso associata alla possibilità di lavorare con dati “certi”, provenienti dalle scienze strutturali, fisico-tecniche e ambientali, in modo tanto rigoroso quanto chiuso e parziale. Nella logica parametrica, portato essenziale della rivoluzione digitale, è possibile invece leggere una sostanziale apertura del progetto di architettura verso altri saperi e verso la conoscenza delle sue “ragioni” intrinseche, in quanto processo complesso ma comunque “tracciabile”. Il contributo propone, seguendo una “esplosione” della triade vitruviana, alcune linee di ricerca sviluppate presso l’Università Federico II.
Reloading architecture
a cura di Roberta Amirante
Relegare il contributo della cultura digitale al progetto di architettura ad una dimensione “strumentale” può condurre a ignorare la sua capacità di interrogare in profondità il progetto stesso. La logica parametrica, particolare applicazione del digitale nel progetto, è spesso associata alla possibilità di lavorare con dati “certi”, provenienti dalle scienze strutturali, fisico-tecniche e ambientali, in modo tanto rigoroso quanto chiuso e parziale. Nella logica parametrica, portato essenziale della rivoluzione digitale, è possibile invece leggere una sostanziale apertura del progetto di architettura verso altri saperi e verso la conoscenza delle sue “ragioni” intrinseche, in quanto processo complesso ma comunque “tracciabile”. Il contributo propone, seguendo una “esplosione” della triade vitruviana, alcune linee di ricerca sviluppate presso l’Università Federico II.
Abstract:
Reloading architecture
edit by Roberta Amirante
Relegating the contribution of digital culture to architectural design in an “instrumental” dimension can lead to ignoring its ability to question the project in depth. Parametric logic, a particular application of digital in architectural design, is often associated with the possibility of working with “certain” data, coming from the structural, physical-technical and environmental sciences, in a way that is as rigorous as it is closed and partial. In the parametric logic, an essential result of the digital revolution, it is possible instead to see a substantial opening of the architectural design towards other knowledge and towards the knowledge of its intrinsic “reasons”, as a complex but “traceable” process. The contribution proposes, following an “explosion” of the Vitruvian triad, some lines of research developed at the Federico II University.
Reloading architecture
edit by Roberta Amirante
Relegating the contribution of digital culture to architectural design in an “instrumental” dimension can lead to ignoring its ability to question the project in depth. Parametric logic, a particular application of digital in architectural design, is often associated with the possibility of working with “certain” data, coming from the structural, physical-technical and environmental sciences, in a way that is as rigorous as it is closed and partial. In the parametric logic, an essential result of the digital revolution, it is possible instead to see a substantial opening of the architectural design towards other knowledge and towards the knowledge of its intrinsic “reasons”, as a complex but “traceable” process. The contribution proposes, following an “explosion” of the Vitruvian triad, some lines of research developed at the Federico II University.
Abstract:
Dalla distopia digitale verso la transizione digitale
di Rosalba Belibani
Il digitale, a causa della sua influenza sulla gestione del quotidiano e dei rapporti sociali, ha determinato una transizione alla quale appare inutile porsi contro. È la sua dimensione immersiva, nonché interattiva, che definisce l’irrunciabilità del web e dei suoi strumenti, nonché il passaggio dal convivere con una tecnologia verso il vivere lo spazio che essa genera. Se una transizione culturale è già in atto, risulta impensabile e non costruttivo riservare pregiudizi verso le applicazioni delle nuove tecnologie in architettura. Appare, invece, necessaria la conoscenza dell’eterotopia dei processi e delle innovazioni digitali che contaminano l’architettura. Il testo riflette sul portato di alcune di queste eterotopie, quali BIM e HBIM, stampa 3D, dimensione domotica, smart city, formazione digitale e artificial intelligence nella cultura del progetto di architettura.
Dalla distopia digitale verso la transizione digitale
di Rosalba Belibani
Il digitale, a causa della sua influenza sulla gestione del quotidiano e dei rapporti sociali, ha determinato una transizione alla quale appare inutile porsi contro. È la sua dimensione immersiva, nonché interattiva, che definisce l’irrunciabilità del web e dei suoi strumenti, nonché il passaggio dal convivere con una tecnologia verso il vivere lo spazio che essa genera. Se una transizione culturale è già in atto, risulta impensabile e non costruttivo riservare pregiudizi verso le applicazioni delle nuove tecnologie in architettura. Appare, invece, necessaria la conoscenza dell’eterotopia dei processi e delle innovazioni digitali che contaminano l’architettura. Il testo riflette sul portato di alcune di queste eterotopie, quali BIM e HBIM, stampa 3D, dimensione domotica, smart city, formazione digitale e artificial intelligence nella cultura del progetto di architettura.
Abstract:
From digital dystopia to digital transition
by Rosalba Belibani
Digital technology, because of its influence on the management of daily life and social relationships, has brought a transition to which it seems futile to stand against. It is its immersive and indeed interactive dimension that defines the irresistibility of the web and its tools, as well as the transition from coexisting with a technology to living within the space it generates. If a cultural transition is already underway, it appears both unthinkable and unconstructive to hold prejudices against applications of new technologies in architecture. Instead, an understanding of the heterotopy of digital processes and innovations contaminating architecture appears necessary. The text reflects on the scope of some of these heterotopias, such as BIM and HBIM, 3D printing, home automation, smart city, digital education and artificial intelligence in architectural design culture.
From digital dystopia to digital transition
by Rosalba Belibani
Digital technology, because of its influence on the management of daily life and social relationships, has brought a transition to which it seems futile to stand against. It is its immersive and indeed interactive dimension that defines the irresistibility of the web and its tools, as well as the transition from coexisting with a technology to living within the space it generates. If a cultural transition is already underway, it appears both unthinkable and unconstructive to hold prejudices against applications of new technologies in architecture. Instead, an understanding of the heterotopy of digital processes and innovations contaminating architecture appears necessary. The text reflects on the scope of some of these heterotopias, such as BIM and HBIM, 3D printing, home automation, smart city, digital education and artificial intelligence in architectural design culture.
Abstract:
Frontiere e protoarchitetture digitali
di Roberta Lucente
Il progetto di architettura da tempo subisce la fascinazione della dimensione digitale, nei suoi aspetti tecnici come nelle sue suggestioni formali. Questa fascinazione pone importanti interrogativi quando impatta sulle questioni del linguaggio, manifestandosi spesso in termini problematici e dirimenti. Tra la comunità degli studiosi della progettazione architettonica emergono atteggiamenti di chiusura verso le derive del digitale insieme a posizioni contrapposte che abbracciano le possibilità dei nuovi strumenti del progetto. L’incomunicabilità tra queste posizioni espone la cultura architettonica ad una potenziale privazione del suo carattere di inclusività di conoscenze concorrenti, forza e patrimonio peculiare della disciplina del progetto. Il contributo propone una riflessione su questi temi, richiamando la condizione “plurale” della ricerca architettonica insieme a differenti ricerche che testimoniano come oggi il ruolo del digitale è più che mai in questione.
Frontiere e protoarchitetture digitali
di Roberta Lucente
Il progetto di architettura da tempo subisce la fascinazione della dimensione digitale, nei suoi aspetti tecnici come nelle sue suggestioni formali. Questa fascinazione pone importanti interrogativi quando impatta sulle questioni del linguaggio, manifestandosi spesso in termini problematici e dirimenti. Tra la comunità degli studiosi della progettazione architettonica emergono atteggiamenti di chiusura verso le derive del digitale insieme a posizioni contrapposte che abbracciano le possibilità dei nuovi strumenti del progetto. L’incomunicabilità tra queste posizioni espone la cultura architettonica ad una potenziale privazione del suo carattere di inclusività di conoscenze concorrenti, forza e patrimonio peculiare della disciplina del progetto. Il contributo propone una riflessione su questi temi, richiamando la condizione “plurale” della ricerca architettonica insieme a differenti ricerche che testimoniano come oggi il ruolo del digitale è più che mai in questione.
Abstract:
Borders and digital protoarchitectures
by Roberta Lucente
Architectural design has been fascinated by the digital dimension, in its technical aspects as well as in its formal suggestions. This fascination raises important questions when it impacts issues of language, often manifesting itself in problematic and divisive terms. Among architectural design scholars, attitudes of rejection towards the digital drift emerge together with positions that embrace the possibilities of the new project tools. The lack of communication between these positions exposes architectural culture to a potential deprivation of its character of inclusiveness and concurrent knowledge, strength and peculiar heritage of the design discipline. The contribution proposes a reflection on these themes, recalling the “plural” condition of architectural research together with different research that testifies how today the role of the digital is more than ever in question.
Borders and digital protoarchitectures
by Roberta Lucente
Architectural design has been fascinated by the digital dimension, in its technical aspects as well as in its formal suggestions. This fascination raises important questions when it impacts issues of language, often manifesting itself in problematic and divisive terms. Among architectural design scholars, attitudes of rejection towards the digital drift emerge together with positions that embrace the possibilities of the new project tools. The lack of communication between these positions exposes architectural culture to a potential deprivation of its character of inclusiveness and concurrent knowledge, strength and peculiar heritage of the design discipline. The contribution proposes a reflection on these themes, recalling the “plural” condition of architectural research together with different research that testifies how today the role of the digital is more than ever in question.
Abstract:
Protoarchitetture digitali. Innovazione e trasgressione nei pavilion
di Giuseppe Canestrino
Ricerche e sperimentazioni sugli strumenti di progetto e costruzione digitale hanno individuato nel pavilion un tema progettuale prediletto. Programmi funzionali e requisiti tecnologici labili permettono ai pavilion di esaltare intuizioni formali, costruttive e di processo ancora immature per essere trasferite a progetti di architettura a larga scala. Queste intuizioni, quando prendono forma nei pavilion, amplificano quelle modificazioni che il digitale sta operando sul progetto di architettura. Guardare ai pavilion e alla loro dimensione di protoarchitettura consente una chiara lettura di queste trasformazioni. Il contributo, attraverso la presentazione di quattro casi studio contemporanei, si interroga sulle trasgressioni che il digitale quando opera con un chiaro orizzonte di sperimentazione impone agli strumenti del progetto, ai suoi risultati nonché al ruolo stesso del progettista.
Protoarchitetture digitali. Innovazione e trasgressione nei pavilion
di Giuseppe Canestrino
Ricerche e sperimentazioni sugli strumenti di progetto e costruzione digitale hanno individuato nel pavilion un tema progettuale prediletto. Programmi funzionali e requisiti tecnologici labili permettono ai pavilion di esaltare intuizioni formali, costruttive e di processo ancora immature per essere trasferite a progetti di architettura a larga scala. Queste intuizioni, quando prendono forma nei pavilion, amplificano quelle modificazioni che il digitale sta operando sul progetto di architettura. Guardare ai pavilion e alla loro dimensione di protoarchitettura consente una chiara lettura di queste trasformazioni. Il contributo, attraverso la presentazione di quattro casi studio contemporanei, si interroga sulle trasgressioni che il digitale quando opera con un chiaro orizzonte di sperimentazione impone agli strumenti del progetto, ai suoi risultati nonché al ruolo stesso del progettista.
Abstract:
Digital protoarchitectures. Innovation and transgression in pavilions
by Giuseppe Canestrino
Research and experimentation on digital design and construction tools have identified the pavilion as a favourite design theme. Undemanding technological requirements and programs allow pavilions to enhance formal, constructive and process insights that are still immature to be transferred to large-scale architectural projects. These insights, when they take shape in the pavilions, amplify those changes that digital is making on architectural design. Looking at the pavilions and their protoarchitecture dimension allows a clear reading of these transformations. The contribution, through the presentation of four contemporary case studies, questions the transgressions that digital technology, when operating with a clear horizon of experimentation, imposes on the tools of the project, on its results as well as on the role of the designer himself.
Digital protoarchitectures. Innovation and transgression in pavilions
by Giuseppe Canestrino
Research and experimentation on digital design and construction tools have identified the pavilion as a favourite design theme. Undemanding technological requirements and programs allow pavilions to enhance formal, constructive and process insights that are still immature to be transferred to large-scale architectural projects. These insights, when they take shape in the pavilions, amplify those changes that digital is making on architectural design. Looking at the pavilions and their protoarchitecture dimension allows a clear reading of these transformations. The contribution, through the presentation of four contemporary case studies, questions the transgressions that digital technology, when operating with a clear horizon of experimentation, imposes on the tools of the project, on its results as well as on the role of the designer himself.
Abstract:
Verso una nuova naturalità: algoritmi genetici in architettura
di Roberta Causarano
La serie di Fibonacci, la proporzione aurea così come la geometria frattale non sono solo alla base delle manifestazioni del mondo naturale, dall’infinitamente piccolo all’universo infinitamente grande ma hanno ispirato fin dall’antichità le creazioni dell’uomo: non solo il ricorso alla proporzione aurea come regola di proporzione tra le parti nell’architettura classica e in molte opere pittoriche e architettoniche del Rinascimento ma anche opere immateriali e rarefatte come la musica di Bach, rivelano una struttura matematica del tutto analoga a quella di una costruzione naturale. La natura diventa così non solo una fonte di ispirazione, un catalogo di forme da cui attingere per imitazione, ma una realtà in cui integrarsi con le proprie creazioni, riproducendone leggi e regole. La geometria dei frattali, in particolare, permettendo di tradurre in immagini i processi di autorganizzazione della materia e di scoprire l’ordine sottostante alla complessità delle forme naturali e della loro evoluzione, è stata considerata da molti artisti e architetti un mezzo per ritrovare un legame più profondo tra gli esseri umani e il loro ambiente e strutture frattali sono state spesso utilizzate nell’architettura del passato: le cattedrali gotiche, per esempio, si basano sull’autosimilarità e sullo scaling, mentre immagini di frattali si trovano nelle architetture vernacolari di tutto il mondo, come se la mente umana fosse naturalmente predisposta a pensare geometrie frattali, creando in questo modo uno stretto rapporto con l’ambiente circostante.
Verso una nuova naturalità: algoritmi genetici in architettura
di Roberta Causarano
La serie di Fibonacci, la proporzione aurea così come la geometria frattale non sono solo alla base delle manifestazioni del mondo naturale, dall’infinitamente piccolo all’universo infinitamente grande ma hanno ispirato fin dall’antichità le creazioni dell’uomo: non solo il ricorso alla proporzione aurea come regola di proporzione tra le parti nell’architettura classica e in molte opere pittoriche e architettoniche del Rinascimento ma anche opere immateriali e rarefatte come la musica di Bach, rivelano una struttura matematica del tutto analoga a quella di una costruzione naturale. La natura diventa così non solo una fonte di ispirazione, un catalogo di forme da cui attingere per imitazione, ma una realtà in cui integrarsi con le proprie creazioni, riproducendone leggi e regole. La geometria dei frattali, in particolare, permettendo di tradurre in immagini i processi di autorganizzazione della materia e di scoprire l’ordine sottostante alla complessità delle forme naturali e della loro evoluzione, è stata considerata da molti artisti e architetti un mezzo per ritrovare un legame più profondo tra gli esseri umani e il loro ambiente e strutture frattali sono state spesso utilizzate nell’architettura del passato: le cattedrali gotiche, per esempio, si basano sull’autosimilarità e sullo scaling, mentre immagini di frattali si trovano nelle architetture vernacolari di tutto il mondo, come se la mente umana fosse naturalmente predisposta a pensare geometrie frattali, creando in questo modo uno stretto rapporto con l’ambiente circostante.
Abstract:
Towards a new naturalness: genetic algorithms in architecture
by Roberta Causarano
The Fibonacci series, the golden ratio as well as fractal geometry are not only at the basis of the manifestations of the natural world, from the infinitely small to the infinitely large universe, but have inspired man’s creations since antiquity: not only the use of the golden ratio as a rule of proportion between the parts in classical architecture and in many paintings and architectural works of the Renaissance, but also immaterial and rarefied works such as Bach’s music, reveal a mathematical structure entirely analogous to that of a natural construction. Nature thus becomes not only a source of inspiration, a catalogue of forms from which to draw by imitation, but a reality into which to integrate one’s own creations, reproducing its laws and rules. The geometry of fractals, in particular, allows us to translate the processes of self-organisation of matter into images and to discover the underlying order in the complexity of natural forms and their evolution. It has been considered by many artists and architects as a means of rediscovering a deeper bond between human beings and their environment, and fractal structures have often been used in the architecture of the past: Gothic cathedrals, for example, are based on self-similarity and scaling, while images of fractals can be found in vernacular architecture around the world, as if the human mind was naturally predisposed to think fractal geometries, thus creating a close relationship with the surrounding environment.
Towards a new naturalness: genetic algorithms in architecture
by Roberta Causarano
The Fibonacci series, the golden ratio as well as fractal geometry are not only at the basis of the manifestations of the natural world, from the infinitely small to the infinitely large universe, but have inspired man’s creations since antiquity: not only the use of the golden ratio as a rule of proportion between the parts in classical architecture and in many paintings and architectural works of the Renaissance, but also immaterial and rarefied works such as Bach’s music, reveal a mathematical structure entirely analogous to that of a natural construction. Nature thus becomes not only a source of inspiration, a catalogue of forms from which to draw by imitation, but a reality into which to integrate one’s own creations, reproducing its laws and rules. The geometry of fractals, in particular, allows us to translate the processes of self-organisation of matter into images and to discover the underlying order in the complexity of natural forms and their evolution. It has been considered by many artists and architects as a means of rediscovering a deeper bond between human beings and their environment, and fractal structures have often been used in the architecture of the past: Gothic cathedrals, for example, are based on self-similarity and scaling, while images of fractals can be found in vernacular architecture around the world, as if the human mind was naturally predisposed to think fractal geometries, thus creating a close relationship with the surrounding environment.
Abstract:
Verso una nuova naturalità: algoritmi genetici in architettura
di Gaetano De Francesco
Negli ultimi decenni stiamo assistendo alla realizzazione di sempre più numerosi spazi urbani per la governance dei flussi idrici, a seguito di una generale consapevolezza del complesso fenomeno del cambiamento climatico, della crisi ambientale e degli effetti che essi hanno sulla città. Questi waterscape, queste infrastrutture idriche di nuova generazione si configurano come spazi pubblici multiformi, la cui mutevolezza, multifunzionalità e interattività reificano le sostanze dell’era digitale, contribuendo alla realizzazione di un nuovo modello di città, una città adattiva. Il contributo riflette, attraverso il richiamo a diversi casi studio e con particolare attenzione alla dimensione digitale, su come queste infrastrutture idriche danno forma a spazialità liquide, multiforme e multifunzione.
Verso una nuova naturalità: algoritmi genetici in architettura
di Gaetano De Francesco
Negli ultimi decenni stiamo assistendo alla realizzazione di sempre più numerosi spazi urbani per la governance dei flussi idrici, a seguito di una generale consapevolezza del complesso fenomeno del cambiamento climatico, della crisi ambientale e degli effetti che essi hanno sulla città. Questi waterscape, queste infrastrutture idriche di nuova generazione si configurano come spazi pubblici multiformi, la cui mutevolezza, multifunzionalità e interattività reificano le sostanze dell’era digitale, contribuendo alla realizzazione di un nuovo modello di città, una città adattiva. Il contributo riflette, attraverso il richiamo a diversi casi studio e con particolare attenzione alla dimensione digitale, su come queste infrastrutture idriche danno forma a spazialità liquide, multiforme e multifunzione.
Abstract:
Waterscape. Reificazioni dell’era digitale
by Gaetano De Francesco
In recent decades, we have seen the realization of an increasing number of urban spaces for water flows governance, as a result of general awareness of the complex phenomenon of climate change the environmental crisis and its effects on the city. These waterscapes, these water infrastructures of the new generation are configured as multiform public spaces, whose changeability, multifunctionality and interactivity reify the substances of the digital age, contributing to the realization of a new model of the city, an adaptive city. This contribution reflects, through various case studies and with particular attention to the digital dimension, on how these water infrastructures give shape to liquid, multiform and multifunctional spaces.
Waterscape. Reificazioni dell’era digitale
by Gaetano De Francesco
In recent decades, we have seen the realization of an increasing number of urban spaces for water flows governance, as a result of general awareness of the complex phenomenon of climate change the environmental crisis and its effects on the city. These waterscapes, these water infrastructures of the new generation are configured as multiform public spaces, whose changeability, multifunctionality and interactivity reify the substances of the digital age, contributing to the realization of a new model of the city, an adaptive city. This contribution reflects, through various case studies and with particular attention to the digital dimension, on how these water infrastructures give shape to liquid, multiform and multifunctional spaces.
Abstract:
Bio-cyborg per la sostenibilità. L’accoppiamento tra biologico e digitale come generatore di nuove simbiosi ambientali
di Serena Marinelli
Nuovi modelli di sviluppo sostenibile che si non si pongano in termini esclusivamente conservativi nei confronti delle questioni ambientali permettono oggi di integrare l’avanzamento tecnologico delle società umane con la conservazione dello stato di resilienza del sistema terra. Quest’ultima è diventata un vasto esperimento antropogenico, i cui pattern ecologici sono i risultati dell’interazione diretta dell’uomo sugli ecosistemi. Tra la biosfera e la “tecnosfera” si è instaurato un rapporto parassitario, ma è possibile riabilitare in chiave simbiotica l’impatto tecnologico sugli ecosistemi. Il contributo, riflettendo su alcuni casi studio, si interroga sul portato dei bio-cyborg, definiti come entità basate sull’unione strutturale tra tecnologico e biologico.
Bio-cyborg per la sostenibilità. L’accoppiamento tra biologico e digitale come generatore di nuove simbiosi ambientali
di Serena Marinelli
Nuovi modelli di sviluppo sostenibile che si non si pongano in termini esclusivamente conservativi nei confronti delle questioni ambientali permettono oggi di integrare l’avanzamento tecnologico delle società umane con la conservazione dello stato di resilienza del sistema terra. Quest’ultima è diventata un vasto esperimento antropogenico, i cui pattern ecologici sono i risultati dell’interazione diretta dell’uomo sugli ecosistemi. Tra la biosfera e la “tecnosfera” si è instaurato un rapporto parassitario, ma è possibile riabilitare in chiave simbiotica l’impatto tecnologico sugli ecosistemi. Il contributo, riflettendo su alcuni casi studio, si interroga sul portato dei bio-cyborg, definiti come entità basate sull’unione strutturale tra tecnologico e biologico.
Abstract:
Bio-cyborg for sustainability. Coupling biological and digital to create new environmental symbiosis
by Serena Marinelli
New and less conservative sustainable development models combine technological advancement of the human societies with the preservation of the earth system and its resiliency. Our planet has become a vast anthropogenic experiment, whose ecological patterns are the results of the direct human interaction with ecosystems. Between the biosphere and the “technosphere”, a parasitic relationship has been established, but by pushing towards a structural coupling between anthropic and natural systems it is possible to rehabilitate the technological impact on ecosystems in a symbiotic way. This contribution, discussing some case studies, questions the bio-cyborgs, defined as entities based on a structural union between technological and biological.
Bio-cyborg for sustainability. Coupling biological and digital to create new environmental symbiosis
by Serena Marinelli
New and less conservative sustainable development models combine technological advancement of the human societies with the preservation of the earth system and its resiliency. Our planet has become a vast anthropogenic experiment, whose ecological patterns are the results of the direct human interaction with ecosystems. Between the biosphere and the “technosphere”, a parasitic relationship has been established, but by pushing towards a structural coupling between anthropic and natural systems it is possible to rehabilitate the technological impact on ecosystems in a symbiotic way. This contribution, discussing some case studies, questions the bio-cyborgs, defined as entities based on a structural union between technological and biological.
Abstract:
La sperimentazione strutturale ai tempi del modello fisico. L’esperienza di Pier Luigi Nervi
di Laura Greco
Il Computational Design e l’Information Modelling nel disegnare le frontiere digitali suggeriscono diverse affinità tra i loro processi progettuali e i modelli analogici dei maestri costruttori medievali. In particolare, nella stagione antecedente al Computational Design, la ricerca e la verifica sperimentale della forma architettonica e del meccanismo strutturale poteva essere orientata dalla costruzione e dall’osservazione di un modello fisico. Nelle opere di ingegneri e architetti come Nervi, Torroja, Arup, Musmeci, Otto e Tange le lacune della Scienza delle Costruzioni sono state colmate dalla modellistica, la quale è stata capace di confermare intuizioni strutturali ma anche di orientare il progetto verso morfologie portatrici di regole di economia ed efficienza. Il contributo, attraverso il richiamo a diversi casi studio, riflette sulle linee di continuità e discontinuità tra la modellazione analogica e la concezione digitale.
La sperimentazione strutturale ai tempi del modello fisico. L’esperienza di Pier Luigi Nervi
di Laura Greco
Il Computational Design e l’Information Modelling nel disegnare le frontiere digitali suggeriscono diverse affinità tra i loro processi progettuali e i modelli analogici dei maestri costruttori medievali. In particolare, nella stagione antecedente al Computational Design, la ricerca e la verifica sperimentale della forma architettonica e del meccanismo strutturale poteva essere orientata dalla costruzione e dall’osservazione di un modello fisico. Nelle opere di ingegneri e architetti come Nervi, Torroja, Arup, Musmeci, Otto e Tange le lacune della Scienza delle Costruzioni sono state colmate dalla modellistica, la quale è stata capace di confermare intuizioni strutturali ma anche di orientare il progetto verso morfologie portatrici di regole di economia ed efficienza. Il contributo, attraverso il richiamo a diversi casi studio, riflette sulle linee di continuità e discontinuità tra la modellazione analogica e la concezione digitale.
Abstract:
Structural experimentation at the time of the physical model. The experience of Pier Luigi Nervi
by Laura Greco
Computational Design and Information Modeling in delineating digital frontiers suggest various affinities between their design processes and the analogue models of medieval master builders. Particularly, in the period preceding Computational Design, the research and experimental verification of architectural form and structural mechanism could be guided by the construction and observation of a physical model. In the works of engineers and architects such as Nervi, Torroja, Arup, Musmeci, Otto, and Tange, the deficiencies of structural mechanics were filled by the use of physical models, which were able to confirm structural insights but also to direct the design toward morphologies that carried economy and efficiency. This contribution, through reference to several case studies, reflects on the lines of continuity and discontinuity between analogue modelling and digital conception.
Structural experimentation at the time of the physical model. The experience of Pier Luigi Nervi
by Laura Greco
Computational Design and Information Modeling in delineating digital frontiers suggest various affinities between their design processes and the analogue models of medieval master builders. Particularly, in the period preceding Computational Design, the research and experimental verification of architectural form and structural mechanism could be guided by the construction and observation of a physical model. In the works of engineers and architects such as Nervi, Torroja, Arup, Musmeci, Otto, and Tange, the deficiencies of structural mechanics were filled by the use of physical models, which were able to confirm structural insights but also to direct the design toward morphologies that carried economy and efficiency. This contribution, through reference to several case studies, reflects on the lines of continuity and discontinuity between analogue modelling and digital conception.
Abstract:
Le teorie della catastrofe e delle affordances. Ripensare l’epistemologia e la prassi architettonica e urbana
di Patrice Ceccarini, Louisette Rasoloniaina
Nell’universo individuiamo esseri e cose che designiamo con le parole. Si tratta di forme dotate di una certa stabilità; il loro riconoscimento implica che sono strutture significative soggette alla nostra capacità di comprensione per distinguerle. Attraverso la teoria delle catastrofi, René Thom spiega la formazione, l’evoluzione, la transizione, la stabilizzazione, la riorganizzazione, la scomparsa e l’interpretazione delle forme come segni fisici significanti.
Le teorie della catastrofe e delle affordances. Ripensare l’epistemologia e la prassi architettonica e urbana
di Patrice Ceccarini, Louisette Rasoloniaina
Nell’universo individuiamo esseri e cose che designiamo con le parole. Si tratta di forme dotate di una certa stabilità; il loro riconoscimento implica che sono strutture significative soggette alla nostra capacità di comprensione per distinguerle. Attraverso la teoria delle catastrofi, René Thom spiega la formazione, l’evoluzione, la transizione, la stabilizzazione, la riorganizzazione, la scomparsa e l’interpretazione delle forme come segni fisici significanti.
Abstract:
The catastrophe & affordances theories. To rethink architectural and urban epistemology & praxis
by Patrice Ceccarini, Louisette Rasoloniaina
Within the universe, we discern beings and things which we designate by words. They are forms endowed with a certain stability; their recognition implies that they are meaningful structures subject to our discrimination ability to distinguish them. Through the catastrophe theory, René Thom articulates an understanding on the formation, evolution, transition, stabilization, rearrangement, disappearance, and interpretation of forms as signifying physical signs.
The catastrophe & affordances theories. To rethink architectural and urban epistemology & praxis
by Patrice Ceccarini, Louisette Rasoloniaina
Within the universe, we discern beings and things which we designate by words. They are forms endowed with a certain stability; their recognition implies that they are meaningful structures subject to our discrimination ability to distinguish them. Through the catastrophe theory, René Thom articulates an understanding on the formation, evolution, transition, stabilization, rearrangement, disappearance, and interpretation of forms as signifying physical signs.
Abstract:
Risonanze digitali
di Gabriele De Giorgi
Le tesi di laurea del gruppo Metamorph (Gabriele De Giorgi, Alessandra Muntoni, Marcello Pazzaglini) rivivono dopo circa 50 anni per essere rappresentante con tecniche digitali. Il passaggio dagli strumenti del disegno a riga e squadra alle potenzialità del digitale non è svolto in modo meccanicistico, ma nello spirito e nella filosofia della metamorfosi. Passaggi, strutture, forme, luci, colori, materiali, atmosfere, percorsi, transiti dall’uno all’altro, sono stati infatti completati tramite un’ulteriore progettazione, colmando quei passaggi e vuoti progettuali che le due dimensioni o i plastici non avrebbero mai potuto definire. Emerge che il digitale, detto senza retorica, solo quando riesce a esprimere concetti, principi, opzioni, supera l’aspetto riduttivo funzionale e si propone come strumento per l’operare artistico.
Risonanze digitali
di Gabriele De Giorgi
Le tesi di laurea del gruppo Metamorph (Gabriele De Giorgi, Alessandra Muntoni, Marcello Pazzaglini) rivivono dopo circa 50 anni per essere rappresentante con tecniche digitali. Il passaggio dagli strumenti del disegno a riga e squadra alle potenzialità del digitale non è svolto in modo meccanicistico, ma nello spirito e nella filosofia della metamorfosi. Passaggi, strutture, forme, luci, colori, materiali, atmosfere, percorsi, transiti dall’uno all’altro, sono stati infatti completati tramite un’ulteriore progettazione, colmando quei passaggi e vuoti progettuali che le due dimensioni o i plastici non avrebbero mai potuto definire. Emerge che il digitale, detto senza retorica, solo quando riesce a esprimere concetti, principi, opzioni, supera l’aspetto riduttivo funzionale e si propone come strumento per l’operare artistico.
Abstract:
Digital echoes
by Gabriele De Giorgi
The degree dissertations from the 1960s of Metamorph Group (Gabriele De Giorgi, Alessandra Muntoni, Marcello Pazzaglini) were revived 50 years later to be represented with digital techniques. The transition from traditional drawing tools (ruler and square) to the potential of digital tools did not follow a mechanistic process, and rather respected the spirit and philosophy of metamorphosis. Passages, structures, forms, lights, colours, materials, atmospheres, paths, transitions from one to the other were completed through an additional design phase to fill the passages and design gaps that two-dimensional tools or models would never be able to define. This research shows that digital techniques overcome a reductively functional aspect and become tools for artistic expression when they successfully reflect concepts, principles, options.
Digital echoes
by Gabriele De Giorgi
The degree dissertations from the 1960s of Metamorph Group (Gabriele De Giorgi, Alessandra Muntoni, Marcello Pazzaglini) were revived 50 years later to be represented with digital techniques. The transition from traditional drawing tools (ruler and square) to the potential of digital tools did not follow a mechanistic process, and rather respected the spirit and philosophy of metamorphosis. Passages, structures, forms, lights, colours, materials, atmospheres, paths, transitions from one to the other were completed through an additional design phase to fill the passages and design gaps that two-dimensional tools or models would never be able to define. This research shows that digital techniques overcome a reductively functional aspect and become tools for artistic expression when they successfully reflect concepts, principles, options.