Quarta di copertina
L’opera di Oscar Niemeyer è senz’altro la concretizzazione della sua genialità creativa, ma è anche l’espressione del suo impegno ideologico e di solidarietà con i movimenti sociali, popolari e democratici. I numerosi memoriali che ha progettato e realizzato ne sono la testimonianza. Quasi centenario, quanto è stato intervistato da Nicoletta Trasi, era ancora straordinariamente capace di immaginare, di creare, di realizzare; architetto, scultore, designer e anche scrittore di talento, uomo che verso la fin della sua vita sentiva ancor di più il peso della miseria e della tristezza del mondo: “Ciò che mi turba di più, diceva, non sono le sfide della vita, ma l’immensa sofferenza dei più poveri di fronte al sorriso indifferente degli uomini….”
Back Cover
Oscar Niemeyer’s work is certainly the concretization of his creative genius, but it is also the expression of his ideological commitment and solidarity with social, popular and democratic movements. And the many Memorials he designed are proof of it. Nearly centenary, when I interviewed him, Niemeyer was still amazingly able to imagine, to create, to realize; architect, sculptor, designer and even talented writer, a man who felt, even more at the end of his life, the weight of misery and sadness of the world: “…What troubles me more isn’t life’s challenges, but the boundless misery of the poor, faced with the indifferent smile of men…”
L’opera di Oscar Niemeyer è senz’altro la concretizzazione della sua genialità creativa, ma è anche l’espressione del suo impegno ideologico e di solidarietà con i movimenti sociali, popolari e democratici. I numerosi memoriali che ha progettato e realizzato ne sono la testimonianza. Quasi centenario, quanto è stato intervistato da Nicoletta Trasi, era ancora straordinariamente capace di immaginare, di creare, di realizzare; architetto, scultore, designer e anche scrittore di talento, uomo che verso la fin della sua vita sentiva ancor di più il peso della miseria e della tristezza del mondo: “Ciò che mi turba di più, diceva, non sono le sfide della vita, ma l’immensa sofferenza dei più poveri di fronte al sorriso indifferente degli uomini….”
Back Cover
Oscar Niemeyer’s work is certainly the concretization of his creative genius, but it is also the expression of his ideological commitment and solidarity with social, popular and democratic movements. And the many Memorials he designed are proof of it. Nearly centenary, when I interviewed him, Niemeyer was still amazingly able to imagine, to create, to realize; architect, sculptor, designer and even talented writer, a man who felt, even more at the end of his life, the weight of misery and sadness of the world: “…What troubles me more isn’t life’s challenges, but the boundless misery of the poor, faced with the indifferent smile of men…”
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Editoriale / Editorial
3 Gabriele De Giorgi, Un confronto. La seconda stagione del moderno e l’avanguardia / A Comparison. The second Seasons of Modernism and the Avant-garde
Tema monografico / Monographich theme
Oscar Niemeyer. Memoriali / Oscar Niemeyer’s memorials
a cura di / edited by Nicoletta Trasi
Contributi / Contributions
9 Nicoletta Trasi, I memoriali di Oscar Niemeyer. Sculture per non dimenticare / Oscar Niemyer’s Memorials. Not to forget
23 Domenico De Masi, L’amico Oscar / My friend Oscar
35 Maria Salerno, Le realizzazioni francesi di Oscar Niemeyer. Tre progetti di impegno politicov / Oscar Niemeyer’s Designs in France. Three politically committed Projects
Memoriali / Memorials
46 Teodora M. M. Piccinno, Memorial Joscelino Kubitschek. Una surpresa monumental / A monumental Surprise
52 Teodora M. M. Piccinno, Panteao da liberdade e da democracia Tancredo Neves. La fiamma della libertà / The Flame of Freedom
58 Andrea Valeriani, Tortura nunca mais / Mai. Senza eufemismi / Never. No Euphemisms
62 Nicoletta Trasi, Memorial 9 de novembro / Monumento alla giustizia e alla libertà / A monument to Justice and Freedom
68 Andrea Valeriani, Mao no memorial da América Latina / Una piazza per il continente ferito / A Plaza for the wounded Continent
74 Teodora M. M. Piccinno, Memorial da coluna prestes em tocantins. La marcia rossa / The red March
78 Nicoletta Trasi, Memorial Maria Aragao. Lottare per un ideale / Fighting for an Ideal
84 Nicoletta Trasi, Esculturas de Capocabana. Per non dimenticare / Not to forget
88 Andrea Valeriani, Stele in memoria delle brigate internazionali / Memorial Stone for Brigades internationales. Un piccolo monumento per una grande lotta / A small Momument for a great Fight
RUBRICHE / COLUMNS
Territori digitali / Digital
94 Rosalba Belibani, Oscar Niemeyer: credere nell’arte e nella modernità / Believing in Art and Modernity
Intersezioni linguistiche / Languages intersections
98 Roberta Lucente, Oscar Niemeyer: invenzione, forma, struttura / Invention, Form, Structure
Trasformazioni / Transformations
104 Maurizio Petrangeli, Niemeyer e la trasformazione di un’area abbandonata / Niemeyer and the Transformation of an abandoned Area
Architettura & Dintorni / Overlooking Architecture
110 Maria Rita Intrieri, 110…Oscar
colofon / colophon
Traduzione di / Translation by Clelia Maria Dri (pp. 8-33, 46 – 91) e Antonella Bergamin
Impaginazione / Book design Officina22
Editoriale / Editorial
3 Gabriele De Giorgi, Un confronto. La seconda stagione del moderno e l’avanguardia / A Comparison. The second Seasons of Modernism and the Avant-garde
Tema monografico / Monographich theme
Oscar Niemeyer. Memoriali / Oscar Niemeyer’s memorials
a cura di / edited by Nicoletta Trasi
Contributi / Contributions
9 Nicoletta Trasi, I memoriali di Oscar Niemeyer. Sculture per non dimenticare / Oscar Niemyer’s Memorials. Not to forget
23 Domenico De Masi, L’amico Oscar / My friend Oscar
35 Maria Salerno, Le realizzazioni francesi di Oscar Niemeyer. Tre progetti di impegno politicov / Oscar Niemeyer’s Designs in France. Three politically committed Projects
Memoriali / Memorials
46 Teodora M. M. Piccinno, Memorial Joscelino Kubitschek. Una surpresa monumental / A monumental Surprise
52 Teodora M. M. Piccinno, Panteao da liberdade e da democracia Tancredo Neves. La fiamma della libertà / The Flame of Freedom
58 Andrea Valeriani, Tortura nunca mais / Mai. Senza eufemismi / Never. No Euphemisms
62 Nicoletta Trasi, Memorial 9 de novembro / Monumento alla giustizia e alla libertà / A monument to Justice and Freedom
68 Andrea Valeriani, Mao no memorial da América Latina / Una piazza per il continente ferito / A Plaza for the wounded Continent
74 Teodora M. M. Piccinno, Memorial da coluna prestes em tocantins. La marcia rossa / The red March
78 Nicoletta Trasi, Memorial Maria Aragao. Lottare per un ideale / Fighting for an Ideal
84 Nicoletta Trasi, Esculturas de Capocabana. Per non dimenticare / Not to forget
88 Andrea Valeriani, Stele in memoria delle brigate internazionali / Memorial Stone for Brigades internationales. Un piccolo monumento per una grande lotta / A small Momument for a great Fight
RUBRICHE / COLUMNS
Territori digitali / Digital
94 Rosalba Belibani, Oscar Niemeyer: credere nell’arte e nella modernità / Believing in Art and Modernity
Intersezioni linguistiche / Languages intersections
98 Roberta Lucente, Oscar Niemeyer: invenzione, forma, struttura / Invention, Form, Structure
Trasformazioni / Transformations
104 Maurizio Petrangeli, Niemeyer e la trasformazione di un’area abbandonata / Niemeyer and the Transformation of an abandoned Area
Architettura & Dintorni / Overlooking Architecture
110 Maria Rita Intrieri, 110…Oscar
colofon / colophon
Traduzione di / Translation by Clelia Maria Dri (pp. 8-33, 46 – 91) e Antonella Bergamin
Impaginazione / Book design Officina22
Abstract:
UN CONFRONTO. LA SECONDA STAGIONE DEL MODERNO E L’AVANGUARDIA.
di Gabriele De Giorgi
L’editoriale parte da un confronto: da una parte Niemeyer, ossia una voce originale e autorevole della seconda stagione del Moderno, dall’altra Hadid, esponente eccellente della Terza Avanguardia del 900. Il tema della fluidità accomuna Niemeyer e Hadid. Per un’istanza politica da parte di Niemeyer (di origine marxista), metafora di libertà e progresso. Per Hadid invece come linguaggio per la società liquida contemporanea, anch’essa metafora delle libere interazioni tra gli uomini, esplicate nei siti urbani e territoriali geografici.
Oltre alle evidenti differenze però, li accomuna la liberazione della forma da regole precostituite, la forza innovatrice delle loro opere. Per questa ragione appartengono a quella storia dell’architettura che amiamo, perché ha aperto nuovi orizzonti alla ricerca e alla sperimentazione.
UN CONFRONTO. LA SECONDA STAGIONE DEL MODERNO E L’AVANGUARDIA.
di Gabriele De Giorgi
L’editoriale parte da un confronto: da una parte Niemeyer, ossia una voce originale e autorevole della seconda stagione del Moderno, dall’altra Hadid, esponente eccellente della Terza Avanguardia del 900. Il tema della fluidità accomuna Niemeyer e Hadid. Per un’istanza politica da parte di Niemeyer (di origine marxista), metafora di libertà e progresso. Per Hadid invece come linguaggio per la società liquida contemporanea, anch’essa metafora delle libere interazioni tra gli uomini, esplicate nei siti urbani e territoriali geografici.
Oltre alle evidenti differenze però, li accomuna la liberazione della forma da regole precostituite, la forza innovatrice delle loro opere. Per questa ragione appartengono a quella storia dell’architettura che amiamo, perché ha aperto nuovi orizzonti alla ricerca e alla sperimentazione.
Abstract:
A COMPARISON. THE SECOND SEASON OF MODERNISM AND THE AVANT-GARDE.
by Gabriele De Giorgi
The editorial starts from a comparison. This comparison would see Oscar Niemeyer, an original and influential voice of the second season of Modernism, on one side, and Zaha Hadid, a top-tier representative of the twentieth century Third Avant-Garde, on the other side. Niemeyer and Hadid share the theme of fluidity. For Niemeyer (who was a Marxist), it expressed a political drive as a metaphor for freedom and progress. In Hadid’s case, it acted, instead, as a fitting language for our contemporary liquid society, in turn a metaphor of the free interactions between human beings made explicit in urban sites and
geographical territories. Beyond the clear differences, what the two architects ultimately share as the innovating power of their works is the liberation of form from established rules. For this reason, they belong to the history of Architecture we cherish because it opened new horizons for research and experimentation.
A COMPARISON. THE SECOND SEASON OF MODERNISM AND THE AVANT-GARDE.
by Gabriele De Giorgi
The editorial starts from a comparison. This comparison would see Oscar Niemeyer, an original and influential voice of the second season of Modernism, on one side, and Zaha Hadid, a top-tier representative of the twentieth century Third Avant-Garde, on the other side. Niemeyer and Hadid share the theme of fluidity. For Niemeyer (who was a Marxist), it expressed a political drive as a metaphor for freedom and progress. In Hadid’s case, it acted, instead, as a fitting language for our contemporary liquid society, in turn a metaphor of the free interactions between human beings made explicit in urban sites and
geographical territories. Beyond the clear differences, what the two architects ultimately share as the innovating power of their works is the liberation of form from established rules. For this reason, they belong to the history of Architecture we cherish because it opened new horizons for research and experimentation.
Abstract:
I MEMORIALI DI OSCAR NIEMEYER. SCULTURE PER NON DIMENTICARE
di Nicoletta Trasi
Il saggio introduttivo espone le ragioni di fare una mostra sui Memoriali di Oscar Niemeyer, e tra queste il fatto che i numerosi memoriali e i monumenti progettati da Niemeyer in Brasile come in altri Paesi del mondo, rappresentano la parte meno nota della sua opera, e inoltre il fatto che, come lui stesso affermò, costituiscono la produzione più importante in quanto dimostrava il suo costante impegno sociale e politico. L’ideale di libertà politica, di democrazia, viene espresso con la libertà plastica offerta dalla linea curva: nella maggior parte dei casi, si tratta di vere e proprie sculture, realizzate appunto, per non dimenticare.
La sua opera è senz’altro la concretizzazione della sua genialità creativa, ma anche l’espressione del suo impegno ideologico e di solidarietà con i movimenti sociali, popolari e democratici.
I MEMORIALI DI OSCAR NIEMEYER. SCULTURE PER NON DIMENTICARE
di Nicoletta Trasi
Il saggio introduttivo espone le ragioni di fare una mostra sui Memoriali di Oscar Niemeyer, e tra queste il fatto che i numerosi memoriali e i monumenti progettati da Niemeyer in Brasile come in altri Paesi del mondo, rappresentano la parte meno nota della sua opera, e inoltre il fatto che, come lui stesso affermò, costituiscono la produzione più importante in quanto dimostrava il suo costante impegno sociale e politico. L’ideale di libertà politica, di democrazia, viene espresso con la libertà plastica offerta dalla linea curva: nella maggior parte dei casi, si tratta di vere e proprie sculture, realizzate appunto, per non dimenticare.
La sua opera è senz’altro la concretizzazione della sua genialità creativa, ma anche l’espressione del suo impegno ideologico e di solidarietà con i movimenti sociali, popolari e democratici.
Abstract:
OSCAR NIEMEYER’S MEMORIALS. LEST WE FORGET
by Nicoletta Trasi
The introductory essay explains the reasons for doing an exhibition on the Memorials of Oscar Niemeyer, and among these, is the fact that the numerous memorials and monuments designed by Niemeyer in Brazil as in other countries of the world, represent the least known part of his work, and moreover, he himself affirmed, constitute the most important production as it demonstrated his constant social and political activism. The ideal of political freedom and democracy is conveyed through the plastic freedom of the curved line: in most cases, these are real sculptures, made, in fact, not to forget.
His work is certainly the realization of his creative genius, but it’s also the display of his ideological activism, and of solidarity with the social and democratic movements.
OSCAR NIEMEYER’S MEMORIALS. LEST WE FORGET
by Nicoletta Trasi
The introductory essay explains the reasons for doing an exhibition on the Memorials of Oscar Niemeyer, and among these, is the fact that the numerous memorials and monuments designed by Niemeyer in Brazil as in other countries of the world, represent the least known part of his work, and moreover, he himself affirmed, constitute the most important production as it demonstrated his constant social and political activism. The ideal of political freedom and democracy is conveyed through the plastic freedom of the curved line: in most cases, these are real sculptures, made, in fact, not to forget.
His work is certainly the realization of his creative genius, but it’s also the display of his ideological activism, and of solidarity with the social and democratic movements.
L’AMICO OSCAR
di Domenico De Masi
De Masi ci presenta il suo grande amico Oscar Niemeyer, con cui ha condiviso tra l’altro l’avventura del progetto per l’auditorium di Ravello, raccontando diversi momenti della loro amicizia, ma soprattutto mettendo in luce la sua genialità: Niemeyer è grande sotto molti aspetti: quello artistico, con cui è riuscito a mutare il volto dell’intero Brasile e ad arricchire di capolavori
il patrimonio estetico dell’intera umanità; quello politico, con cui ha testimoniato per tutta la vita il suo amore battagliero per i poveri, ha combattuto coraggiosamente la dittatura dei militari, ha patito l’esilio; quello civile, per cui ha continuato imperterrito, per tutta la sua lunga vita, ad affiancare le lotte dei “senza
terra”, degli ambientalisti, dei diseredati, dei perseguitati e dei poveri, di cui ha condiviso la frugalità (“Io mi vergognerei se fossi un uomo ricco”); quello umano, per cui resta un genio buono, semplice, disponibile, generoso e intransigente.
di Domenico De Masi
De Masi ci presenta il suo grande amico Oscar Niemeyer, con cui ha condiviso tra l’altro l’avventura del progetto per l’auditorium di Ravello, raccontando diversi momenti della loro amicizia, ma soprattutto mettendo in luce la sua genialità: Niemeyer è grande sotto molti aspetti: quello artistico, con cui è riuscito a mutare il volto dell’intero Brasile e ad arricchire di capolavori
il patrimonio estetico dell’intera umanità; quello politico, con cui ha testimoniato per tutta la vita il suo amore battagliero per i poveri, ha combattuto coraggiosamente la dittatura dei militari, ha patito l’esilio; quello civile, per cui ha continuato imperterrito, per tutta la sua lunga vita, ad affiancare le lotte dei “senza
terra”, degli ambientalisti, dei diseredati, dei perseguitati e dei poveri, di cui ha condiviso la frugalità (“Io mi vergognerei se fossi un uomo ricco”); quello umano, per cui resta un genio buono, semplice, disponibile, generoso e intransigente.
Abstract:
MY FRIEND OSCAR
by Domenico De Masi
De Masi presents his great friend Oscar Niemeyer, with whom he shared, among other things, the adventure of the Ravello auditorium project, telling different moments of their friendship, but above all highlighting his genius: Niemeyer was great in many respects. On the artistic side, he managed to change the look of Brazil as a whole, and to enrich with his masterpieces all humanity’s aesthetic heritage. On the political side, he testified all his life to his love for the poor, he bravely fought the military dictatorship, he suffered exile. On the civic side, he unflinchingly supported, throughout his long life, the struggles of the landless workers, the environmentalists, the destitute, the victims of persecution, the poor, and shared their frugality (“I’d be ashamed if I was a rich man”). On the human side, he stayed a good-hearted genius, simple, helpful, generous and inflexible.
MY FRIEND OSCAR
by Domenico De Masi
De Masi presents his great friend Oscar Niemeyer, with whom he shared, among other things, the adventure of the Ravello auditorium project, telling different moments of their friendship, but above all highlighting his genius: Niemeyer was great in many respects. On the artistic side, he managed to change the look of Brazil as a whole, and to enrich with his masterpieces all humanity’s aesthetic heritage. On the political side, he testified all his life to his love for the poor, he bravely fought the military dictatorship, he suffered exile. On the civic side, he unflinchingly supported, throughout his long life, the struggles of the landless workers, the environmentalists, the destitute, the victims of persecution, the poor, and shared their frugality (“I’d be ashamed if I was a rich man”). On the human side, he stayed a good-hearted genius, simple, helpful, generous and inflexible.
Abstract:
LE REALIZZAZIONI FRANCESI DI OSCAR NIEMEYER. TRE PROGETTI D’IMPEGNO POLITICO
di Maria Salerno
Il testo di Maria Salerno, nostra corrispondente da Parigi, descrive tre progetti che Niemeyer realizzò in Francia tra il 1967 e il 1989 : la sede del Partito Comunista Francese a Parigi, la Bourse du travail a Bobigny e la sede del giornale l’Humanité a Saint-Denis costituiscono un insieme di opere caratteristiche del suo linguaggio architettonico legate tra loro da uno stesso filo conduttore: l’ideale politico comunista.
Geograficamente questi tre progetti sono tutti situati in zone popolari di forte immigrazione: lontano dal centro di Parigi, nella 19a circoscrizione per la sede del PCF, o nella periferia di Parigi, a Bobigny e Saint-Denis, per la Bourse du travail e la sede de l’“Humanité”, luoghi dove la presenza di questi edifici assume una valenza sociale simbolica importante.
LE REALIZZAZIONI FRANCESI DI OSCAR NIEMEYER. TRE PROGETTI D’IMPEGNO POLITICO
di Maria Salerno
Il testo di Maria Salerno, nostra corrispondente da Parigi, descrive tre progetti che Niemeyer realizzò in Francia tra il 1967 e il 1989 : la sede del Partito Comunista Francese a Parigi, la Bourse du travail a Bobigny e la sede del giornale l’Humanité a Saint-Denis costituiscono un insieme di opere caratteristiche del suo linguaggio architettonico legate tra loro da uno stesso filo conduttore: l’ideale politico comunista.
Geograficamente questi tre progetti sono tutti situati in zone popolari di forte immigrazione: lontano dal centro di Parigi, nella 19a circoscrizione per la sede del PCF, o nella periferia di Parigi, a Bobigny e Saint-Denis, per la Bourse du travail e la sede de l’“Humanité”, luoghi dove la presenza di questi edifici assume una valenza sociale simbolica importante.
Abstract:
OSCAR NIEMEYER’S DESIGNS IN FRANCE. THREE POLITICALLY COMMITTED PROJECTS
by Maria Salerno
The text of Maria Salerno, our correspondent from Paris, describes three projects that Niemeyer created in France between 1967 and 1989: the headquarters of the French Communist Party in Paris, the Bourse du travail in Bobigny and the offices of the newspaper l’Humanité in Saint-Denis which, as a group of works, exemplify his architectural language and feature a unifying theme: the Communist political ideal.
In terms of location, the three buildings share suburban sites in working class areas mainly occupied by immigrants – in the 19th arrondissement in the case of the FCP’s headquarters, and in Bobigny and Saint-Denis, respectively, for the Bourse du travail and the offices of l’“Humanité”. In such locations, the buildings would obviously play an important symbolic role in social terms.
OSCAR NIEMEYER’S DESIGNS IN FRANCE. THREE POLITICALLY COMMITTED PROJECTS
by Maria Salerno
The text of Maria Salerno, our correspondent from Paris, describes three projects that Niemeyer created in France between 1967 and 1989: the headquarters of the French Communist Party in Paris, the Bourse du travail in Bobigny and the offices of the newspaper l’Humanité in Saint-Denis which, as a group of works, exemplify his architectural language and feature a unifying theme: the Communist political ideal.
In terms of location, the three buildings share suburban sites in working class areas mainly occupied by immigrants – in the 19th arrondissement in the case of the FCP’s headquarters, and in Bobigny and Saint-Denis, respectively, for the Bourse du travail and the offices of l’“Humanité”. In such locations, the buildings would obviously play an important symbolic role in social terms.
Abstract:
MEMORIAL JUSCELINO KUBITSCHEK
Una surpresa monumental
di Teodora M. M. Piccinno
L’idea di Oscar Niemeyer e di Dona Sarah – vedova dell’ex presidente brasiliano Juscelino Kubitshek cui il Memoriale è dedicato – era quella di costruire un monumento che avrebbe sintetizzato l’importanza del Capo di Stato nello sviluppo economico e politico del Brasile e che avrebbe mantenuto vivo il suo entusiasmo e la sua fiducia nel futuro della nazione. L’edificio si compone di un corpo basamentale di marmo bianco all’esterno e di uno spazio ipogeo all’interno, inaspettatamente basso, con una stanza circolare di 10 metri di diametro coperta da granito nero, che accoglie il Mausoléu irradiato dalla luce proveniente dalla vetrata dell’artista Marianne Peretti.
Alle spalle e dinanzi al sepolcro funebre, la Casa de Cultura si estende nel restante spazio, proponendo la grande eredità del patrimonio ideologico di JK. È qui che Niemeyer, parafrasando le sue stesse parole, ha cercato la bellezza architettonica, creando una surpresa monumental rivestita di marmo.
MEMORIAL JUSCELINO KUBITSCHEK
Una surpresa monumental
di Teodora M. M. Piccinno
L’idea di Oscar Niemeyer e di Dona Sarah – vedova dell’ex presidente brasiliano Juscelino Kubitshek cui il Memoriale è dedicato – era quella di costruire un monumento che avrebbe sintetizzato l’importanza del Capo di Stato nello sviluppo economico e politico del Brasile e che avrebbe mantenuto vivo il suo entusiasmo e la sua fiducia nel futuro della nazione. L’edificio si compone di un corpo basamentale di marmo bianco all’esterno e di uno spazio ipogeo all’interno, inaspettatamente basso, con una stanza circolare di 10 metri di diametro coperta da granito nero, che accoglie il Mausoléu irradiato dalla luce proveniente dalla vetrata dell’artista Marianne Peretti.
Alle spalle e dinanzi al sepolcro funebre, la Casa de Cultura si estende nel restante spazio, proponendo la grande eredità del patrimonio ideologico di JK. È qui che Niemeyer, parafrasando le sue stesse parole, ha cercato la bellezza architettonica, creando una surpresa monumental rivestita di marmo.
Abstract:
MEMORIAL JUSCELINO KUBITSCHEK
A monumental surprise
by Teodora M. M. Piccinno
The idea by Oscar Niemeyer and Dona Sarah – the widow of the former Brazilian president Juscelino Kubitshek – was to build a monument that would both celebrate JK’s importance for Brazil’s economic and political development and to uphold his enthusiasm and confidence in the nation’s future.
The building is composed by an external white marble basement and by an unexpectedly low underground space with a circular room, 10 metres in diameter and covered with black granite. This room is the Mausoléu with light coming in through the glass window designed by artist Marianne Peretti.
Behind and in front the tomb, the Casa de Cultura spreads on the remaining space, suggesting the great legacy of JK’s ideological heritage. Paraphrasing Niemeyer himself, it is here that he tried to achieve architectural beauty, creating a surpresa monumental encased in marble.
MEMORIAL JUSCELINO KUBITSCHEK
A monumental surprise
by Teodora M. M. Piccinno
The idea by Oscar Niemeyer and Dona Sarah – the widow of the former Brazilian president Juscelino Kubitshek – was to build a monument that would both celebrate JK’s importance for Brazil’s economic and political development and to uphold his enthusiasm and confidence in the nation’s future.
The building is composed by an external white marble basement and by an unexpectedly low underground space with a circular room, 10 metres in diameter and covered with black granite. This room is the Mausoléu with light coming in through the glass window designed by artist Marianne Peretti.
Behind and in front the tomb, the Casa de Cultura spreads on the remaining space, suggesting the great legacy of JK’s ideological heritage. Paraphrasing Niemeyer himself, it is here that he tried to achieve architectural beauty, creating a surpresa monumental encased in marble.
Abstract:
PANTEÃO DA LIBERDADE E DA DEMOCRACIA TANCREDO NEVES. LA FIAMMA DELLA LIBERTÀ
di Teodora M. M. Piccinno
Oscar Niemeyer concepisce il Panteão di Brasilia dopo il clamore nazionale causato dalla morte di Tancredo Neves che, ammalatosi alla vigilia del suo insediamento nel 1985, morì poco dopo, senza mai entrare in carica. Egli fu il primo presidente del Brasile democraticamente eletto nel 1984 dopo vent’anni di dittatura da parte del regime militare. Il Pantheon omaggia dunque coloro che si sono distinti a favore della patria e della democrazia a partire da Tiradentes.
La preoccupazione di Niemeyer fu l’integrazione del monumento con la Praça dos Três Poderes, chiusa sui tre lati dal Congreso Nacional, il Supremo Tribunal Federal e il Palàcio do Planalto. Il Panteão doveva dialogare plasticamente all’interno del disegno dei Palazzi esistenti con una identità riconoscibile nella sua forma compatta e leggera. Una scultura a forma di colomba fu immaginata da Niemeyer e incastonata nella lunga visuale che si scorge nell’Axe Monumental, alle spalle del Congreso Nacional.
PANTEÃO DA LIBERDADE E DA DEMOCRACIA TANCREDO NEVES. LA FIAMMA DELLA LIBERTÀ
di Teodora M. M. Piccinno
Oscar Niemeyer concepisce il Panteão di Brasilia dopo il clamore nazionale causato dalla morte di Tancredo Neves che, ammalatosi alla vigilia del suo insediamento nel 1985, morì poco dopo, senza mai entrare in carica. Egli fu il primo presidente del Brasile democraticamente eletto nel 1984 dopo vent’anni di dittatura da parte del regime militare. Il Pantheon omaggia dunque coloro che si sono distinti a favore della patria e della democrazia a partire da Tiradentes.
La preoccupazione di Niemeyer fu l’integrazione del monumento con la Praça dos Três Poderes, chiusa sui tre lati dal Congreso Nacional, il Supremo Tribunal Federal e il Palàcio do Planalto. Il Panteão doveva dialogare plasticamente all’interno del disegno dei Palazzi esistenti con una identità riconoscibile nella sua forma compatta e leggera. Una scultura a forma di colomba fu immaginata da Niemeyer e incastonata nella lunga visuale che si scorge nell’Axe Monumental, alle spalle del Congreso Nacional.
Abstract:
PANTEÃO DA LIBERDADE E DA DEMOCRACIA TANCREDO NEVES. THE FLAME OF FREEDOM
by Teodora M. M. Piccinno
Oscar Niemeyer envisions the Panteão (in Brasilia) after the public clamour following the death of Tancredo Neves. After falling ill at the eve of his tenure’s start, in 1985, Neves died soon after, without ever swearing in. Elected in 1984 by an electoral college, he was the first Brazilian president democratically chosen, after twenty years of military dictatorship. The Pantheon honours those who stood out in their service of the Country and of democracy, starting from Tiradentes.
Niemeyer’s chief concern was to integrate the monument with the Praça dos Três Poderes, which is enclosed on three sides – by the Congreso Nacional, the Supremo Tribunal Federal, and the Palàcio do Planalto. The Panteão is supposed to organically integrate in the design of the existing buildings, but with a recognizable identity thanks to a compact and light shape. Niemeyer imagined the sculpture of a dove, encased in the long view visible on the Axe Monumental, behind the Congreso Nacional.
PANTEÃO DA LIBERDADE E DA DEMOCRACIA TANCREDO NEVES. THE FLAME OF FREEDOM
by Teodora M. M. Piccinno
Oscar Niemeyer envisions the Panteão (in Brasilia) after the public clamour following the death of Tancredo Neves. After falling ill at the eve of his tenure’s start, in 1985, Neves died soon after, without ever swearing in. Elected in 1984 by an electoral college, he was the first Brazilian president democratically chosen, after twenty years of military dictatorship. The Pantheon honours those who stood out in their service of the Country and of democracy, starting from Tiradentes.
Niemeyer’s chief concern was to integrate the monument with the Praça dos Três Poderes, which is enclosed on three sides – by the Congreso Nacional, the Supremo Tribunal Federal, and the Palàcio do Planalto. The Panteão is supposed to organically integrate in the design of the existing buildings, but with a recognizable identity thanks to a compact and light shape. Niemeyer imagined the sculpture of a dove, encased in the long view visible on the Axe Monumental, behind the Congreso Nacional.
Abstract:
TORTURA NUNCA MAIS. MAI, SENZA EUFEMISMI
di Andrea Valeriani
La scultura venne commissionata a Oscar Niemeyer dal Grupo Tortura Nunca Mais, un’associazione di difesa dei diritti umani fondata a Rio de Janeiro dall’attivista Cecília Coimbra nel 1985, nello stesso anno in cui cadde il regime che per vent’anni (1964-1984) ha oppresso il Brasile.
L’organizzazione, che oggi è ancora attiva e che ha sedi nelle più importanti città del Paese, è nata per iniziativa degli oppositori politici e dei parenti delle vittime di tortura che hanno vissuto sulla propria pelle la criminale efferatezza della dittatura, di cui l’opera è un forte atto di denuncia. Niemeyer – che ha sofferto egli stesso del clima di oppressione dei militari – ha disegnato una figura iconica (che ancora oggi è utilizzata come logo dell’associazione): una lancia metallica lunga 25 metri, dipinta di rosso, colore aspro e violento che spesso ritorna nei suoi lavori, sulla cui punta è posta una sagoma umana, trafitta e sofferente, che esprime senza nessun filtro e senza alcun addolcimento eufemistico il proprio j’accuse contro i carnefici.
TORTURA NUNCA MAIS. MAI, SENZA EUFEMISMI
di Andrea Valeriani
La scultura venne commissionata a Oscar Niemeyer dal Grupo Tortura Nunca Mais, un’associazione di difesa dei diritti umani fondata a Rio de Janeiro dall’attivista Cecília Coimbra nel 1985, nello stesso anno in cui cadde il regime che per vent’anni (1964-1984) ha oppresso il Brasile.
L’organizzazione, che oggi è ancora attiva e che ha sedi nelle più importanti città del Paese, è nata per iniziativa degli oppositori politici e dei parenti delle vittime di tortura che hanno vissuto sulla propria pelle la criminale efferatezza della dittatura, di cui l’opera è un forte atto di denuncia. Niemeyer – che ha sofferto egli stesso del clima di oppressione dei militari – ha disegnato una figura iconica (che ancora oggi è utilizzata come logo dell’associazione): una lancia metallica lunga 25 metri, dipinta di rosso, colore aspro e violento che spesso ritorna nei suoi lavori, sulla cui punta è posta una sagoma umana, trafitta e sofferente, che esprime senza nessun filtro e senza alcun addolcimento eufemistico il proprio j’accuse contro i carnefici.
Abstract:
TORTURA NUNCA MAIS / NO EUPHEMISMS: NEVER AGAIN TORTURE
by Andrea Valeriani
Oscar Niemeyer was asked to design the sculpture by the Grupo Tortura Nunca Mais – an association for the defence of human rights founded by Cecília Coimbra in Rio de Janeiro in 1985, the same year of the fall of the regime that oppressed Brazil for twenty years (1964-1985).
The organization is still active today and has branches in the most important Brazilian cities; it was born thanks to the initiative of political dissidents and relatives of the victims of torture, who experienced on their skin the dictatorship’s criminal ferocity, against which the work is a strong statement of complaint.
Niemeyer – who was personally affected by the military oppressive atmosphere – designed an iconic figure (which is used as the association’s logo to this day): a metallic spear 25 metres long, painted red, a harsh and violent colour that is recurrent in his works, on whose cusp there is a human shape, pierced through and suffering, accusing its tormentors without any filter and any euphemistic mitigation.
TORTURA NUNCA MAIS / NO EUPHEMISMS: NEVER AGAIN TORTURE
by Andrea Valeriani
Oscar Niemeyer was asked to design the sculpture by the Grupo Tortura Nunca Mais – an association for the defence of human rights founded by Cecília Coimbra in Rio de Janeiro in 1985, the same year of the fall of the regime that oppressed Brazil for twenty years (1964-1985).
The organization is still active today and has branches in the most important Brazilian cities; it was born thanks to the initiative of political dissidents and relatives of the victims of torture, who experienced on their skin the dictatorship’s criminal ferocity, against which the work is a strong statement of complaint.
Niemeyer – who was personally affected by the military oppressive atmosphere – designed an iconic figure (which is used as the association’s logo to this day): a metallic spear 25 metres long, painted red, a harsh and violent colour that is recurrent in his works, on whose cusp there is a human shape, pierced through and suffering, accusing its tormentors without any filter and any euphemistic mitigation.
Abstract:
MEMORIAL 9 DE NOVEMBRO. MONUMENTO ALLA GIUSTIZIA E ALLA LIBERTÀ
di Nicoletta Trasi
Il memoriale del 9 Novembre, realizzato a Volta Redonda (in provincia di Rio de Janeiro), denuncia l’assassinio (compiuto dall’esercito) di tre operai di una fabbrica metallurgica, avvenuto il 9 novembre 1988, durante uno sciopero. Fu distrutto da una bomba il giorno dopo la sua inaugurazione.
Con queste parole Oscar Niemeyer sintetizza perfettamente la forza e al tempo stesso il dolore contenuti
nella storia di questo memoriale: forza nel volerlo assolutamente ricostruire senza cedere alle lettere di minaccia ricevute, e nell’aggiungere durante il restauro, una frase molto chiara che non lascia dubbi: Niente, nemmeno la bomba che ha distrutto questo monumento, può fermare chi combatte per la giustizia e per la libertà.
MEMORIAL 9 DE NOVEMBRO. MONUMENTO ALLA GIUSTIZIA E ALLA LIBERTÀ
di Nicoletta Trasi
Il memoriale del 9 Novembre, realizzato a Volta Redonda (in provincia di Rio de Janeiro), denuncia l’assassinio (compiuto dall’esercito) di tre operai di una fabbrica metallurgica, avvenuto il 9 novembre 1988, durante uno sciopero. Fu distrutto da una bomba il giorno dopo la sua inaugurazione.
Con queste parole Oscar Niemeyer sintetizza perfettamente la forza e al tempo stesso il dolore contenuti
nella storia di questo memoriale: forza nel volerlo assolutamente ricostruire senza cedere alle lettere di minaccia ricevute, e nell’aggiungere durante il restauro, una frase molto chiara che non lascia dubbi: Niente, nemmeno la bomba che ha distrutto questo monumento, può fermare chi combatte per la giustizia e per la libertà.
Abstract:
MEMORIAL 9 DE NOVEMBRO. A MONUMENT TO JUSTICE AND FREEDOM
by Nicoletta Trasi
The memorial 9 de Novembro, made in Volta Redonda (in the province of Rio de Janeiro), denounces the assassination (carried out by the army) of three workers of a metallurgical factory, which took place on November 9, 1988, during a strike. It was destroyed by a bomb the day after its inauguration.
With these words, Oscar Niemeyer perfectly summarizes the strength, and at the same time the sorrow,
encapsulated in the story of this memorial. Strength, in the absolute will to restore it, without yielding in the face of the threatening letters received, and in adding during the restoration a very clear sentence, which leaves no doubts: Nothing, not even the bomb that destroyed this monument, can stop those who fight for justice and freedom.
MEMORIAL 9 DE NOVEMBRO. A MONUMENT TO JUSTICE AND FREEDOM
by Nicoletta Trasi
The memorial 9 de Novembro, made in Volta Redonda (in the province of Rio de Janeiro), denounces the assassination (carried out by the army) of three workers of a metallurgical factory, which took place on November 9, 1988, during a strike. It was destroyed by a bomb the day after its inauguration.
With these words, Oscar Niemeyer perfectly summarizes the strength, and at the same time the sorrow,
encapsulated in the story of this memorial. Strength, in the absolute will to restore it, without yielding in the face of the threatening letters received, and in adding during the restoration a very clear sentence, which leaves no doubts: Nothing, not even the bomb that destroyed this monument, can stop those who fight for justice and freedom.
Abstract:
MÃO NO MEMORIAL DA AMÉRICA LATINA. UNA PIAZZA PER IL CONTINENTE FERITO
di Andrea Valeriani
Il “Memorial da América Latina” è stato creato a San Paolo con lo scopo di promuovere la cultura
e le relazioni di amicizia fra i Paesi latino-americani, di lingua spagnola o portoghese. Il complesso disegnato da Oscar Niemeyer si estende su oltre 84.000 mq di superficie e si compone di sei edifici principali (tra cui la Biblioteca Latino-Americana, il Pavilhão da Criatividade e l’Auditório Simón Bolívar), candidi oggetti fatti di linee purissime dal tratto fortemente iconico. Tutti gravitano attorno alla Praça Civica, enorme spazio aperto di 12.000 mq di superficie, nella quale trova spazio una delle sculture più note di Niemeyer, la Mão (mano). Con la Mão, Niemeyer richiama l’attenzione del visitatore, imponendo un segno architettonico ben evidente ma anche un grido: “Alt!”, pare ammonire. Un Alt! contro i soprusi e contro la violenza di una terra in cui la vita umana spesso vale troppo poco. Per scuotere e turbare le coscienze, egli traccia sulla mano di cemento bianco, dal tratto ingenuo e abbozzato quasi l’avesse disegnata un bambino innocente, una profonda ferita, una stimmate di rosso vermiglio in bassorilievo, la sagoma dell’America Latina grondante sangue.
Abstract:
MÃO NO MEMORIAL DA AMÉRICA LATINA. A PLAZA FOR THE WOUNDED CONTINENT
by Andrea Valeriani
The “Memorial da América Latina” was created in São Paulo to promote the culture and friendly relations between Latin American countries, of Spanish or Portuguese language. The complex designed by Oscar Niemeyer extends on an area of more than 84.000 square metres, and it consists of six main buildings (among them, the Latin American Library, the Pavilhão da Criatividade and the Auditório Simón Bolívar), snow-white objects made of the purest of lines, with a greatly iconic stroke. They all gravitate around the Praça Civica, a huge open space of 12.000 square meters. Within it is housed one of the most famous of Niemeyer’s sculptures, which over time became one of the symbols of the São Paulo metropolis: Mão (“hand”). With the Mão, Niemeyer attracts the visitor’s attention, imposing a well-visible architectural sign, but also a cry: “Halt!”, it seems to order. A Halt! against the abuse and the violence of a land where human life is often worth too little. To rattle and trouble the conscience, on the white concrete hand – drawn with naïve and crude lines, as though an innocent child did – he draws a deep wound, a bas-relief vermilion stigma, the shape of Latin America dripping blood.
MÃO NO MEMORIAL DA AMÉRICA LATINA. A PLAZA FOR THE WOUNDED CONTINENT
by Andrea Valeriani
The “Memorial da América Latina” was created in São Paulo to promote the culture and friendly relations between Latin American countries, of Spanish or Portuguese language. The complex designed by Oscar Niemeyer extends on an area of more than 84.000 square metres, and it consists of six main buildings (among them, the Latin American Library, the Pavilhão da Criatividade and the Auditório Simón Bolívar), snow-white objects made of the purest of lines, with a greatly iconic stroke. They all gravitate around the Praça Civica, a huge open space of 12.000 square meters. Within it is housed one of the most famous of Niemeyer’s sculptures, which over time became one of the symbols of the São Paulo metropolis: Mão (“hand”). With the Mão, Niemeyer attracts the visitor’s attention, imposing a well-visible architectural sign, but also a cry: “Halt!”, it seems to order. A Halt! against the abuse and the violence of a land where human life is often worth too little. To rattle and trouble the conscience, on the white concrete hand – drawn with naïve and crude lines, as though an innocent child did – he draws a deep wound, a bas-relief vermilion stigma, the shape of Latin America dripping blood.
Abstract:
MEMORIAL DA COLUNA PRESTES EM TOCANTINS.
di Teodora M. M. Piccinno
Il progetto fu realizzato nel 2001 a Palmas nel Tocantins, di fronte al Palazzo del Governo. Il Memoriale onora la marcia attraverso il Brasile, dei membri del Movimento della Coluna Prestes e il passaggio nello stato del Tocantins tra il 1924 e il 1927, sotto il comando principale di Carlos Prestes. Il movimento prende il nome dal suo comandante e denunciava la povertà della popolazione e lo sfruttamento dei poveri da parte dei leader politici. Esso fu guidato da militari in forte contrasto con il governo della Vecchia Repubblica e dell’élite agraria e combatteva per ottenere la democrazia.
È il vermelho del sangue ancora una volta ad ispirare Niemeyer: la rampa di accesso al Memoriale, dalla curva sinuosa, che ricorda il MAC di Niteroi, è tinta di rosso nel suo percorso. Essa introduce il visitatore all’esterno verso la scultura in bronzo, che sorge su un piedistallo immerso in una superficie acquea, del Cavaleiro da Luz, che rappresenta Prestes, e che fu realizzata dall’artista Maurìcio Bentes. All’interno, nella grande volta a botte, lo spazio voltato è invece inframmezzato da un lungo corridoio che corre su tutta la lunghezza, dividendo l’area espositiva dall’auditorium.
MEMORIAL DA COLUNA PRESTES EM TOCANTINS.
di Teodora M. M. Piccinno
Il progetto fu realizzato nel 2001 a Palmas nel Tocantins, di fronte al Palazzo del Governo. Il Memoriale onora la marcia attraverso il Brasile, dei membri del Movimento della Coluna Prestes e il passaggio nello stato del Tocantins tra il 1924 e il 1927, sotto il comando principale di Carlos Prestes. Il movimento prende il nome dal suo comandante e denunciava la povertà della popolazione e lo sfruttamento dei poveri da parte dei leader politici. Esso fu guidato da militari in forte contrasto con il governo della Vecchia Repubblica e dell’élite agraria e combatteva per ottenere la democrazia.
È il vermelho del sangue ancora una volta ad ispirare Niemeyer: la rampa di accesso al Memoriale, dalla curva sinuosa, che ricorda il MAC di Niteroi, è tinta di rosso nel suo percorso. Essa introduce il visitatore all’esterno verso la scultura in bronzo, che sorge su un piedistallo immerso in una superficie acquea, del Cavaleiro da Luz, che rappresenta Prestes, e che fu realizzata dall’artista Maurìcio Bentes. All’interno, nella grande volta a botte, lo spazio voltato è invece inframmezzato da un lungo corridoio che corre su tutta la lunghezza, dividendo l’area espositiva dall’auditorium.
Abstract:
MEMORIAL DA COLUNA PRESTES EM TOCANTINS.
by Teodora M. M. Piccinno
The project was realized in 2001 in Palmas, Tocantins, in front of the Government Building. The Memorial honours the march through Brazil faced by the members of the Prestes Column Movement, and their passage through the state of Tocantins between 1924 and 1927, under the command of Carlos Prestes. The movement, taking its name from its commander, denounced the poverty of the population and the exploitation of the poor at the hands of the political leaders. The Movement’s military leadership strongly opposed the government of the Old Republic and the landowners’ elite; they fought for democracy, to end poverty and social injustice.
The vermelho of blood inspires Niemeyer; the access ramp to the Memorial – with a winding curve reminiscent of the Niteroi Contemporary Art Museum – is red. The ramp takes the visitor outside and to the bronze sculpture of the Cavaleiro da Luz, standing on a pedestal that rises from a body of water.
The statue, realized by artist Maurìcio Bentes, represents Prestes. Inside the Memorial, underneath the vast barrel vault, is a vaulted space halved by a long corridor that runs along its whole length, and that divides the exhibition area from the concert hall.
MEMORIAL DA COLUNA PRESTES EM TOCANTINS.
by Teodora M. M. Piccinno
The project was realized in 2001 in Palmas, Tocantins, in front of the Government Building. The Memorial honours the march through Brazil faced by the members of the Prestes Column Movement, and their passage through the state of Tocantins between 1924 and 1927, under the command of Carlos Prestes. The movement, taking its name from its commander, denounced the poverty of the population and the exploitation of the poor at the hands of the political leaders. The Movement’s military leadership strongly opposed the government of the Old Republic and the landowners’ elite; they fought for democracy, to end poverty and social injustice.
The vermelho of blood inspires Niemeyer; the access ramp to the Memorial – with a winding curve reminiscent of the Niteroi Contemporary Art Museum – is red. The ramp takes the visitor outside and to the bronze sculpture of the Cavaleiro da Luz, standing on a pedestal that rises from a body of water.
The statue, realized by artist Maurìcio Bentes, represents Prestes. Inside the Memorial, underneath the vast barrel vault, is a vaulted space halved by a long corridor that runs along its whole length, and that divides the exhibition area from the concert hall.
Abstract:
MEMORIAL MARIA ARAGAO. LOTTARE PER UN IDEALE
di Nicoletta Trasi
Il memoriale di Maria Aragao a São Luiz (nello stato del Maranhao) ricorda un movimento di resistenza di cui questa donna fu la figura di punta: Maria Aragao (1910-1991), oltre ad essere donna di
grande cultura nonché medico e professoressa, è stata leader del Partito Comunista Brasiliano nello stato
di Maranhão e conosciuta per la sua lotta contro il regime militare negli anni ‘60. Nacque in condizioni di estrema povertà, ma presto cercò di superarle; combatté quei pregiudizi tipici dell’inizio secolo scorso come il fatto di essere donna e di colore; fu perseguitata dalla dittatura per il suo sogno di aiutare l’umanità. Durante la sua direzione del quotidiano Tribunal do Povo ha lottato contro la dittatura e come medico, Maria Aragão si dedicò alle cause sociali, combattendo per una società più giusta ed egualitaria come lei stessa affermava. Continua ancora oggi ad essere un riferimento per la lotta popolare e la sua storia è stata oggetto di libri e di film.
MEMORIAL MARIA ARAGAO. LOTTARE PER UN IDEALE
di Nicoletta Trasi
Il memoriale di Maria Aragao a São Luiz (nello stato del Maranhao) ricorda un movimento di resistenza di cui questa donna fu la figura di punta: Maria Aragao (1910-1991), oltre ad essere donna di
grande cultura nonché medico e professoressa, è stata leader del Partito Comunista Brasiliano nello stato
di Maranhão e conosciuta per la sua lotta contro il regime militare negli anni ‘60. Nacque in condizioni di estrema povertà, ma presto cercò di superarle; combatté quei pregiudizi tipici dell’inizio secolo scorso come il fatto di essere donna e di colore; fu perseguitata dalla dittatura per il suo sogno di aiutare l’umanità. Durante la sua direzione del quotidiano Tribunal do Povo ha lottato contro la dittatura e come medico, Maria Aragão si dedicò alle cause sociali, combattendo per una società più giusta ed egualitaria come lei stessa affermava. Continua ancora oggi ad essere un riferimento per la lotta popolare e la sua storia è stata oggetto di libri e di film.
Abstract:
ESCULTURAS DE COPACABANA. LEST WE FORGET
by Nicoletta Trasi
The sculptural group is formed by five pieces, very distinct in vermelho red steel, each of which has a different meaning, but everyone is however the metaphor of that solidarity always invoked by Niemeyer. In 1999, the five sculptures were installed in Leme, the starting stretch of Copacabana’s beach – one of the places Niemeyer loved the most. But Leme is also one of the places most visited by the citizens of Rio (and not only them), in order to the citizens observe and remember, observe and not forget.
Unfortunately, the ‘Copacabana memorial’ remained on the beach only a few months. In 2000 a new mayor, a man incapable of understanding the value of a work of art, and so he ordered to remove it, without any discernible cause and without warning the artist.
ESCULTURAS DE COPACABANA. LEST WE FORGET
by Nicoletta Trasi
The sculptural group is formed by five pieces, very distinct in vermelho red steel, each of which has a different meaning, but everyone is however the metaphor of that solidarity always invoked by Niemeyer. In 1999, the five sculptures were installed in Leme, the starting stretch of Copacabana’s beach – one of the places Niemeyer loved the most. But Leme is also one of the places most visited by the citizens of Rio (and not only them), in order to the citizens observe and remember, observe and not forget.
Unfortunately, the ‘Copacabana memorial’ remained on the beach only a few months. In 2000 a new mayor, a man incapable of understanding the value of a work of art, and so he ordered to remove it, without any discernible cause and without warning the artist.
Abstract:
ESCULTURAS DE COPACABANA. PER NON DIMENTICARE
di Nicoletta Trasi
Il gruppo scultoreo è formato da cinque pezzi, ben distinti in acciaio colorato rosso vermiglio, ognuno dei quali ha un significato diverso, ma che nell’insieme comunque sono la metafora di quella solidarietà sempre invocata da Niemeyer. Le cinque sculture nel 1999 furono installate sulla spiaggia di Copacabana nel tratto iniziale di Leme, luogo tra i più amati da Niemeyer. Ma anche luogo tra i più frequentati dai cittadini di Rio (e non solo), proprio affinché i passanti potessero osservare e ricordare, osservare e non dimenticare.
Purtroppo, il ‘memoriale di Copacabana’ rimase solo pochi mesi sulla spiaggia perché nel 2000 venne un
nuovo sindaco incapace di comprendere il valore di un’opera d’arte, e quindi ordinò di rimuoverla,
senza una apparente ragione e senza avvisarne l’autore.
ESCULTURAS DE COPACABANA. PER NON DIMENTICARE
di Nicoletta Trasi
Il gruppo scultoreo è formato da cinque pezzi, ben distinti in acciaio colorato rosso vermiglio, ognuno dei quali ha un significato diverso, ma che nell’insieme comunque sono la metafora di quella solidarietà sempre invocata da Niemeyer. Le cinque sculture nel 1999 furono installate sulla spiaggia di Copacabana nel tratto iniziale di Leme, luogo tra i più amati da Niemeyer. Ma anche luogo tra i più frequentati dai cittadini di Rio (e non solo), proprio affinché i passanti potessero osservare e ricordare, osservare e non dimenticare.
Purtroppo, il ‘memoriale di Copacabana’ rimase solo pochi mesi sulla spiaggia perché nel 2000 venne un
nuovo sindaco incapace di comprendere il valore di un’opera d’arte, e quindi ordinò di rimuoverla,
senza una apparente ragione e senza avvisarne l’autore.
Abstract:
ESCULTURAS DE COPACABANA. LEST WE FORGET
by Nicoletta Trasi
The sculptural group is formed by five pieces, very distinct in vermelho red steel, each of which has a different meaning, but everyone is however the metaphor of that solidarity always invoked by Niemeyer. In 1999, the five sculptures were installed in Leme, the starting stretch of Copacabana’s beach – one of the places Niemeyer loved the most. But Leme is also one of the places most visited by the citizens of Rio (and not only them), in order to the citizens observe and remember, observe and not forget.
Unfortunately, the ‘Copacabana memorial’ remained on the beach only a few months. In 2000 a new mayor, a man incapable of understanding the value of a work of art, and so he ordered to remove it, without any discernible cause and without warning the artist.
ESCULTURAS DE COPACABANA. LEST WE FORGET
by Nicoletta Trasi
The sculptural group is formed by five pieces, very distinct in vermelho red steel, each of which has a different meaning, but everyone is however the metaphor of that solidarity always invoked by Niemeyer. In 1999, the five sculptures were installed in Leme, the starting stretch of Copacabana’s beach – one of the places Niemeyer loved the most. But Leme is also one of the places most visited by the citizens of Rio (and not only them), in order to the citizens observe and remember, observe and not forget.
Unfortunately, the ‘Copacabana memorial’ remained on the beach only a few months. In 2000 a new mayor, a man incapable of understanding the value of a work of art, and so he ordered to remove it, without any discernible cause and without warning the artist.
Abstract:
STELE IN MEMORIA DELLE BRIGADES INTERNATIONALES. UN PICCOLO MONUMENTO PER UNA GRANDE LOTTA
di Andrea Valeriani
Con uno spirito da sempre predisposto alla celebrazione dell’eroismo rivoluzionario, Oscar Niemeyer disegna nel 1999 una stele in memoria dei militanti delle Brigades Internationales, che combatterono contro Francisco Franco negli anni della Guerra Civile spagnola (1936-1939). L’opera accoglie i visitatori all’entrata del giardino del Musée de la Résistance Nationale a Champigny-sur-Marne, nella banlieue sud-est di Parigi. È un oggetto di dimensioni contenute: un blocco di cemento di quattro metri, di cui tre fuori terra, cui viene a sua volta applicata una lastra in marmo. Un parallelepipedo bianchissimo, che intende invocare la pace e la pietà per i combattenti caduti nella lotta al nazi-fascismo in Spagna. L’omaggio ai martiri è rappresentato da una mano che lascia cadere dei fiori sulla salma appena abbozzata di un militante disteso a terra, esanime in una pozza di sangue, ma che ancora tiene stretto con forza il fucile che lo ha accompagnato nella propria lotta.
STELE IN MEMORIA DELLE BRIGADES INTERNATIONALES. UN PICCOLO MONUMENTO PER UNA GRANDE LOTTA
di Andrea Valeriani
Con uno spirito da sempre predisposto alla celebrazione dell’eroismo rivoluzionario, Oscar Niemeyer disegna nel 1999 una stele in memoria dei militanti delle Brigades Internationales, che combatterono contro Francisco Franco negli anni della Guerra Civile spagnola (1936-1939). L’opera accoglie i visitatori all’entrata del giardino del Musée de la Résistance Nationale a Champigny-sur-Marne, nella banlieue sud-est di Parigi. È un oggetto di dimensioni contenute: un blocco di cemento di quattro metri, di cui tre fuori terra, cui viene a sua volta applicata una lastra in marmo. Un parallelepipedo bianchissimo, che intende invocare la pace e la pietà per i combattenti caduti nella lotta al nazi-fascismo in Spagna. L’omaggio ai martiri è rappresentato da una mano che lascia cadere dei fiori sulla salma appena abbozzata di un militante disteso a terra, esanime in una pozza di sangue, ma che ancora tiene stretto con forza il fucile che lo ha accompagnato nella propria lotta.
Abstract:
MEMORIAL STONE FOR THE BRIGADES INTERNATIONALES. A SMALL MONUMENT FOR A GREAT FIGHT
by Andrea Valeriani
Oscar Niemeyer has always had a spirit given to celebrating revolutionary heroism, that’s why he designed in 1999 a memorial stone to honour the Brigades Internationales, which fought against Francisco Franco during the Spanish Civil War (1936-1939).
The work welcomes the visitor at the entrance of the garden of the Musée de la Résistance Nationale, in Champigny-sur-Marne, south-east banlieue of Paris. It’s an object of diminutive size: a four-metre cement block, three above ground, and a marble slab applied to it. A snow-white parallelepiped, its limpidity an invocation of peace and compassion for the combatants who fell in the fight against Nazi-fascism in Spain. The homage to the martyrs is symbolized by a hand scattering flowers on the barely-defined corpse of a militant lying on the ground; the combatant lies lifeless in a pool of blood, but he still clutches tightly the rifle that stayed with him during his battle.
MEMORIAL STONE FOR THE BRIGADES INTERNATIONALES. A SMALL MONUMENT FOR A GREAT FIGHT
by Andrea Valeriani
Oscar Niemeyer has always had a spirit given to celebrating revolutionary heroism, that’s why he designed in 1999 a memorial stone to honour the Brigades Internationales, which fought against Francisco Franco during the Spanish Civil War (1936-1939).
The work welcomes the visitor at the entrance of the garden of the Musée de la Résistance Nationale, in Champigny-sur-Marne, south-east banlieue of Paris. It’s an object of diminutive size: a four-metre cement block, three above ground, and a marble slab applied to it. A snow-white parallelepiped, its limpidity an invocation of peace and compassion for the combatants who fell in the fight against Nazi-fascism in Spain. The homage to the martyrs is symbolized by a hand scattering flowers on the barely-defined corpse of a militant lying on the ground; the combatant lies lifeless in a pool of blood, but he still clutches tightly the rifle that stayed with him during his battle.
Abstract:
OSCAR NIEMEYER: CREDERE NELL’ARTE E NELLA MODERNITÀ
di Rosalba Belibani
Curatrice della rubrica ‘Territori digitali’, Belibani mette in rilievo l’aspetto della comunicazione del progetto nell’opera di Niemeyer, partendo dai suoi famosi schizzi a mano. È unica, infatti, l’espressività sintetica dei suoi schizzi accompagnati spesso da una necessaria explicação, un breve scritto illustrativo, che trasformano la trasmissione in una anticipazione del prodotto multimediale, una visualizzazione emotiva costituita da più media, il disegno e il commento. In una intervista concessa a Nicoletta
Trasi, in risposta a una domanda diretta sull’uso del computer, afferma di procedere all’antico modo, come Gaudí, come Filippo Calendario (architetto del 1340), come gli egiziani e sostiene che la cosa
più importante per un architetto è saper visualizzare il proprio progetto, proprio ciò che la virtualità oggi facilmente permette di esperire. Solo in tarda età, quasi centenario, si affida al genero per tradurre nel computer alcuni progetti, ma i risultati oggi non sono degni di nota, così freddi e schematici.
OSCAR NIEMEYER: CREDERE NELL’ARTE E NELLA MODERNITÀ
di Rosalba Belibani
Curatrice della rubrica ‘Territori digitali’, Belibani mette in rilievo l’aspetto della comunicazione del progetto nell’opera di Niemeyer, partendo dai suoi famosi schizzi a mano. È unica, infatti, l’espressività sintetica dei suoi schizzi accompagnati spesso da una necessaria explicação, un breve scritto illustrativo, che trasformano la trasmissione in una anticipazione del prodotto multimediale, una visualizzazione emotiva costituita da più media, il disegno e il commento. In una intervista concessa a Nicoletta
Trasi, in risposta a una domanda diretta sull’uso del computer, afferma di procedere all’antico modo, come Gaudí, come Filippo Calendario (architetto del 1340), come gli egiziani e sostiene che la cosa
più importante per un architetto è saper visualizzare il proprio progetto, proprio ciò che la virtualità oggi facilmente permette di esperire. Solo in tarda età, quasi centenario, si affida al genero per tradurre nel computer alcuni progetti, ma i risultati oggi non sono degni di nota, così freddi e schematici.
Abstract:
OSCAR NIEMEYER: BELIEVING IN ART AND MODERNITY
by Rosalba Belibani
Curator of the column ‘Digital’, R. Belibani highlights the aspect of communication of the project in Niemeyer’s work, starting from his famous sketches by hand. Indeed, the concise expressiveness
of his sketches, often complemented by a necessary explicação, or a short description, is nothing but unique.
They effectively transformed communication in an anticipation of the multimedia product, an emotional visualization that included several media along with drawing and description.
When Nicoletta Trasi questioned him directly about the use of computers, he said that he still worked in an old-fashioned manner, like Gaudí, Filippo Calendario (a fourteenth Century italian architect), or the Egyptians. More importantly, he argued that an architect should be able to visualize his design, a result we achieve even more easily today by relying on virtual reality. Only when he was nearing 100 years of age, did he allow his son-in-law to use a computer to transfer some of his designs. Seen today, however, the cold and schematic results are unremarkable.
OSCAR NIEMEYER: BELIEVING IN ART AND MODERNITY
by Rosalba Belibani
Curator of the column ‘Digital’, R. Belibani highlights the aspect of communication of the project in Niemeyer’s work, starting from his famous sketches by hand. Indeed, the concise expressiveness
of his sketches, often complemented by a necessary explicação, or a short description, is nothing but unique.
They effectively transformed communication in an anticipation of the multimedia product, an emotional visualization that included several media along with drawing and description.
When Nicoletta Trasi questioned him directly about the use of computers, he said that he still worked in an old-fashioned manner, like Gaudí, Filippo Calendario (a fourteenth Century italian architect), or the Egyptians. More importantly, he argued that an architect should be able to visualize his design, a result we achieve even more easily today by relying on virtual reality. Only when he was nearing 100 years of age, did he allow his son-in-law to use a computer to transfer some of his designs. Seen today, however, the cold and schematic results are unremarkable.
Abstract:
OSCAR NIEMEYER: INVENZIONE, FORMA, STRUTTURA
di Roberta Lucente
Curatrice della rubrica ‘Intersezioni linguistiche’, Lucente mette in rilievo il rapporto tra forma e struttura nell’opera di Niemeyer, ma ancor prima mette in risalto la sua poliedrica personalità : architetto, urbanista, scrittore, poeta, artista, scultore, industrial designer, attivista politico; e ancor prima uomo e cittadino, partecipe e testimone accorato di una umanità tormentata e dolente.
L’innovazione formale, perseguita a ogni nuova occasione progettuale come obiettivo intrinseco e ragione prima dell’architettura, volta a destare sorpresa nei suoi fruitori come di fronte a qualcosa di “inatteso” e “imprevisto”, trae dunque, nell’opera di Niemeyer, linfa e sostanza dall’arditezza strutturale; da lui ricercata nell’alveo dell’enorme potenziale del cemento armato, che diviene perciò suo materiale d’elezione, veicolo attraverso il quale “avere accesso a un mondo di curve” da modellare e intagliare come “sculture”.
OSCAR NIEMEYER: INVENZIONE, FORMA, STRUTTURA
di Roberta Lucente
Curatrice della rubrica ‘Intersezioni linguistiche’, Lucente mette in rilievo il rapporto tra forma e struttura nell’opera di Niemeyer, ma ancor prima mette in risalto la sua poliedrica personalità : architetto, urbanista, scrittore, poeta, artista, scultore, industrial designer, attivista politico; e ancor prima uomo e cittadino, partecipe e testimone accorato di una umanità tormentata e dolente.
L’innovazione formale, perseguita a ogni nuova occasione progettuale come obiettivo intrinseco e ragione prima dell’architettura, volta a destare sorpresa nei suoi fruitori come di fronte a qualcosa di “inatteso” e “imprevisto”, trae dunque, nell’opera di Niemeyer, linfa e sostanza dall’arditezza strutturale; da lui ricercata nell’alveo dell’enorme potenziale del cemento armato, che diviene perciò suo materiale d’elezione, veicolo attraverso il quale “avere accesso a un mondo di curve” da modellare e intagliare come “sculture”.
Abstract:
OSCAR NIEMEYER: INVENTION, FORM, STRUCTURE
by Roberta Lucente
Curator of the column “Language’s intersections”, Lucente highlights the relationship between form and structure in Niemeyer’s work, but even before it highlights its multi-faceted personality: architect, urban planner, writer, poet, artist, sculptor, industrial designer, political activist – and, most importantly, a man and a citizen who cared and deeply felt for a tormented and pained humanity.
The formal innovation Niemeyer invariably pursued in his work as an implicit goal and a primary reason for architecture, as well as a way to elicit surprise in its users due to its “unexpected” and “unforeseen” quality, was firmly rooted in and inspired by the structural boldness made possible by the huge potential of reinforced concrete. This would become his favorite material as the medium through which he could “gain access to a world of curves” that lent themselves to be “sculpturally” shaped and carved.
OSCAR NIEMEYER: INVENTION, FORM, STRUCTURE
by Roberta Lucente
Curator of the column “Language’s intersections”, Lucente highlights the relationship between form and structure in Niemeyer’s work, but even before it highlights its multi-faceted personality: architect, urban planner, writer, poet, artist, sculptor, industrial designer, political activist – and, most importantly, a man and a citizen who cared and deeply felt for a tormented and pained humanity.
The formal innovation Niemeyer invariably pursued in his work as an implicit goal and a primary reason for architecture, as well as a way to elicit surprise in its users due to its “unexpected” and “unforeseen” quality, was firmly rooted in and inspired by the structural boldness made possible by the huge potential of reinforced concrete. This would become his favorite material as the medium through which he could “gain access to a world of curves” that lent themselves to be “sculpturally” shaped and carved.
Abstract:
NIEMEYER E LA TRASFORMAZIONE DI UN’AREA ABBANDONATA: IL CAMPUS UNIVERSITARIO DI COSTANTINE, ALGERIA 1968-72
di Maurizio Petrangeli
Curatore della rubrica ‘Trasformazioni’, Petrangeli ci parla di un famoso progetto di trasformazione urbana e paesaggistica che Niemeyer realizzò in Algeria nel 1972 : il Campus universitario di Costantina, che nasceva su un sito abbandonato posto su un altipiano, da cui si gode una splendida vista dell’antica Costantine.
NIEMEYER E LA TRASFORMAZIONE DI UN’AREA ABBANDONATA: IL CAMPUS UNIVERSITARIO DI COSTANTINE, ALGERIA 1968-72
di Maurizio Petrangeli
Curatore della rubrica ‘Trasformazioni’, Petrangeli ci parla di un famoso progetto di trasformazione urbana e paesaggistica che Niemeyer realizzò in Algeria nel 1972 : il Campus universitario di Costantina, che nasceva su un sito abbandonato posto su un altipiano, da cui si gode una splendida vista dell’antica Costantine.
Abstract:
NIEMEYER AND THE TRANSFORMATION OF AN ABANDONED AREA: THE UNIVERSITY CAMPUS OF CONSTANTINE, ALGERIA 1968-72
by Maurizio Petrangeli
Curator of the column “Transformations” section, Petrangeli talks about a famous urban and landscape transformation project that Niemeyer created in Algeria in 1972: the University campus of Constantine, which was born on an abandoned site set on a plateau, with amazing views over the old city of Constantine.
NIEMEYER AND THE TRANSFORMATION OF AN ABANDONED AREA: THE UNIVERSITY CAMPUS OF CONSTANTINE, ALGERIA 1968-72
by Maurizio Petrangeli
Curator of the column “Transformations” section, Petrangeli talks about a famous urban and landscape transformation project that Niemeyer created in Algeria in 1972: the University campus of Constantine, which was born on an abandoned site set on a plateau, with amazing views over the old city of Constantine.
Abstract:
ARCHITETTURA & DINTORNI
di Maria Intrieri
Curatrice della sezione ‘Architettura e dintorni’, M. Intrieri racconta tutti gli eventi che ci sono stati in giro per il mondo per la scomparsa di Oscar Niemeyer nel 2012. Ma la notorietà di Niemeyer è legata anche ad opere ‘pop’ che hanno il valore di portare le sue idee alla gente comune. Ecco allora che lo troviamo catapultato nel cartoon dei Simpson o sulla tomaia di una Converse con il suo Poema da curva o con uno dei
suoi tanti schizzi sul quadrante di uno Swatch o ancora a rappresentare con il suo volto il Re di Picche su una carta da Poker.
ARCHITETTURA & DINTORNI
di Maria Intrieri
Curatrice della sezione ‘Architettura e dintorni’, M. Intrieri racconta tutti gli eventi che ci sono stati in giro per il mondo per la scomparsa di Oscar Niemeyer nel 2012. Ma la notorietà di Niemeyer è legata anche ad opere ‘pop’ che hanno il valore di portare le sue idee alla gente comune. Ecco allora che lo troviamo catapultato nel cartoon dei Simpson o sulla tomaia di una Converse con il suo Poema da curva o con uno dei
suoi tanti schizzi sul quadrante di uno Swatch o ancora a rappresentare con il suo volto il Re di Picche su una carta da Poker.
Abstract:
OVERLOOKING ARCHITECTURE
by Maria Intrieri
Curator of the section “Overlooking Architecture”, Intrieri recounts all the events that have been around the world for the disappearance of Oscar Niemeyer in 2012. But Niemeyer’s renown also derives from a host of ‘pop’ homages that should be credited with making his ideas accessible to common people. There are several examples, including his appearance in an episode of The Simpsons; his Poema da curva printed on the upper of a Converse shoe; one of his many sketches reproduced on a Swatch clock-face, or even his likeness used as the Kind of Spades in a poker cards deck.
OVERLOOKING ARCHITECTURE
by Maria Intrieri
Curator of the section “Overlooking Architecture”, Intrieri recounts all the events that have been around the world for the disappearance of Oscar Niemeyer in 2012. But Niemeyer’s renown also derives from a host of ‘pop’ homages that should be credited with making his ideas accessible to common people. There are several examples, including his appearance in an episode of The Simpsons; his Poema da curva printed on the upper of a Converse shoe; one of his many sketches reproduced on a Swatch clock-face, or even his likeness used as the Kind of Spades in a poker cards deck.