Quarta di copertina
Questo numero propone una riflessione a partire da una ricerca svolta da docenti e ricercatori della Sapienza Università di Roma sull’area metropolitana romana il cui obiettivo è stato di comprendere come nuove e originali strategie di paesaggio potessero contribuire in modo concreto alla riattivazione ambientale e sociale degli insediamenti metropolitani, innescando nuove forme di identificazione collettiva, difendendo e rafforzando la biodiversità, avviando nuove economie connesse alla innovazione sociale, e contribuendo in questo modo a rafforzare il grado di resilienza delle comunità insediate.
Back cover
This issue proposes a reflection starting from a research carried out by professors and researchers of the Sapienza University of Rome on the Roman metropolitan area,i whose goal was to understand how new and original landscape strategies could contribute, in a concrete way, to the environmental and social reactivation of metropolitan settlements, triggering new forms of collective identification, defending and strengthening biodiversity, starting new economies connected to social innovation, and thus contributing to strengthen the degree of resilience of settled communities.
Questo numero propone una riflessione a partire da una ricerca svolta da docenti e ricercatori della Sapienza Università di Roma sull’area metropolitana romana il cui obiettivo è stato di comprendere come nuove e originali strategie di paesaggio potessero contribuire in modo concreto alla riattivazione ambientale e sociale degli insediamenti metropolitani, innescando nuove forme di identificazione collettiva, difendendo e rafforzando la biodiversità, avviando nuove economie connesse alla innovazione sociale, e contribuendo in questo modo a rafforzare il grado di resilienza delle comunità insediate.
Back cover
This issue proposes a reflection starting from a research carried out by professors and researchers of the Sapienza University of Rome on the Roman metropolitan area,i whose goal was to understand how new and original landscape strategies could contribute, in a concrete way, to the environmental and social reactivation of metropolitan settlements, triggering new forms of collective identification, defending and strengthening biodiversity, starting new economies connected to social innovation, and thus contributing to strengthen the degree of resilience of settled communities.
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Editoriale / Editorial
4 Gianni Celestini, versione italiana / english version
Tema monografico / Monographic Theme
10 Che cosa intendiamo quando parliamo di infrastruttura paesaggio? / What do we mean when we speak about landscape infrastructure?
a cura di / edited by Gianni Celestini
Contributi / Contributions
28 Lucina Caravaggi, Anna Lei, Infrastrutture di paesaggio – categorie per il progetto di nuovi spazi lineari / landscape infrastructure – categories for the design of new linear spaces
46 Giulia Capotorti, Laura Zavattero, Infrastrutture verdi e benefici ambientali / Green infrastructure and environmental benefits
60 Cristina Imbroglini, Storia e natura come sistema. Venti(due) anni dopo / History and nature as a system. Twenty(two) years later
88 Guendalina Salimei, Infrastrutture d’acqua complesse. Il porto come parco, il waterfront come soglia / Complex water infrastructures. A port as park, a waterfront as threshold
92 Nicoletta Trasi, Paesaggio come luogo della complessità / Landscape as a place of complexity
104 Viola Corbari, Giulia Marino, Infrastruttura paesaggio: la ricerca / Landscape infrastructure: the research
Rubriche / Columns
Territori digitali / Digital
130 Rosalba Belibani, Michele Lazazzera, I paesaggi del (nel) metaverso / Landscapes of (in) the metaverse
Catastrofi/ Disaster otherwere
138 Giusi Ciotoli, Prima della catastrofe: alcune riflessioni sulla Cina di oggi e sui progetti di Kongjian Yu / Pre-disaster: some reflections on today’s China and on kongjian yu’s projects
Trasformazioni / Transformations
150 Andrea Bruschi, Quel che resta dell’asse attrezzato. Lo SDO come infrastruttura lineare del verde e dei servizi urbani / What remains of the asse attrezzato (directional axis). The SDO as a linear green infrastructure and urban services
Soglie urbane / Urban thresholds
162 Ida Recchia, Liberation landscapes matter. Riflessioni a un anno dalla mostra al MOMA Reconstructions: architecture and blackness in America / Liberation landscapes matter. Considerations one year after the MOMA exhibition Reconstructions: architecture and blackness in America
Intersezioni linguistiche / Languages’ intersections
176 Anna Riciputo, Falansteri contemporanei. Il SESC come modello per un’architettura sociale / Contemporary phalansteries. The SESC as a model for a social architecture
Colofon / Colophon
Traduzione di / translation by Antonella Bergamin (pp. 92-103, 162-173); Alex Pennington (pp. 4-7, 10-45, 60-65, 67, 69, 70-75, 104-108, 110-124, 126, 128); Janet Rodjer (pp.130-133, 176-191); Edward Tosques (pp. 76-91). Per gli altri contributi le traduzioni sono a cura degli autori.
Impaginazione / book design Stefano Perrotta
Editoriale / Editorial
4 Gianni Celestini, versione italiana / english version
Tema monografico / Monographic Theme
10 Che cosa intendiamo quando parliamo di infrastruttura paesaggio? / What do we mean when we speak about landscape infrastructure?
a cura di / edited by Gianni Celestini
Contributi / Contributions
28 Lucina Caravaggi, Anna Lei, Infrastrutture di paesaggio – categorie per il progetto di nuovi spazi lineari / landscape infrastructure – categories for the design of new linear spaces
46 Giulia Capotorti, Laura Zavattero, Infrastrutture verdi e benefici ambientali / Green infrastructure and environmental benefits
60 Cristina Imbroglini, Storia e natura come sistema. Venti(due) anni dopo / History and nature as a system. Twenty(two) years later
88 Guendalina Salimei, Infrastrutture d’acqua complesse. Il porto come parco, il waterfront come soglia / Complex water infrastructures. A port as park, a waterfront as threshold
92 Nicoletta Trasi, Paesaggio come luogo della complessità / Landscape as a place of complexity
104 Viola Corbari, Giulia Marino, Infrastruttura paesaggio: la ricerca / Landscape infrastructure: the research
Rubriche / Columns
Territori digitali / Digital
130 Rosalba Belibani, Michele Lazazzera, I paesaggi del (nel) metaverso / Landscapes of (in) the metaverse
Catastrofi/ Disaster otherwere
138 Giusi Ciotoli, Prima della catastrofe: alcune riflessioni sulla Cina di oggi e sui progetti di Kongjian Yu / Pre-disaster: some reflections on today’s China and on kongjian yu’s projects
Trasformazioni / Transformations
150 Andrea Bruschi, Quel che resta dell’asse attrezzato. Lo SDO come infrastruttura lineare del verde e dei servizi urbani / What remains of the asse attrezzato (directional axis). The SDO as a linear green infrastructure and urban services
Soglie urbane / Urban thresholds
162 Ida Recchia, Liberation landscapes matter. Riflessioni a un anno dalla mostra al MOMA Reconstructions: architecture and blackness in America / Liberation landscapes matter. Considerations one year after the MOMA exhibition Reconstructions: architecture and blackness in America
Intersezioni linguistiche / Languages’ intersections
176 Anna Riciputo, Falansteri contemporanei. Il SESC come modello per un’architettura sociale / Contemporary phalansteries. The SESC as a model for a social architecture
Colofon / Colophon
Traduzione di / translation by Antonella Bergamin (pp. 92-103, 162-173); Alex Pennington (pp. 4-7, 10-45, 60-65, 67, 69, 70-75, 104-108, 110-124, 126, 128); Janet Rodjer (pp.130-133, 176-191); Edward Tosques (pp. 76-91). Per gli altri contributi le traduzioni sono a cura degli autori.
Impaginazione / book design Stefano Perrotta
Abstract:
Editoriale
di Gianni Celestini
L’approccio paesaggistico, da qualche decennio e via via in modo sempre più evidente si è affermato come uno dei caratteri del progetto maggiormente in grado di interagire con le dinamiche di trasformazione che investono l’habitat contemporaneo, esprimendo la capacità di accogliere la precarietà dei mutamenti in atto come un dato di progetto. Il progetto degli spazi aperti ha assunto una connotazione di sistema assumendo un impalcato concettuale e metodologico in grado di superare la settorializzazione degli specialismi. L’”infrastruttura paesaggio” non è un modello tipologico ma un approccio che guarda ai processi di trasformazione più che alla determinazione formale; privilegia la fluidità e la reversibilità piuttosto che il definitivo e il definito. Questo numero propone una riflessione a partire da una ricerca svolta da docenti e ricercatori della Sapienza Università di Roma il cui obiettivo è stato di comprendere come nuove e originali strategie di paesaggio potessero contribuire in modo concreto alla riattivazione sociale e ambientale degli insediamenti metropolitani.
Editoriale
di Gianni Celestini
L’approccio paesaggistico, da qualche decennio e via via in modo sempre più evidente si è affermato come uno dei caratteri del progetto maggiormente in grado di interagire con le dinamiche di trasformazione che investono l’habitat contemporaneo, esprimendo la capacità di accogliere la precarietà dei mutamenti in atto come un dato di progetto. Il progetto degli spazi aperti ha assunto una connotazione di sistema assumendo un impalcato concettuale e metodologico in grado di superare la settorializzazione degli specialismi. L’”infrastruttura paesaggio” non è un modello tipologico ma un approccio che guarda ai processi di trasformazione più che alla determinazione formale; privilegia la fluidità e la reversibilità piuttosto che il definitivo e il definito. Questo numero propone una riflessione a partire da una ricerca svolta da docenti e ricercatori della Sapienza Università di Roma il cui obiettivo è stato di comprendere come nuove e originali strategie di paesaggio potessero contribuire in modo concreto alla riattivazione sociale e ambientale degli insediamenti metropolitani.
Abstract:
Editorial
by Gianni Celestini
The landscape approach, over the past few decades and increasingly so, has emerged as one of the defining features of design capable of interacting with the transformation dynamics affecting contemporary habitats, expressing the ability to embrace the precariousness of ongoing changes as a design element. The design of open spaces has taken on a systemic connotation, assuming a conceptual and methodological framework capable of overcoming the compartmentalization of specialties. The ‘landscape infrastructure’ is not a typological model but an approach that looks at transformation processes rather than formal determination; it prioritizes fluidity and reversibility rather than the final and defined. This issue proposes a reflection based on research conducted by professors and researchers from Sapienza University of Rome, aimed at understanding how new and original landscape strategies could contribute concretely to the social and environmental reactivation of metropolitan settlements.
Editorial
by Gianni Celestini
The landscape approach, over the past few decades and increasingly so, has emerged as one of the defining features of design capable of interacting with the transformation dynamics affecting contemporary habitats, expressing the ability to embrace the precariousness of ongoing changes as a design element. The design of open spaces has taken on a systemic connotation, assuming a conceptual and methodological framework capable of overcoming the compartmentalization of specialties. The ‘landscape infrastructure’ is not a typological model but an approach that looks at transformation processes rather than formal determination; it prioritizes fluidity and reversibility rather than the final and defined. This issue proposes a reflection based on research conducted by professors and researchers from Sapienza University of Rome, aimed at understanding how new and original landscape strategies could contribute concretely to the social and environmental reactivation of metropolitan settlements.
Abstract:
Che cosa intendiamo quando parliamo di infrastruttura paesaggio?
di Gianni Celestini
L’articolo – che presenta e chiarisce il tema di questo numero – consente di ragionare intorno all’ibridazione dei concetti di infrastruttura e paesaggio, superando una interpretazione prettamente utilitaristica della prima e conferendo al progetto di paesaggio una maggiore forza operativa nei processi di trasformazione territoriale. Viene indagata la capacità del paesaggio di farsi dispositivo per convertire gli spazi liberi in trama connettiva attraverso l’identificazione di una sorta di strato antecedente, finora silente ed afono, deprivato del proprio potenziale, ma dalle straordinarie qualità infrastrutturanti; una superstruttura coagulante che non persegue figure compiute ma è suscettibile di trasformazioni nel tempo, disponibile ad accogliere la ricerca di forme incomplete, approcci reversibili ed evolutivi la cui natura transcalare consente di entrare in relazione con i contesti urbani, il territorio più ampio, le diverse località.
Che cosa intendiamo quando parliamo di infrastruttura paesaggio?
di Gianni Celestini
L’articolo – che presenta e chiarisce il tema di questo numero – consente di ragionare intorno all’ibridazione dei concetti di infrastruttura e paesaggio, superando una interpretazione prettamente utilitaristica della prima e conferendo al progetto di paesaggio una maggiore forza operativa nei processi di trasformazione territoriale. Viene indagata la capacità del paesaggio di farsi dispositivo per convertire gli spazi liberi in trama connettiva attraverso l’identificazione di una sorta di strato antecedente, finora silente ed afono, deprivato del proprio potenziale, ma dalle straordinarie qualità infrastrutturanti; una superstruttura coagulante che non persegue figure compiute ma è suscettibile di trasformazioni nel tempo, disponibile ad accogliere la ricerca di forme incomplete, approcci reversibili ed evolutivi la cui natura transcalare consente di entrare in relazione con i contesti urbani, il territorio più ampio, le diverse località.
Abstract:
What do we mean when we speak about landscape infrastructure?
by Gianni Celestini
The article – which introduces and highlights the theme of this issue – allows us to discuss the hybridisation of the concepts of infrastructure and landscape, overcoming a strictly utilitarian interpretation of the former and giving the landscape project greater operational power in processes of territorial transformation. The ability of the landscape to become a device for transforming empty spaces into a network of connections is explored by identifying a kind of prior layer, hitherto silent and speechless, deprived of its potential, but with extraordinary infrastructural qualities; a coagulating superstructure that does not pursue completed figures, but is open to transformation over time, willing to accept the investigation of incomplete figures, reversible and adaptive approaches whose transcalar nature allows them to relate to urban contexts, wider area, different sites.
What do we mean when we speak about landscape infrastructure?
by Gianni Celestini
The article – which introduces and highlights the theme of this issue – allows us to discuss the hybridisation of the concepts of infrastructure and landscape, overcoming a strictly utilitarian interpretation of the former and giving the landscape project greater operational power in processes of territorial transformation. The ability of the landscape to become a device for transforming empty spaces into a network of connections is explored by identifying a kind of prior layer, hitherto silent and speechless, deprived of its potential, but with extraordinary infrastructural qualities; a coagulating superstructure that does not pursue completed figures, but is open to transformation over time, willing to accept the investigation of incomplete figures, reversible and adaptive approaches whose transcalar nature allows them to relate to urban contexts, wider area, different sites.
Abstract:
Infrastrutture di paesaggio – categorie per il progetto di nuovi spazi lineari
di Lucina Caravaggi, Anna Lei
L’osservazione ravvicinata dello spazio metropolitano conferma che diverse forme di urbanizzazione contemporanee sono riconducibili non solo a nuove specie di insediamenti ma anche all’insieme di correlazioni ecologiche e servizi funzionali che ne permettono la sopravvivenza. Nel processo di affrancamento del progetto di infrastruttura da una matrice ingegneristica ad una ecologica, l’ipotesi di lavoro qui delineata è centrata sul concetto di infrastrutture flessibili come nuove “infrastrutture di paesaggio” a partire dai temi dello spostamento sostenibile, motore della possibile riattivazione ecologica e sociale di vasti paesaggi marginali. Continuità, intersezione e interazione sono le tre categorie concettuali a cui ricondurre la narrazione di questa strategia di infrastrutturazione verde dell’area metropolitana di Roma: nuova rete di spazi lineari e collegamenti verdi al servizio degli spostamenti alternativi all’uso delle auto, capaci di favorire nuove forme di accesso democratico alla città.
Infrastrutture di paesaggio – categorie per il progetto di nuovi spazi lineari
di Lucina Caravaggi, Anna Lei
L’osservazione ravvicinata dello spazio metropolitano conferma che diverse forme di urbanizzazione contemporanee sono riconducibili non solo a nuove specie di insediamenti ma anche all’insieme di correlazioni ecologiche e servizi funzionali che ne permettono la sopravvivenza. Nel processo di affrancamento del progetto di infrastruttura da una matrice ingegneristica ad una ecologica, l’ipotesi di lavoro qui delineata è centrata sul concetto di infrastrutture flessibili come nuove “infrastrutture di paesaggio” a partire dai temi dello spostamento sostenibile, motore della possibile riattivazione ecologica e sociale di vasti paesaggi marginali. Continuità, intersezione e interazione sono le tre categorie concettuali a cui ricondurre la narrazione di questa strategia di infrastrutturazione verde dell’area metropolitana di Roma: nuova rete di spazi lineari e collegamenti verdi al servizio degli spostamenti alternativi all’uso delle auto, capaci di favorire nuove forme di accesso democratico alla città.
Abstract:
Landscape Infrastructure – categories for the design of new linear spaces
by Lucina Caravaggi, Anna Lei
A close observation of the contemporary urban space confirms that different forms of contemporary urbanization are ascribable not only to new settlement types but also to the ecological parallels and functional services that allow their survival. During the emancipation of the infrastructure process from an explicitly engineered to an environmentally friendly origin, the working hypothesis synthetically outlined in this essay is focused on the concept of flexible infrastructures interpreted as “landscape infrastructures”, starting from the concept of sustainable movement, which is a driving force of a possible ecological and social rebirth of vast marginal landscapes. Continuity, intersection, and interaction are three conceptual categories that can be connected to this green infrastructure strategy in the Roman urban area, a new network of linear spaces and green connections with alternative means of transport, means of transport that can make the access to the city easier and more democratic.
Landscape Infrastructure – categories for the design of new linear spaces
by Lucina Caravaggi, Anna Lei
A close observation of the contemporary urban space confirms that different forms of contemporary urbanization are ascribable not only to new settlement types but also to the ecological parallels and functional services that allow their survival. During the emancipation of the infrastructure process from an explicitly engineered to an environmentally friendly origin, the working hypothesis synthetically outlined in this essay is focused on the concept of flexible infrastructures interpreted as “landscape infrastructures”, starting from the concept of sustainable movement, which is a driving force of a possible ecological and social rebirth of vast marginal landscapes. Continuity, intersection, and interaction are three conceptual categories that can be connected to this green infrastructure strategy in the Roman urban area, a new network of linear spaces and green connections with alternative means of transport, means of transport that can make the access to the city easier and more democratic.
Abstract:
Infrastrutture Verdi e benefici ambientali: come integrare conservazione e recupero della biodiversità nella pianificazione territoriale delle aree metropolitane
a cura di Giulia Capotorti, Laura Zavattero
Le infrastrutture verdi (IV) urbane rappresentano un valido strumento per sostenere lo sviluppo sostenibile delle città, obiettivo strategico globale. Grazie ad una Strategia dedicata alle IV, derivata da quella per la Biodiversità al 2020, in Europa si dispone di un chiaro riferimento per il miglioramento della sostenibilità urbana e peri-urbana, in grado di stimolare l’effettiva inclusione di biodiversità e servizi ecosistemici nella pianificazione territoriale. Il contributo intende esplicitare la necessità di questa inclusione e fornire alcuni spunti per migliorane l’efficacia, a partire dall’importanza della qualità – oltre che della quantità- di specie e di ecosistemi e della connettività ecologica paesaggistica. Viene inoltre evidenziata l’importanza degli approcci interdisciplinari, in grado di esaltare le sinergie tra conservazione di specie ed ecosistemi e capacità di fornitura di molteplici servizi, risolvere eventuali conflitti e limitare compromessi dannosi per la biodiversità.
Infrastrutture Verdi e benefici ambientali: come integrare conservazione e recupero della biodiversità nella pianificazione territoriale delle aree metropolitane
a cura di Giulia Capotorti, Laura Zavattero
Le infrastrutture verdi (IV) urbane rappresentano un valido strumento per sostenere lo sviluppo sostenibile delle città, obiettivo strategico globale. Grazie ad una Strategia dedicata alle IV, derivata da quella per la Biodiversità al 2020, in Europa si dispone di un chiaro riferimento per il miglioramento della sostenibilità urbana e peri-urbana, in grado di stimolare l’effettiva inclusione di biodiversità e servizi ecosistemici nella pianificazione territoriale. Il contributo intende esplicitare la necessità di questa inclusione e fornire alcuni spunti per migliorane l’efficacia, a partire dall’importanza della qualità – oltre che della quantità- di specie e di ecosistemi e della connettività ecologica paesaggistica. Viene inoltre evidenziata l’importanza degli approcci interdisciplinari, in grado di esaltare le sinergie tra conservazione di specie ed ecosistemi e capacità di fornitura di molteplici servizi, risolvere eventuali conflitti e limitare compromessi dannosi per la biodiversità.
Abstract:
Green Infrastructure and environmental benefits: how to combine biodiversity conservation and restoration with territorial planning in metropolitan areas
by Giulia Capotorti, Laura Zavattero
Urban Green Infrastructure (GI) represents an effective tool for supporting sustainable development of cities, that is a strategic objective at the global level. Thanks to a GI Strategy, arising from that on Biodiversity to 2020, European countries dispose of a clear reference framework for addressing sustainability in urban and peri-urban areas, which is also useful for triggering the inclusion of biodiversity and ecosystem services into territorial planning. The need for such an inclusion, and some hints for enhancing its effectiveness, are delineated. In particular, the importance of species and ecosystem quality, besides quantity, and of landscape ecological connectivity is outlined. Moreover, the usefulness of multiple disciplinary skills to be involved in the planning and design processes is highlighted, in order to increase synergies between conservation targets and ecosystem service provision, to avoid and solve potential conflicts, and to reduce trade-offs impairing biodiversity.
Green Infrastructure and environmental benefits: how to combine biodiversity conservation and restoration with territorial planning in metropolitan areas
by Giulia Capotorti, Laura Zavattero
Urban Green Infrastructure (GI) represents an effective tool for supporting sustainable development of cities, that is a strategic objective at the global level. Thanks to a GI Strategy, arising from that on Biodiversity to 2020, European countries dispose of a clear reference framework for addressing sustainability in urban and peri-urban areas, which is also useful for triggering the inclusion of biodiversity and ecosystem services into territorial planning. The need for such an inclusion, and some hints for enhancing its effectiveness, are delineated. In particular, the importance of species and ecosystem quality, besides quantity, and of landscape ecological connectivity is outlined. Moreover, the usefulness of multiple disciplinary skills to be involved in the planning and design processes is highlighted, in order to increase synergies between conservation targets and ecosystem service provision, to avoid and solve potential conflicts, and to reduce trade-offs impairing biodiversity.
Abstract:
Storia e natura come sistema. Venti(due) anni dopo
di Cristina Imbroglini
La riflessione sui significati contemporanei che il termine infrastruttura assume nella progettazione del paesaggio non può prescindere dal testo di Vittoria Calzolari Storia e natura come sistema, un testo pioniere nel campo della progettazione dello spazio aperto nelle aree metropolitane che affrontava temi ancora oggi significativi e attuali .L’ipotesi guida del testo era che le risorse e i caratteri fisico-ambientali e quelli storico-culturali, nella loro reciproca interrelazione, potessero essere assunti come elementi primari e prioritari, ordinatori e qualificatori nella riorganizzazione fisica, funzionale e formale del territorio romano. Il paesaggio come sistema di interconnessioni funzionali tra strutture storiche e ambientali assumeva un ruolo infrastrutturale, presupposto e non complemento del sistema urbano. Il paesaggio assunto come struttura portante dell’assetto urbano rispondeva a due esigenze. La prima, di carattere ecologico, muoveva dalla constatazione del progressivo degrado delle risorse primarie e e dalla necessità di mitigazione climatica e ambientale nelle grandi conurbazioni. La seconda esigenza muoveva da una riflessione, e da una “speranza”, del tutto interne al campo disciplinare: “contrastare la perdita di “urbanità” della città (come struttura, forma e immagine) attraverso un’attenzione rinnovata alla qualità e alla struttura degli spazi liberi e del verde, alla correlazione tra permanenze storiche e caratteri ambientali”.
Storia e natura come sistema. Venti(due) anni dopo
di Cristina Imbroglini
La riflessione sui significati contemporanei che il termine infrastruttura assume nella progettazione del paesaggio non può prescindere dal testo di Vittoria Calzolari Storia e natura come sistema, un testo pioniere nel campo della progettazione dello spazio aperto nelle aree metropolitane che affrontava temi ancora oggi significativi e attuali .L’ipotesi guida del testo era che le risorse e i caratteri fisico-ambientali e quelli storico-culturali, nella loro reciproca interrelazione, potessero essere assunti come elementi primari e prioritari, ordinatori e qualificatori nella riorganizzazione fisica, funzionale e formale del territorio romano. Il paesaggio come sistema di interconnessioni funzionali tra strutture storiche e ambientali assumeva un ruolo infrastrutturale, presupposto e non complemento del sistema urbano. Il paesaggio assunto come struttura portante dell’assetto urbano rispondeva a due esigenze. La prima, di carattere ecologico, muoveva dalla constatazione del progressivo degrado delle risorse primarie e e dalla necessità di mitigazione climatica e ambientale nelle grandi conurbazioni. La seconda esigenza muoveva da una riflessione, e da una “speranza”, del tutto interne al campo disciplinare: “contrastare la perdita di “urbanità” della città (come struttura, forma e immagine) attraverso un’attenzione rinnovata alla qualità e alla struttura degli spazi liberi e del verde, alla correlazione tra permanenze storiche e caratteri ambientali”.
Abstract:
History and nature as a system. Twenty(two) years later
by Cristina Imbroglini
The reflection on the contemporary meanings that the term infrastructure assumes in landscape planning cannot ignore Vittoria Calzolari’s Storia e natura come Sistema, a pioneering book in the field of open space design in metropolitan areas that addresses issues that are still prominent and relevant. The key hypothesis of the paper is that the resources and the physical-environmental and historical-cultural characters can be considered in their interrelation as primary and priority, organizing and qualifying elements in the physical, functional, and formal organization of the Roman territory. The landscape as a system of functional interconnections between historical and environmental structures can assume an infrastructural role, a precondition and not an addition to the urban system. The landscape as a holding structure of the urban layout assumes two needs. The first one is ecological, and it started from the observation of the progressive degradation of primary resources and from the need of climate and environmental mitigation in the big conurbations. The second requirement starts from a reflection and a “hope”, part of the disciplinary field: “contrast the loss of “urbanity” of the city (as a layout, form and imagine) through a renewed focus on the quality and layout of the free and green spaces, to the correlations between historical continuities and environmental characters”.
History and nature as a system. Twenty(two) years later
by Cristina Imbroglini
The reflection on the contemporary meanings that the term infrastructure assumes in landscape planning cannot ignore Vittoria Calzolari’s Storia e natura come Sistema, a pioneering book in the field of open space design in metropolitan areas that addresses issues that are still prominent and relevant. The key hypothesis of the paper is that the resources and the physical-environmental and historical-cultural characters can be considered in their interrelation as primary and priority, organizing and qualifying elements in the physical, functional, and formal organization of the Roman territory. The landscape as a system of functional interconnections between historical and environmental structures can assume an infrastructural role, a precondition and not an addition to the urban system. The landscape as a holding structure of the urban layout assumes two needs. The first one is ecological, and it started from the observation of the progressive degradation of primary resources and from the need of climate and environmental mitigation in the big conurbations. The second requirement starts from a reflection and a “hope”, part of the disciplinary field: “contrast the loss of “urbanity” of the city (as a layout, form and imagine) through a renewed focus on the quality and layout of the free and green spaces, to the correlations between historical continuities and environmental characters”.
Abstract:
Infrastrutture d’acqua complesse. Il porto come parco, il waterfront come soglia
di Guendalina Salimei
Guardando le città contemporanee ci si domanda in quali modi si possa operare per rendere il naturale più strutturato e l’infrastruttura più permeabile: esiste una via, perseguita dalla ricerca Landscape infrastructure per la quale paesaggio e infrastruttura diventano un sistema interagente di diversi elementi che strutturano il territorio. Tra le frontiere insuperabili, quelle che nella contemporaneità necessitano di una riprogettazione sistemica sono le linee d’acqua: la separazione tra la città e l’acqua, o tra la città e il porto si è trasformata in una linea di tensione, di conflitto, di interessi contrapposti, di interazione tra realtà spesso diverse. Per riparare questa frattura si possono utilizzare i concetti di complessità e di stratificazione che ci permettono di sovrapporre i segni e le tracce concentrandone i significati, creando spazi pubblici connotati da una forte complessità spaziale e funzionale, di reificare “una città sulla città”. La riqualificazione dei fronte mare costituisce, in molte parti del mondo, un’opportunità, una grande risorsa di sviluppo, una importante occasione di trasformazione del territorio e della realtà economica e produttiva dell’area da rigenerare. I waterfront sono lo spazio di mezzo tra due realtà diverse, entrambe attive, entrambe dinamiche, entrambe vitali.
Infrastrutture d’acqua complesse. Il porto come parco, il waterfront come soglia
di Guendalina Salimei
Guardando le città contemporanee ci si domanda in quali modi si possa operare per rendere il naturale più strutturato e l’infrastruttura più permeabile: esiste una via, perseguita dalla ricerca Landscape infrastructure per la quale paesaggio e infrastruttura diventano un sistema interagente di diversi elementi che strutturano il territorio. Tra le frontiere insuperabili, quelle che nella contemporaneità necessitano di una riprogettazione sistemica sono le linee d’acqua: la separazione tra la città e l’acqua, o tra la città e il porto si è trasformata in una linea di tensione, di conflitto, di interessi contrapposti, di interazione tra realtà spesso diverse. Per riparare questa frattura si possono utilizzare i concetti di complessità e di stratificazione che ci permettono di sovrapporre i segni e le tracce concentrandone i significati, creando spazi pubblici connotati da una forte complessità spaziale e funzionale, di reificare “una città sulla città”. La riqualificazione dei fronte mare costituisce, in molte parti del mondo, un’opportunità, una grande risorsa di sviluppo, una importante occasione di trasformazione del territorio e della realtà economica e produttiva dell’area da rigenerare. I waterfront sono lo spazio di mezzo tra due realtà diverse, entrambe attive, entrambe dinamiche, entrambe vitali.
Abstract:
Complex water infrastructures. A port as park, a waterfront as threshold
by Guendalina Salimei
Looking at contemporary cities, one wonders in which ways one can operate to make the natural more structured and the infrastructure more permeable: there is a way, pursued by Landscape infrastructure research, by which landscape and infrastructure become an interacting system of different elements that structure the territory. Among the insurmountable frontiers, the ones that in the contemporary world need a systemic redesign are the water lines: the separation between the city and the water, or between the city and the port has been transformed into a line of tension, of conflict, of opposing interests, of interaction between often different realities. To repair this fracture we can use the concepts of complexity and stratification that allow us to superimpose signs and traces by concentrating their meanings, creating public spaces characterized by a strong spatial and functional complexity, to reify “a city on the city”. The redevelopment of seafronts is, in many parts of the world, an opportunity, a great development resource, an important opportunity for transformation of the territory and of the economic and productive reality of the area to be regenerated. Waterfronts are the space between two different realities, both active, both dynamic, both vital.
Complex water infrastructures. A port as park, a waterfront as threshold
by Guendalina Salimei
Looking at contemporary cities, one wonders in which ways one can operate to make the natural more structured and the infrastructure more permeable: there is a way, pursued by Landscape infrastructure research, by which landscape and infrastructure become an interacting system of different elements that structure the territory. Among the insurmountable frontiers, the ones that in the contemporary world need a systemic redesign are the water lines: the separation between the city and the water, or between the city and the port has been transformed into a line of tension, of conflict, of opposing interests, of interaction between often different realities. To repair this fracture we can use the concepts of complexity and stratification that allow us to superimpose signs and traces by concentrating their meanings, creating public spaces characterized by a strong spatial and functional complexity, to reify “a city on the city”. The redevelopment of seafronts is, in many parts of the world, an opportunity, a great development resource, an important opportunity for transformation of the territory and of the economic and productive reality of the area to be regenerated. Waterfronts are the space between two different realities, both active, both dynamic, both vital.
Abstract:
Paesaggio come luogo della complessità
di Nicoletta Trasi
La ricerca Landscape Infrastructure-Rome’s metropolitan area experimental projects for ecological and social activation and regeneration coordinata da Gianni Celestini, a cui ho avuto il piacere di far parte, mi ha spinto a fare alcune riflessioni sul tema del paesaggio come luogo della complessità. Le parole projects for ecological and social activation and regeneration presenti nel titolo stesso della Ricerca stimolano una doppia riflessione appunto sul lato sociale e sul lato ecologico. Partiamo dal primo : la natura del paesaggio – inteso come sistema complesso di molteplici elementi e risorse eterogenee, visibili, esplicite, nascoste – è quella di un potente strumento di cooperazione a disposizione di tutti i cittadini, e pertanto senza dubbio può diventare strumento di attivazione sociale. Il salto di sistema proposto dal pensiero complesso e dall’approccio ecologico mette in evidenza la necessità di identificare il paesaggio come un sistema complesso che assume le caratteristiche degli organismi viventi che lo popolano: un’unione di ambiente naturale, di attività antropiche, di infrastrutture, di reti di relazioni e conflitti sociali, di storia e tradizioni, che vive e si alimenta delle interazioni tra le sue parti in continua trasformazione, e da qui la sua complessità intrinseca.
Paesaggio come luogo della complessità
di Nicoletta Trasi
La ricerca Landscape Infrastructure-Rome’s metropolitan area experimental projects for ecological and social activation and regeneration coordinata da Gianni Celestini, a cui ho avuto il piacere di far parte, mi ha spinto a fare alcune riflessioni sul tema del paesaggio come luogo della complessità. Le parole projects for ecological and social activation and regeneration presenti nel titolo stesso della Ricerca stimolano una doppia riflessione appunto sul lato sociale e sul lato ecologico. Partiamo dal primo : la natura del paesaggio – inteso come sistema complesso di molteplici elementi e risorse eterogenee, visibili, esplicite, nascoste – è quella di un potente strumento di cooperazione a disposizione di tutti i cittadini, e pertanto senza dubbio può diventare strumento di attivazione sociale. Il salto di sistema proposto dal pensiero complesso e dall’approccio ecologico mette in evidenza la necessità di identificare il paesaggio come un sistema complesso che assume le caratteristiche degli organismi viventi che lo popolano: un’unione di ambiente naturale, di attività antropiche, di infrastrutture, di reti di relazioni e conflitti sociali, di storia e tradizioni, che vive e si alimenta delle interazioni tra le sue parti in continua trasformazione, e da qui la sua complessità intrinseca.
Abstract:
Landscape as a place of complexity
by Nicoletta Trasi
The research Landscape Infrastructure-Rome’s metropolitan area experimental projects for ecological and social activation and regeneration supervised by Gianni Celestini, that I gladly contributed to, has inspired me to reason about landscape as a place of complexity. The phrase projects for ecological and social activation and regeneration in the very title of the Research indeed encourages a meditation that touches both the social and ecological plane. Let’s start from the former aspect. The nature of landscape – understood as a complex system of multiple elements and heterogeneous, therefore either visible, explicit, or hidden resources – reflects a powerful tool of cooperation available to all citizens, and therefore potentially a tool for social activation. The paradigm shift proposed by complex thinking and the ecological approach highlights the need to identify the landscape as a complex system that embraces the features of the living organisms that inhabit it: a combination of natural environment, human activities, infrastructures, networks of relations and social conflicts, history and traditions, which lives in and feeds upon the interactions among its constantly changing parts, hence its intrinsic complexity.
Landscape as a place of complexity
by Nicoletta Trasi
The research Landscape Infrastructure-Rome’s metropolitan area experimental projects for ecological and social activation and regeneration supervised by Gianni Celestini, that I gladly contributed to, has inspired me to reason about landscape as a place of complexity. The phrase projects for ecological and social activation and regeneration in the very title of the Research indeed encourages a meditation that touches both the social and ecological plane. Let’s start from the former aspect. The nature of landscape – understood as a complex system of multiple elements and heterogeneous, therefore either visible, explicit, or hidden resources – reflects a powerful tool of cooperation available to all citizens, and therefore potentially a tool for social activation. The paradigm shift proposed by complex thinking and the ecological approach highlights the need to identify the landscape as a complex system that embraces the features of the living organisms that inhabit it: a combination of natural environment, human activities, infrastructures, networks of relations and social conflicts, history and traditions, which lives in and feeds upon the interactions among its constantly changing parts, hence its intrinsic complexity.
Abstract:
Infrastruttura paesaggio: la ricerca
di Viola Corbari, Giulia Marino
Il paesaggio è un’infrastruttura: questo è il presupposto da cui prende le mosse la ricerca “Infrastruttura Paesaggio – progetti sperimentali di attivazione ecologica e sociale nel territorio metropolitano di Roma” (Sapienza Università di Roma). L’articolo ricostruisce premesse, strumenti, metodo ed esiti (in particolare al riguardo di una delle aree interessate). Nel testo si raccontano la lettura del paesaggio romano, la scelta delle aree di studio e il catalogo degli elementi selezionati; attraverso fotografie affiancate a schemi interpretativi e configurativi si descrivono i luoghi e le istanze poste dalle comunità delineando così un processo che porta alla proposta di innesco di reti di spazi aperti.
Infrastruttura paesaggio: la ricerca
di Viola Corbari, Giulia Marino
Il paesaggio è un’infrastruttura: questo è il presupposto da cui prende le mosse la ricerca “Infrastruttura Paesaggio – progetti sperimentali di attivazione ecologica e sociale nel territorio metropolitano di Roma” (Sapienza Università di Roma). L’articolo ricostruisce premesse, strumenti, metodo ed esiti (in particolare al riguardo di una delle aree interessate). Nel testo si raccontano la lettura del paesaggio romano, la scelta delle aree di studio e il catalogo degli elementi selezionati; attraverso fotografie affiancate a schemi interpretativi e configurativi si descrivono i luoghi e le istanze poste dalle comunità delineando così un processo che porta alla proposta di innesco di reti di spazi aperti.
Abstract:
Landscape infrastructure: the research
by Viola Corbari, Giulia Marino
Landscape is an infrastructure: this is the starting point of the research project “Landscape Infrastructure – Rome’s metropolitan area experimental projects for ecological and social activation and regeneration” (Sapienza University of Rome). The article traces the assumptions, tools, methods and results (particularly in relation to one of the areas concerned). The text describes the reading of the Roman landscape, the choice of the study areas and the catalogue of the selected elements; the sites and the requests posed by the communities are presented through photographs and interpretative and configurative diagrams; thus, outlining a process that leads to the proposed new networks of open spaces.
Landscape infrastructure: the research
by Viola Corbari, Giulia Marino
Landscape is an infrastructure: this is the starting point of the research project “Landscape Infrastructure – Rome’s metropolitan area experimental projects for ecological and social activation and regeneration” (Sapienza University of Rome). The article traces the assumptions, tools, methods and results (particularly in relation to one of the areas concerned). The text describes the reading of the Roman landscape, the choice of the study areas and the catalogue of the selected elements; the sites and the requests posed by the communities are presented through photographs and interpretative and configurative diagrams; thus, outlining a process that leads to the proposed new networks of open spaces.
Abstract:
I paesaggi del (nel) metaverso
di Rosalba Belibani, Michele Lazazzera
Il Metaverso può consentire alle persone di essere presente nel mondo virtuale 3D attraverso i media e si preannuncia che fornirà servizi comunicativi senza precedenti, non ancora disponibili per gli esseri umani. Per questo aprirà la strada a cambiamenti drammatici in tutte le relazioni umane. Il Metaverso cerca di ricostruire il (un) mondo pertanto anche il paesaggio urbano, prodotto delle interazioni percettive tra l’uomo e la città, potrebbe essere influenzato dalla sua comparsa. Recenti studi cercano di dare una risposta a quali saranno gli effetti della nostra presenza nelle città virtuali, quale sarà la percezione delle città reali sul paesaggio urbano e quali sono i modelli importati e il perché della loro scelta. La ricerca di nuove dimensioni ci permette di leggere, riflessa in uno specchio, la nostra condizione attuale e diversamente di vedere nuove forme di paesaggio.
I paesaggi del (nel) metaverso
di Rosalba Belibani, Michele Lazazzera
Il Metaverso può consentire alle persone di essere presente nel mondo virtuale 3D attraverso i media e si preannuncia che fornirà servizi comunicativi senza precedenti, non ancora disponibili per gli esseri umani. Per questo aprirà la strada a cambiamenti drammatici in tutte le relazioni umane. Il Metaverso cerca di ricostruire il (un) mondo pertanto anche il paesaggio urbano, prodotto delle interazioni percettive tra l’uomo e la città, potrebbe essere influenzato dalla sua comparsa. Recenti studi cercano di dare una risposta a quali saranno gli effetti della nostra presenza nelle città virtuali, quale sarà la percezione delle città reali sul paesaggio urbano e quali sono i modelli importati e il perché della loro scelta. La ricerca di nuove dimensioni ci permette di leggere, riflessa in uno specchio, la nostra condizione attuale e diversamente di vedere nuove forme di paesaggio.
Abstract:
Landscapes of (in) the metaverse
by Rosalba Belibani, Michele Lazazzera
The Metaverse may enable people to be present in the 3D virtual world through media and is predicted to provide unprecedented communicative services not yet available to humans. Therefore, it will pave the way for dramatic changes in all human relationships. The Metaverse seeks to reconstruct the (un)world therefore even the urban landscape, the product of perceptual interactions between humans and the city, could be affected by its emergence. Recent studies try to give an answer to what will be the effects of our presence in virtual cities, what will be the perception of real cities on the urban landscape, and what patterns are imported and why they are chosen. The search for new dimensions allows us to read, reflected in a mirror, our current condition and differently to see new forms of landscape.
Landscapes of (in) the metaverse
by Rosalba Belibani, Michele Lazazzera
The Metaverse may enable people to be present in the 3D virtual world through media and is predicted to provide unprecedented communicative services not yet available to humans. Therefore, it will pave the way for dramatic changes in all human relationships. The Metaverse seeks to reconstruct the (un)world therefore even the urban landscape, the product of perceptual interactions between humans and the city, could be affected by its emergence. Recent studies try to give an answer to what will be the effects of our presence in virtual cities, what will be the perception of real cities on the urban landscape, and what patterns are imported and why they are chosen. The search for new dimensions allows us to read, reflected in a mirror, our current condition and differently to see new forms of landscape.
Abstract:
Prima della catastrofe: alcune riflessioni sulla Cina di oggi e sui progetti di Kongjian Yu
di Giusi Ciotoli
Nel corso della sua lunga vita, il paesaggio cinese ha mostrato più volte la propria capacità adattiva, rispondendo con prontezza a catastrofi naturali, shock e assestamenti geo-politici, e mettendo sempre in mostra una molteplicità di strategie operative in grado di rintracciare un “nuovo” tipo di equilibrio tra uomo e contesto antropizzato. Soprattutto le aree deltizie dello Yangtze e dello Huang He sono sempre state interessate da devastanti inondazioni, pertanto i concetti di cambiamento e di trasformazione del paesaggio sono ben radicati nella cultura paesaggistica del paese. Le recenti alluvioni del 2020/2021 hanno fatto emergere come, soprattutto nelle aree iper-urbanizzate, sia fondamentale concepire un modo alternativo di sfruttare le risorse ambientali. La metodologia operativa di Kongjian Yu e del suo studio Turenscape si è sempre distinta rispetto alle pratiche urbane attuate in Cina nelle ultime decadi, per la scelta di lavorare sulla progettazione di un “paesaggio per l’emergenza” prediligendo, in tal senso, una metamorfosi etica del contesto antropizzato.
Prima della catastrofe: alcune riflessioni sulla Cina di oggi e sui progetti di Kongjian Yu
di Giusi Ciotoli
Nel corso della sua lunga vita, il paesaggio cinese ha mostrato più volte la propria capacità adattiva, rispondendo con prontezza a catastrofi naturali, shock e assestamenti geo-politici, e mettendo sempre in mostra una molteplicità di strategie operative in grado di rintracciare un “nuovo” tipo di equilibrio tra uomo e contesto antropizzato. Soprattutto le aree deltizie dello Yangtze e dello Huang He sono sempre state interessate da devastanti inondazioni, pertanto i concetti di cambiamento e di trasformazione del paesaggio sono ben radicati nella cultura paesaggistica del paese. Le recenti alluvioni del 2020/2021 hanno fatto emergere come, soprattutto nelle aree iper-urbanizzate, sia fondamentale concepire un modo alternativo di sfruttare le risorse ambientali. La metodologia operativa di Kongjian Yu e del suo studio Turenscape si è sempre distinta rispetto alle pratiche urbane attuate in Cina nelle ultime decadi, per la scelta di lavorare sulla progettazione di un “paesaggio per l’emergenza” prediligendo, in tal senso, una metamorfosi etica del contesto antropizzato.
Abstract:
Pre-disaster: some reflections on today’s China and on kongjian yu’s projects
by Giusi Ciotoli
Throughout its long life, the Chinese landscape has repeatedly shown its adaptive capacity, promptly responding to natural disasters, shocks and geopolitical settlements, and always displaying a multiplicity of operational strategies capable of tracing a “new” type of balance between man and anthropized context. On the other hand, especially the Yangtze and the Huang He deltas have always been affected by devastating floods, so the concepts of change and modification of the landscapes are well rooted in the country’s culture. The recent 2020/2021 floods have highlighted how, especially in hyper-urbanized areas, it is crucial to devise an alternative way of exploiting environmental resources. The methodology of Kongjian Yu and his Turenscape studio has always stood out from the urban practices implemented in China in recent decades by choosing to work on the design of a “landscape for emergency” preferring, in this sense, an ethical metamorphosis of the anthropized context.
Pre-disaster: some reflections on today’s China and on kongjian yu’s projects
by Giusi Ciotoli
Throughout its long life, the Chinese landscape has repeatedly shown its adaptive capacity, promptly responding to natural disasters, shocks and geopolitical settlements, and always displaying a multiplicity of operational strategies capable of tracing a “new” type of balance between man and anthropized context. On the other hand, especially the Yangtze and the Huang He deltas have always been affected by devastating floods, so the concepts of change and modification of the landscapes are well rooted in the country’s culture. The recent 2020/2021 floods have highlighted how, especially in hyper-urbanized areas, it is crucial to devise an alternative way of exploiting environmental resources. The methodology of Kongjian Yu and his Turenscape studio has always stood out from the urban practices implemented in China in recent decades by choosing to work on the design of a “landscape for emergency” preferring, in this sense, an ethical metamorphosis of the anthropized context.
Abstract:
Quel che resta dell’asse attrezzato. Lo SDO come infrastruttura lineare del verde e dei servizi urbani
di Andrea Bruschi
La vicenda del Sistema Direzionale Orientale rappresenta forse il più grande fallimento dell’urbanistica di Roma moderna. Sessanta anni di cristallizzazione delle aree vincolate dal PRG 1965, anziché salvaguardarle ne hanno favorito gli usi impropri e l’abusivismo. Oggi la città è cambiata profondamente: le istituzioni dello Stato hanno trovato altre collocazioni e quelle aree inutilizzate sono al centro di quartieri popolosi. Lo SDO è divenuto una sequenza di lacune urbane senza continuità e identità stabile. Chiarirne il senso significa cercare la forma di una città frammentaria e composta da spazi aperti, nella quale sia possibile ridefinire l’ambiente e l’ecologia, le connessioni, i servizi necessari alle compagini edificate, gli elementi di completamento dei tessuti discontinui che ne configurano i margini. Questo testo prefigura un possibile esito del comprensorio Pietralata.
Quel che resta dell’asse attrezzato. Lo SDO come infrastruttura lineare del verde e dei servizi urbani
di Andrea Bruschi
La vicenda del Sistema Direzionale Orientale rappresenta forse il più grande fallimento dell’urbanistica di Roma moderna. Sessanta anni di cristallizzazione delle aree vincolate dal PRG 1965, anziché salvaguardarle ne hanno favorito gli usi impropri e l’abusivismo. Oggi la città è cambiata profondamente: le istituzioni dello Stato hanno trovato altre collocazioni e quelle aree inutilizzate sono al centro di quartieri popolosi. Lo SDO è divenuto una sequenza di lacune urbane senza continuità e identità stabile. Chiarirne il senso significa cercare la forma di una città frammentaria e composta da spazi aperti, nella quale sia possibile ridefinire l’ambiente e l’ecologia, le connessioni, i servizi necessari alle compagini edificate, gli elementi di completamento dei tessuti discontinui che ne configurano i margini. Questo testo prefigura un possibile esito del comprensorio Pietralata.
Abstract:
Structural experimentation at the time of the physical model. The experience of Pier Luigi Nervi
by Andrea Bruschi
The Eastern Directional System represents perhaps the greatest failure of Rome’s modern urban planning. Sixty years of area constraints by the 1965 PRG, instead of safeguarding them, have favored their improper and unauthorized use. Today the city has profoundly changed: State institutions have found other locations and those unused areas are at the center of populous neighborhoods. The SDO has become a sequence of urban gaps without continuity and stable identity. Clarifying its meaning implies looking for the shape of a fragmented city made up of open spaces, in which could be possible to redefine environment and ecology, connections, facilities, the completing elements of the neighborhoods at their edges. This text relates the study of a possible design outcome for the Pietralata SDO district.
Structural experimentation at the time of the physical model. The experience of Pier Luigi Nervi
by Andrea Bruschi
The Eastern Directional System represents perhaps the greatest failure of Rome’s modern urban planning. Sixty years of area constraints by the 1965 PRG, instead of safeguarding them, have favored their improper and unauthorized use. Today the city has profoundly changed: State institutions have found other locations and those unused areas are at the center of populous neighborhoods. The SDO has become a sequence of urban gaps without continuity and stable identity. Clarifying its meaning implies looking for the shape of a fragmented city made up of open spaces, in which could be possible to redefine environment and ecology, connections, facilities, the completing elements of the neighborhoods at their edges. This text relates the study of a possible design outcome for the Pietralata SDO district.
Abstract:
Liberation landscapes matter. Riflessioni a un anno dalla mostra al MOMA Reconstructions: architecture and blackness in America
di Ida Recchia
L’articolo interviene, a un anno dalla mostra al MoMA di New York Reconstructions: Architecture and Blackness in America, sulle riflessioni che l’esposizione ha incoraggiato nel dibattito attuale, anche alla luce della nuova annunciata direzione della Biennale 2023 di Lesley Lokko, Il Laboratorio del futuro. L’intento è quello di far emergere le nuove urgenze inclusive e la domanda sempre più forte di equità e diversificazione, dimostrando come esse possano essere sostenute dal progetto architettonico che in tal senso rivela una speciale forza, in quanto capace di visualizzare scenari dove il futuro possibile è disegnato da molte più voci, libere dagli storici divari perpetuati da processi discriminatori ed escludenti, divenuti pregiudizi consolidati, che portano oggi a vedere rappresentati alcuni più di altri nei processi progettuali da cui scaturiranno gli spazi del nostro futuro.
Liberation landscapes matter. Riflessioni a un anno dalla mostra al MOMA Reconstructions: architecture and blackness in America
di Ida Recchia
L’articolo interviene, a un anno dalla mostra al MoMA di New York Reconstructions: Architecture and Blackness in America, sulle riflessioni che l’esposizione ha incoraggiato nel dibattito attuale, anche alla luce della nuova annunciata direzione della Biennale 2023 di Lesley Lokko, Il Laboratorio del futuro. L’intento è quello di far emergere le nuove urgenze inclusive e la domanda sempre più forte di equità e diversificazione, dimostrando come esse possano essere sostenute dal progetto architettonico che in tal senso rivela una speciale forza, in quanto capace di visualizzare scenari dove il futuro possibile è disegnato da molte più voci, libere dagli storici divari perpetuati da processi discriminatori ed escludenti, divenuti pregiudizi consolidati, che portano oggi a vedere rappresentati alcuni più di altri nei processi progettuali da cui scaturiranno gli spazi del nostro futuro.
Abstract:
Liberation landscapes matter. Considerations one year after the MOMA exhibition Reconstructions: architecture and blackness in America
by Ida Recchia
One year after the exhibition at the MoMA in New York Reconstructions: Architecture and Blackness in America, the article intervenes on the reflections that the exhibition has encouraged in the current architectural debate, also in the light of the announced new direction of the 2023 Biennale by Lesley Lokko, The Laboratory of the future. The intent is to bring out the new inclusive urgencies and the increasingly strong demand for equity and diversification, demonstrating how they can be supported by the architectural project which, in this sense, reveals a special strength, as it is capable of visualizing scenarios where the possible future is designed by many more voices, free from the historical gaps perpetuated by discriminatory and excluding processes, which have become consolidated prejudices and which today lead to see some represented more than others in the design processes from which the spaces of our future will arise.
Liberation landscapes matter. Considerations one year after the MOMA exhibition Reconstructions: architecture and blackness in America
by Ida Recchia
One year after the exhibition at the MoMA in New York Reconstructions: Architecture and Blackness in America, the article intervenes on the reflections that the exhibition has encouraged in the current architectural debate, also in the light of the announced new direction of the 2023 Biennale by Lesley Lokko, The Laboratory of the future. The intent is to bring out the new inclusive urgencies and the increasingly strong demand for equity and diversification, demonstrating how they can be supported by the architectural project which, in this sense, reveals a special strength, as it is capable of visualizing scenarios where the possible future is designed by many more voices, free from the historical gaps perpetuated by discriminatory and excluding processes, which have become consolidated prejudices and which today lead to see some represented more than others in the design processes from which the spaces of our future will arise.
Abstract:
Falansteri contemporanei. Il SESC come modello per un’architettura sociale
di Anna Riciputo
Il SESC – Serviço Social do Comércio, è un’istituzione parastatale brasiliana appartenente a un insieme di agenzie che offrono servizi di supporto alla salute, per la cultura, la formazione, lo sport e l’accoglienza. Alla funzione assistenziale sanitaria originaria si sono andate sommando attività di formazione permanente e di educazione sociale attraverso l’organizzazione del tempo libero dedicato al miglioramento di sé attraverso la pratica delle arti e della cura del corpo, richiedendo l’inserimento anche di campi da gioco, biblioteche, teatri, cinema, laboratori di pittura, scultura e fotografia, sale per l’associazionismo, scuole di formazione professionali, asili infantili e ristoranti. Questa pluralità di funzioni ha determinato la progettazione di luoghi complessi, nei quali le soluzioni architettoniche hanno dovuto confrontarsi con contesti differenti tra loro imponendosi come attrattori e landmark urbani. Lo studio di alcuni casi particolarmente significativi porta alla definizione di una tipologia di edificio complesso che potrebbe diventare una risorsa per rigenerare le parti di città e del territorio italiano in cui la mancanza di servizi ha determinato particolari condizioni di isolamento e disagio sociale.
Falansteri contemporanei. Il SESC come modello per un’architettura sociale
di Anna Riciputo
Il SESC – Serviço Social do Comércio, è un’istituzione parastatale brasiliana appartenente a un insieme di agenzie che offrono servizi di supporto alla salute, per la cultura, la formazione, lo sport e l’accoglienza. Alla funzione assistenziale sanitaria originaria si sono andate sommando attività di formazione permanente e di educazione sociale attraverso l’organizzazione del tempo libero dedicato al miglioramento di sé attraverso la pratica delle arti e della cura del corpo, richiedendo l’inserimento anche di campi da gioco, biblioteche, teatri, cinema, laboratori di pittura, scultura e fotografia, sale per l’associazionismo, scuole di formazione professionali, asili infantili e ristoranti. Questa pluralità di funzioni ha determinato la progettazione di luoghi complessi, nei quali le soluzioni architettoniche hanno dovuto confrontarsi con contesti differenti tra loro imponendosi come attrattori e landmark urbani. Lo studio di alcuni casi particolarmente significativi porta alla definizione di una tipologia di edificio complesso che potrebbe diventare una risorsa per rigenerare le parti di città e del territorio italiano in cui la mancanza di servizi ha determinato particolari condizioni di isolamento e disagio sociale.
Abstract:
Contemporary phalansteries. The SESC as a model for a social architecture
by Anna Riciputo
The SESC – Serviço Social do Comércio, is a Brazilian state-controlled institution belonging to a group of agencies that offer support services to health, culture, training, sport and hospitality. Permanent training and social education activities have been added to the original health care function through the organization of free time dedicated to self-improvement through the practice of the arts and body care, also requiring the inclusion of playgrounds, libraries, theatres, cinemas, painting, sculpture and photography workshops, rooms for associations, vocational training schools, kindergartens and restaurants. This plurality of functions has determined the design of complex places, in which the architectural solutions have had to deal with different contexts, imposing themselves as attractors and urban landmarks. The study of some particularly significant cases leads to the definition of a type of complex building that could become a resource for regenerating those parts of the city and of the Italian territory where the lack of services has led to particular conditions of isolation and social hardship.
Contemporary phalansteries. The SESC as a model for a social architecture
by Anna Riciputo
The SESC – Serviço Social do Comércio, is a Brazilian state-controlled institution belonging to a group of agencies that offer support services to health, culture, training, sport and hospitality. Permanent training and social education activities have been added to the original health care function through the organization of free time dedicated to self-improvement through the practice of the arts and body care, also requiring the inclusion of playgrounds, libraries, theatres, cinemas, painting, sculpture and photography workshops, rooms for associations, vocational training schools, kindergartens and restaurants. This plurality of functions has determined the design of complex places, in which the architectural solutions have had to deal with different contexts, imposing themselves as attractors and urban landmarks. The study of some particularly significant cases leads to the definition of a type of complex building that could become a resource for regenerating those parts of the city and of the Italian territory where the lack of services has led to particular conditions of isolation and social hardship.