Quarta di copertina
Il numero di Metamorfosi dedicato al tema dei Percorsi del sacro riguarda lo studio di microarchitetture spirituali inserite nella natura, raggiungibili dopo aver percorso dei lunghi tragitti immersi in paesaggi molto differenti tra loro ma ugualmente suggestivi e dotati di un’identità chiara e riconoscibile. Le occasioni sono molteplici e le più diverse, cosi come i luoghi e le motivazioni del loro essere, ma in tutti i casi si tratta di spazi essenziali in cui sperimentare la presenza del divino in comunione con il tutto senza costrizioni liturgiche e nel silenzio del creato.
Back cover
The issue of Metamorfosi dedicated to the Sacred pathways concerns the study of spiritual micro-architectures inserted in nature, reachable after having traveled long journeys immersed in very different but equally suggestive landscapes characterised by a clear and recognizable identity. The occasions are many and the most diverse, as well as the places and the reasons for their being, but in all cases they are essential spaces in which we may experience the presence of the divine in communion with “the whole thing” without liturgical constraints and in the silence of creation.
Il numero di Metamorfosi dedicato al tema dei Percorsi del sacro riguarda lo studio di microarchitetture spirituali inserite nella natura, raggiungibili dopo aver percorso dei lunghi tragitti immersi in paesaggi molto differenti tra loro ma ugualmente suggestivi e dotati di un’identità chiara e riconoscibile. Le occasioni sono molteplici e le più diverse, cosi come i luoghi e le motivazioni del loro essere, ma in tutti i casi si tratta di spazi essenziali in cui sperimentare la presenza del divino in comunione con il tutto senza costrizioni liturgiche e nel silenzio del creato.
Back cover
The issue of Metamorfosi dedicated to the Sacred pathways concerns the study of spiritual micro-architectures inserted in nature, reachable after having traveled long journeys immersed in very different but equally suggestive landscapes characterised by a clear and recognizable identity. The occasions are many and the most diverse, as well as the places and the reasons for their being, but in all cases they are essential spaces in which we may experience the presence of the divine in communion with “the whole thing” without liturgical constraints and in the silence of creation.
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Editoriale / Editorial
4 Gabriele De Giorgi, La campagna ci salverà? / Will countryside save us?
Tema monografico / Monographic Theme
10 Percorsi del sacro / Sacred pathways a cura di / edited by Guendalina Salimei
Contributi / Contributions
10 Guendalina Salimei, Percorsi Del Sacro. Piccole Architetture Spirituali Nella Natura / Sacred Pathways. Small Spiritual Architectures In Nature
20 Maria Chiara Giorda, Territori, spazi e luoghi religiosi / Territories, spaces and religious places
Progetti / Projects
Itinerari / Trails
30 Anna Riciputo, 6+1 chiese dipinte / 6+1 tremlett’s walldrawings
36 Gius Ciotoli, Ruta del peregrino / Pilgrim’s route
Landmark / Landmark
44 Gius Ciotoli, Cappella di San Benedetto / Caplutta Sogn Benedetg
46 Angela Fiorelli, Cappella a Valleacerón / Chapel in Valleacerón
48 Gius Ciotoli, Cappella di San Nicolao / Bruder Klaus kapelle
50 Michele Astone, Cappella nel bosco / A chapel in the woods
Capanna / Shed
52 Angela Fiorelli, Cappella a Oberrealta / Oberrealta Chapel
54 Anna Riciputo, Seashore Chapel / Seashore chapel
58 Michele Astone, A-Chapel / A-Chapel
60 Angela Fiorelli, Cappella del silenzio / Chapel of silence
62 Angela Fiorelli, Cappella a Sacromonte / Sacromonte chapel
66 Gius Ciotoli, Cappella nel Saya park / Saya park chapel
Recinto / Fence
70 Michele Astone, Glass chapel / Glass chapel
72 Gius Ciotoli, Cappella della Riconciliazione / Chapel of Reconciliation
74 Anna Riciputo, Padiglione di preghiera e meditazione / Prayer and meditation pavilion
78 Michele Astone, Cappella di Maria Magdalena / Maria Magdalena chapel
80 Gius Ciotoli, Capela do monte / Hillside chapel
Caverna / Cavern
82 Anna Riciputo, Chiesa Ecumenica d’Arte di S. Enrico / St Henry’s Ecumenical Art chapel
84 Anna Riciputo, Cappella a Bataan / Bataan chapel
88 Michele Astone, Chiesa sull’autostrada / Maria Magdalena chapel
Diaframma / Diaphragm
90 Angela Fiorelli, Reading between the lines / Reading between the lines
92 Anna Riciputo, Capela Joá / Joá Chapel
94 Michele Astone, Birch Moss chapel / Birch Moss chapel
98 Michele Astone, Basilica di Siponto / Siponto ancient roman basilica
Rubriche / Columns
Soglie urbane / urban thresholds
104 Anna Riciputo, Peregrinatio conclusa in insula Memmia. Padiglione della Santa Sede alla 16ª Biennale di Architettura di Venezia 2018 / Peregrinatio conclusa in insula Memmia. the pavilion of the Holy See, 16th international architecture exhibition, Biennale di Venezia 2018
Avanguardie / Avant-garde
114 Gabriele De Giorgi, Omaggio a Gehry per i suoi 91 anni / Tribute to Gehry on his 91st birthday
Intersezioni linguistiche / Languages’ intersections
120 Stefania Mornati, La chiesa Dio Padre Misericordioso di Richard Meier: architettura e costruzione / Richard Meier’s church of God the Merciful Father: architecture and construction
Catastrofi/ Disaster otherwere
128 Giulia Condulmari, Architettura con le ruote. Una ipotesi di sperimentazione urbana in tempi di pandemia / Architecture through wheels. Proposal of urban experimentation in times of pandemic
Colofon / Colophon
Traduzione di / translation by A.T.I. Traduzioni e Interpretariato
Impaginazione / book design Stefano Perrotta
Editoriale / Editorial
4 Gabriele De Giorgi, La campagna ci salverà? / Will countryside save us?
Tema monografico / Monographic Theme
10 Percorsi del sacro / Sacred pathways a cura di / edited by Guendalina Salimei
Contributi / Contributions
10 Guendalina Salimei, Percorsi Del Sacro. Piccole Architetture Spirituali Nella Natura / Sacred Pathways. Small Spiritual Architectures In Nature
20 Maria Chiara Giorda, Territori, spazi e luoghi religiosi / Territories, spaces and religious places
Progetti / Projects
Itinerari / Trails
30 Anna Riciputo, 6+1 chiese dipinte / 6+1 tremlett’s walldrawings
36 Gius Ciotoli, Ruta del peregrino / Pilgrim’s route
Landmark / Landmark
44 Gius Ciotoli, Cappella di San Benedetto / Caplutta Sogn Benedetg
46 Angela Fiorelli, Cappella a Valleacerón / Chapel in Valleacerón
48 Gius Ciotoli, Cappella di San Nicolao / Bruder Klaus kapelle
50 Michele Astone, Cappella nel bosco / A chapel in the woods
Capanna / Shed
52 Angela Fiorelli, Cappella a Oberrealta / Oberrealta Chapel
54 Anna Riciputo, Seashore Chapel / Seashore chapel
58 Michele Astone, A-Chapel / A-Chapel
60 Angela Fiorelli, Cappella del silenzio / Chapel of silence
62 Angela Fiorelli, Cappella a Sacromonte / Sacromonte chapel
66 Gius Ciotoli, Cappella nel Saya park / Saya park chapel
Recinto / Fence
70 Michele Astone, Glass chapel / Glass chapel
72 Gius Ciotoli, Cappella della Riconciliazione / Chapel of Reconciliation
74 Anna Riciputo, Padiglione di preghiera e meditazione / Prayer and meditation pavilion
78 Michele Astone, Cappella di Maria Magdalena / Maria Magdalena chapel
80 Gius Ciotoli, Capela do monte / Hillside chapel
Caverna / Cavern
82 Anna Riciputo, Chiesa Ecumenica d’Arte di S. Enrico / St Henry’s Ecumenical Art chapel
84 Anna Riciputo, Cappella a Bataan / Bataan chapel
88 Michele Astone, Chiesa sull’autostrada / Maria Magdalena chapel
Diaframma / Diaphragm
90 Angela Fiorelli, Reading between the lines / Reading between the lines
92 Anna Riciputo, Capela Joá / Joá Chapel
94 Michele Astone, Birch Moss chapel / Birch Moss chapel
98 Michele Astone, Basilica di Siponto / Siponto ancient roman basilica
Rubriche / Columns
Soglie urbane / urban thresholds
104 Anna Riciputo, Peregrinatio conclusa in insula Memmia. Padiglione della Santa Sede alla 16ª Biennale di Architettura di Venezia 2018 / Peregrinatio conclusa in insula Memmia. the pavilion of the Holy See, 16th international architecture exhibition, Biennale di Venezia 2018
Avanguardie / Avant-garde
114 Gabriele De Giorgi, Omaggio a Gehry per i suoi 91 anni / Tribute to Gehry on his 91st birthday
Intersezioni linguistiche / Languages’ intersections
120 Stefania Mornati, La chiesa Dio Padre Misericordioso di Richard Meier: architettura e costruzione / Richard Meier’s church of God the Merciful Father: architecture and construction
Catastrofi/ Disaster otherwere
128 Giulia Condulmari, Architettura con le ruote. Una ipotesi di sperimentazione urbana in tempi di pandemia / Architecture through wheels. Proposal of urban experimentation in times of pandemic
Colofon / Colophon
Traduzione di / translation by A.T.I. Traduzioni e Interpretariato
Impaginazione / book design Stefano Perrotta
Abstract:
LA CAMPAGNA CI SALVERÀ?
di Gabriele De Giorgi
Nella recente mostra al Museo Guggenheim di New York “La campagna, come futuro della vita”, ( fino al 14 agosto 2020) Rem Koolhaas sostiene l’urgenza della “esplorazione di un regno a lungo trascurato e della sua sublime bellezza”. Questo numero monografico di “Metamorfosi” dedicato ai Percorsi del sacro, si muove tra campagne, foreste, boschi e luoghi collinari, partecipe del grande assunto illustrato da Koolhaas, cioè come parte, sebbene piccola, del tema campestre. Vi si dichiara implicitamente che la campagna non è categoria generalizzabile, ma è terreno da studiare, analizzare, elaborare nei singoli siti, con le sue storie e trasformazioni, culture e tradizioni, senza tuttavia regredire a livelli obsoleti. Ricerca e innovazione costituiscono le basi per operare nei suoi reticoli trasformativi.
LA CAMPAGNA CI SALVERÀ?
di Gabriele De Giorgi
Nella recente mostra al Museo Guggenheim di New York “La campagna, come futuro della vita”, ( fino al 14 agosto 2020) Rem Koolhaas sostiene l’urgenza della “esplorazione di un regno a lungo trascurato e della sua sublime bellezza”. Questo numero monografico di “Metamorfosi” dedicato ai Percorsi del sacro, si muove tra campagne, foreste, boschi e luoghi collinari, partecipe del grande assunto illustrato da Koolhaas, cioè come parte, sebbene piccola, del tema campestre. Vi si dichiara implicitamente che la campagna non è categoria generalizzabile, ma è terreno da studiare, analizzare, elaborare nei singoli siti, con le sue storie e trasformazioni, culture e tradizioni, senza tuttavia regredire a livelli obsoleti. Ricerca e innovazione costituiscono le basi per operare nei suoi reticoli trasformativi.
Abstract:
WILL COUNTRYSIDE SAVE US?
by Gabriele De Giorgi
In the exhibition recently held at the Guggenheim Museum of New York, “Countryside. The Future”(on until August 14, 2020),Rem Koolhaasargues for “an urgent exploration of a long-neglected realm and its sublime beauty”. This monographic issue of “Metamorfosi” devoted to Sacred Paths, embraces countryside, forests, woods and hilly landscapes, in synch with the great argument illustrated by Koolhaas, therefore as a part, albeit a small one, of the rural issue. All of these designs implicitly declare that countryside is not a generalizable category – it is rather a ground that should be studied, analyzed, developed in the individual sites, with its stories and transformations, cultures and traditions, all without regressing to obsolete levels. Research and innovation are the bases for working into its transformational networks.
WILL COUNTRYSIDE SAVE US?
by Gabriele De Giorgi
In the exhibition recently held at the Guggenheim Museum of New York, “Countryside. The Future”(on until August 14, 2020),Rem Koolhaasargues for “an urgent exploration of a long-neglected realm and its sublime beauty”. This monographic issue of “Metamorfosi” devoted to Sacred Paths, embraces countryside, forests, woods and hilly landscapes, in synch with the great argument illustrated by Koolhaas, therefore as a part, albeit a small one, of the rural issue. All of these designs implicitly declare that countryside is not a generalizable category – it is rather a ground that should be studied, analyzed, developed in the individual sites, with its stories and transformations, cultures and traditions, all without regressing to obsolete levels. Research and innovation are the bases for working into its transformational networks.
Abstract:
TEMA MONOGRAFICO: PERCORSI DEL SACRO
di Guendalina Salimei
L’architettura contemporanea è campo di sperimentazioni formali e semantiche in cui l’eterno interrogarsi dell’uomo rispetto al suo ruolo tra il divino e il creato trova terreno fertile per la ricerca di simbologie e conformazioni capaci di assecondare infinite intuizioni. In questo numero monografico sono state raccolte alcune tra le più recenti microarchitetture sacre in bilico tra la natura e l’artificio, raggruppate secondo la caratteristica più riconoscibile – sebbene nella maggior parte dei casi si muovano su terreni semantici plurimi e ibridi. Sotto “itinerari”, sono state riunite quelle architetture caratterizzate dall’avere tra loro una relazione di qualche tipo dando vita a un sistema diffuso progettato come un viaggio che prevede delle tappe; con la definizione di landmark si individua la capacità di questi edifici di divenire punti di riferimento visivi, potenziali traguardi fisici di un territorio, oppure traguardi mentali di un concetto tematico o anche, semplicemente, come elementi simbolici; i temi del recinto, della capanna e della caverna raccontano la possibilità di rintracciare in queste microarchitetture sacre degli archetipi originari a cui è stata data una interessante reinterpretazione contemporanea; in ultimo il tema del diaframma accomuna un gruppo di cappelle nate come installazioni artistiche e che come tali hanno una caratteristica di essere oggetti astratti, quasi delle architetture effimere.
TEMA MONOGRAFICO: PERCORSI DEL SACRO
di Guendalina Salimei
L’architettura contemporanea è campo di sperimentazioni formali e semantiche in cui l’eterno interrogarsi dell’uomo rispetto al suo ruolo tra il divino e il creato trova terreno fertile per la ricerca di simbologie e conformazioni capaci di assecondare infinite intuizioni. In questo numero monografico sono state raccolte alcune tra le più recenti microarchitetture sacre in bilico tra la natura e l’artificio, raggruppate secondo la caratteristica più riconoscibile – sebbene nella maggior parte dei casi si muovano su terreni semantici plurimi e ibridi. Sotto “itinerari”, sono state riunite quelle architetture caratterizzate dall’avere tra loro una relazione di qualche tipo dando vita a un sistema diffuso progettato come un viaggio che prevede delle tappe; con la definizione di landmark si individua la capacità di questi edifici di divenire punti di riferimento visivi, potenziali traguardi fisici di un territorio, oppure traguardi mentali di un concetto tematico o anche, semplicemente, come elementi simbolici; i temi del recinto, della capanna e della caverna raccontano la possibilità di rintracciare in queste microarchitetture sacre degli archetipi originari a cui è stata data una interessante reinterpretazione contemporanea; in ultimo il tema del diaframma accomuna un gruppo di cappelle nate come installazioni artistiche e che come tali hanno una caratteristica di essere oggetti astratti, quasi delle architetture effimere.
Abstract:
MONOGRAPHIC THEME: SACRED PATHWAYS
by Guendalina Salimei
Contemporary architecture is a field of formal and semantic experimentation, in which humankind’s eternal wondering about its role between the divine and creation finds fertile ground for the search for symbologies and conformations capable of indulging countless intuitions. This single-theme issue collects some of the most recent sacred microarchitectures poised between nature and artifice, grouped by their most recognizable feature – although in most cases they are moving on multiple, hybrid semantic terrain. “Itineraries” groups together those architectures characterized by having some sort of relationship with one another, giving rise to a diffuse system designed as a journey in stages; “Landmark” defines these buildings’ ability to become a territory’s visual reference points and potential physical milestones, or mental milestones of a thematic concept, or also, simply, symbolic elements; the themes of the enclosure, the shed and the cavern recount the ability to trace, in these microarchitectures, original archetypes that have been given an interesting contemporary reinterpretation; lastly, the theme of the diaphragm groups together chapels created as artistic installations, and that as such have a characteristic of being abstract objects, and almost ephemeral architectures.
MONOGRAPHIC THEME: SACRED PATHWAYS
by Guendalina Salimei
Contemporary architecture is a field of formal and semantic experimentation, in which humankind’s eternal wondering about its role between the divine and creation finds fertile ground for the search for symbologies and conformations capable of indulging countless intuitions. This single-theme issue collects some of the most recent sacred microarchitectures poised between nature and artifice, grouped by their most recognizable feature – although in most cases they are moving on multiple, hybrid semantic terrain. “Itineraries” groups together those architectures characterized by having some sort of relationship with one another, giving rise to a diffuse system designed as a journey in stages; “Landmark” defines these buildings’ ability to become a territory’s visual reference points and potential physical milestones, or mental milestones of a thematic concept, or also, simply, symbolic elements; the themes of the enclosure, the shed and the cavern recount the ability to trace, in these microarchitectures, original archetypes that have been given an interesting contemporary reinterpretation; lastly, the theme of the diaphragm groups together chapels created as artistic installations, and that as such have a characteristic of being abstract objects, and almost ephemeral architectures.
Abstract:
PERCORSI DEL SACRO. MICROARCHITETTURE SPIRITUALI NELLA NATURA
di Guendalina Salimei
Il filo conduttore proposto per il numero di Metamorfosi dedicato a l tema dei Percorsi del sacro riguarda lo studio di microarchitetture spirituali inserite nella natura caratterizzate dal percorrere sentieri e tragitti in forte contatto /relazione con i paesaggi naturali. Le occasioni sono molteplici e le più diverse, cosi come i luoghi e le motivazioni del loro essere. Queste architetture infatti spaziano dall’essere degli eremi di devozione a dei luoghi di meditazione, oppure, semplicemente, elementi che, riuniti in un sistema, rappresentano un pellegrinaggio – che è un atto di fede e di espressione – o parte di antichi percorsi cerimoniali; altre volte ancora sono santuari spontanei, come piccole cappelle votive, come centri di cura, o come semplici elementi di relazione tra uomo e natura in cui sperimentare la presenza del divino senza costrizioni liturgiche. Per descrivere questa pluralità di emergenze si è deciso di raccoglierle sotto alcune parole chiave che le riconducono all’archetipo generatore: itinerari, landmark, capanna, recinto, caverna e diaframma.
PERCORSI DEL SACRO. MICROARCHITETTURE SPIRITUALI NELLA NATURA
di Guendalina Salimei
Il filo conduttore proposto per il numero di Metamorfosi dedicato a l tema dei Percorsi del sacro riguarda lo studio di microarchitetture spirituali inserite nella natura caratterizzate dal percorrere sentieri e tragitti in forte contatto /relazione con i paesaggi naturali. Le occasioni sono molteplici e le più diverse, cosi come i luoghi e le motivazioni del loro essere. Queste architetture infatti spaziano dall’essere degli eremi di devozione a dei luoghi di meditazione, oppure, semplicemente, elementi che, riuniti in un sistema, rappresentano un pellegrinaggio – che è un atto di fede e di espressione – o parte di antichi percorsi cerimoniali; altre volte ancora sono santuari spontanei, come piccole cappelle votive, come centri di cura, o come semplici elementi di relazione tra uomo e natura in cui sperimentare la presenza del divino senza costrizioni liturgiche. Per descrivere questa pluralità di emergenze si è deciso di raccoglierle sotto alcune parole chiave che le riconducono all’archetipo generatore: itinerari, landmark, capanna, recinto, caverna e diaframma.
Abstract:
SACRED PATHWAYS. SPIRITUAL MICROARCHITECTURES IN NATURE
by Guendalina Salimei
The common thread proposed for the issue of Metamorfosi dedicated to Sacred Pathways concerns the study of spiritual microarchitectures inserted in nature, all reachable by following paths and journeys in strong contact / relationship with natural landscapes. The opportunities are many and most varied, as are the places and the motivations of their inner essence. These architectures in fact range from being hermitages of devotion to places of meditation, or elements united in a system generating a “pilgrimage” – which is an act of faith and expression. Often, these small constructions are spontaneous sanctuaries, small votive chapels, centres of care, or a simple link between human beings and nature, in which everyone may experience the presence of the divine without liturgical constraints. To describe this plurality of emerging elements, the decision was made to group them under some key words that lead them back to the generating archetype: trails, landmark, shed, fence, cavern and diaphragm.
SACRED PATHWAYS. SPIRITUAL MICROARCHITECTURES IN NATURE
by Guendalina Salimei
The common thread proposed for the issue of Metamorfosi dedicated to Sacred Pathways concerns the study of spiritual microarchitectures inserted in nature, all reachable by following paths and journeys in strong contact / relationship with natural landscapes. The opportunities are many and most varied, as are the places and the motivations of their inner essence. These architectures in fact range from being hermitages of devotion to places of meditation, or elements united in a system generating a “pilgrimage” – which is an act of faith and expression. Often, these small constructions are spontaneous sanctuaries, small votive chapels, centres of care, or a simple link between human beings and nature, in which everyone may experience the presence of the divine without liturgical constraints. To describe this plurality of emerging elements, the decision was made to group them under some key words that lead them back to the generating archetype: trails, landmark, shed, fence, cavern and diaphragm.
Abstract:
TERRITORI, SPAZI E LUOGHI RELIGIOSI
di Maria Chiara Giorda
La geografia è storia e la storia è geografia: in una contaminazione continua tra le discipline e i punti di osservazione, lo studioso che si occupa di diversità religiosa nel modo contemporaneo non può non imbattersi nel dilemma di come analizzare e organizzare lo spazio in cui le religioni si localizzano. In un contesto di caos plurale i luoghi sono un concreto e visibile segno della presenza delle religioni e sono osservabili attraverso categorie che tengono in considerazione la loro identità ibrida, “in between”: sacro e secolare; natura e costruzione; città e campagna; visibile e invisibile; formale e informale; immobile e mobile; reale e virtuale.
TERRITORI, SPAZI E LUOGHI RELIGIOSI
di Maria Chiara Giorda
La geografia è storia e la storia è geografia: in una contaminazione continua tra le discipline e i punti di osservazione, lo studioso che si occupa di diversità religiosa nel modo contemporaneo non può non imbattersi nel dilemma di come analizzare e organizzare lo spazio in cui le religioni si localizzano. In un contesto di caos plurale i luoghi sono un concreto e visibile segno della presenza delle religioni e sono osservabili attraverso categorie che tengono in considerazione la loro identità ibrida, “in between”: sacro e secolare; natura e costruzione; città e campagna; visibile e invisibile; formale e informale; immobile e mobile; reale e virtuale.
Abstract:
TERRITORIES, SPACES AND RELIGIOUS PLACES
by Maria Chiara Giorda
Geography is history and history is geography: in a continuous cross-pollination between disciplines and points of observation, the scholar who deals with religious diversity today will inevitably run up against the dilemma of how to analyze and organize the space in which religions are located. In a context of plural chaos, places are a concrete and visible sign of the presence of religions. It is necessary to define new categories capable of considering the hybrid identity of those spaces “in between”: sacred and secular; nature and construction; city and countryside; visible and invisible; formal and informal; immobile and mobile; real and virtual.
TERRITORIES, SPACES AND RELIGIOUS PLACES
by Maria Chiara Giorda
Geography is history and history is geography: in a continuous cross-pollination between disciplines and points of observation, the scholar who deals with religious diversity today will inevitably run up against the dilemma of how to analyze and organize the space in which religions are located. In a context of plural chaos, places are a concrete and visible sign of the presence of religions. It is necessary to define new categories capable of considering the hybrid identity of those spaces “in between”: sacred and secular; nature and construction; city and countryside; visible and invisible; formal and informal; immobile and mobile; real and virtual.
Abstract:
OMAGGIO A GEHRY PER I SUOI 91 ANNI
di Gabriele De Giorgi
‘Il passaggio da una condizione armonica e compiuta ad un’altra più precaria e instabile è un processo tutto contemporaneo che arriva per via quotidiana all’uomo della metropoli’. Tutto il lavoro di Frank O. Gehry,uno dei più interessanti architetti contemporanei, si muove in questa straordinaria linea di ricerca. Gehry ha compiuto 91° anni tutti impegnati in questa direzione. Tutto il lavoro di Frank O. Gehry,uno dei più interessanti architetti contemporanei, si muove in questa straordinaria linea di ricerca. Gehry ha compiuto 91° anni tutti impegnati in questa direzione. Nel panorama internazionale spicca, oltre che per i noti motivi (per il cheapscape, per la continua ricerca e sperimentazione, per l’innovazione del digitale, per l’uso dei modelli propedeutici al progetto) anche e soprattutto per avere esaltato la magia dell’architettura della metamorfosi. La produzione di Gehry mira a intensificare e liberare valenze inedite, adottando tecniche varie di scomposizione, straniamento, frammentazioni volumetriche, giustapposizioni. Egli frequenta il confine fluido e variabile tra architettura e scultura tramite un sapiente squilibrio di masse, un montaggio quasi eisensteiniano di volumi curvi, tra fratture, composizioni e ricomposizioni, spazi complessi, forme fatte quasi della stessa atmosfera che le avvolge, cangianti nel colore, nella consistenza, nei riflessi. Questa breve rassegna conferma come per Gehry nella città e nel paesaggio contemporanei non è più tempo di spazi rigidi, scatolari, chiusi e perfetti, di strutture compiute. Le pieghe, interiorizzate e rielaborate, sono oltre metafora, i nuovi termini della condizione urbana, ove lo squilibrio, il bilico, le fratture, potranno interagire sui tessuti, sui contesti, rimettendo in discussione continuamente il senso del progetto, rimodellandone lo spazio.
OMAGGIO A GEHRY PER I SUOI 91 ANNI
di Gabriele De Giorgi
‘Il passaggio da una condizione armonica e compiuta ad un’altra più precaria e instabile è un processo tutto contemporaneo che arriva per via quotidiana all’uomo della metropoli’. Tutto il lavoro di Frank O. Gehry,uno dei più interessanti architetti contemporanei, si muove in questa straordinaria linea di ricerca. Gehry ha compiuto 91° anni tutti impegnati in questa direzione. Tutto il lavoro di Frank O. Gehry,uno dei più interessanti architetti contemporanei, si muove in questa straordinaria linea di ricerca. Gehry ha compiuto 91° anni tutti impegnati in questa direzione. Nel panorama internazionale spicca, oltre che per i noti motivi (per il cheapscape, per la continua ricerca e sperimentazione, per l’innovazione del digitale, per l’uso dei modelli propedeutici al progetto) anche e soprattutto per avere esaltato la magia dell’architettura della metamorfosi. La produzione di Gehry mira a intensificare e liberare valenze inedite, adottando tecniche varie di scomposizione, straniamento, frammentazioni volumetriche, giustapposizioni. Egli frequenta il confine fluido e variabile tra architettura e scultura tramite un sapiente squilibrio di masse, un montaggio quasi eisensteiniano di volumi curvi, tra fratture, composizioni e ricomposizioni, spazi complessi, forme fatte quasi della stessa atmosfera che le avvolge, cangianti nel colore, nella consistenza, nei riflessi. Questa breve rassegna conferma come per Gehry nella città e nel paesaggio contemporanei non è più tempo di spazi rigidi, scatolari, chiusi e perfetti, di strutture compiute. Le pieghe, interiorizzate e rielaborate, sono oltre metafora, i nuovi termini della condizione urbana, ove lo squilibrio, il bilico, le fratture, potranno interagire sui tessuti, sui contesti, rimettendo in discussione continuamente il senso del progetto, rimodellandone lo spazio.
Abstract:
TRIBUTE TO GEHRY ON HIS 91ST BIRTHDAY
by Gabriele De Giorgi
‘The transition from a harmonic and accomplished condition to a more precarious and unstable one is an entirely contemporary process experienced by metropolitan dwellers on a daily basis’. All of Frank O. Gehry’s work, one of the most interesting architects of the contemporary age, follows this extraordinary line of research. Gehry, who turned 91, devoted his entire life to this mission. Within the international scene, he stands out for a host of well-known reasons (the cheapscape, constant research and experimentation, digital innovation, and the use of models as preparation for design), as well as, and more importantly, for having celebrated the magic of the architecture of metamorphosis. Gehry’s production has strived to intensify and free original values by adopting various techniques of decomposition, estrangement, volumetric fragmentations, juxtapositions. He is familiar with the fluid and variable boundary between architecture and sculpture through a skillful unbalance of masses, an almost Einsteinian montage of curved volumes, made of fractures, compositions and recompositions, complex spaces, shapes made almost of the same atmosphere that surrounds them, and changeable in their colors, consistency, reflections. This short review confirms how for Gehry, in the contemporary city and landscape, rigid, boxy, closed and perfect spaces, in other words accomplished structures, belong to the past. Interiorized and reworked folds are more than a metaphor – they are the new terms of the urban condition where unbalance, poise, fractures may interact upon the fabrics and the contexts in a constant questioning of the meaning of design, and in a remodeling of its space.
TRIBUTE TO GEHRY ON HIS 91ST BIRTHDAY
by Gabriele De Giorgi
‘The transition from a harmonic and accomplished condition to a more precarious and unstable one is an entirely contemporary process experienced by metropolitan dwellers on a daily basis’. All of Frank O. Gehry’s work, one of the most interesting architects of the contemporary age, follows this extraordinary line of research. Gehry, who turned 91, devoted his entire life to this mission. Within the international scene, he stands out for a host of well-known reasons (the cheapscape, constant research and experimentation, digital innovation, and the use of models as preparation for design), as well as, and more importantly, for having celebrated the magic of the architecture of metamorphosis. Gehry’s production has strived to intensify and free original values by adopting various techniques of decomposition, estrangement, volumetric fragmentations, juxtapositions. He is familiar with the fluid and variable boundary between architecture and sculpture through a skillful unbalance of masses, an almost Einsteinian montage of curved volumes, made of fractures, compositions and recompositions, complex spaces, shapes made almost of the same atmosphere that surrounds them, and changeable in their colors, consistency, reflections. This short review confirms how for Gehry, in the contemporary city and landscape, rigid, boxy, closed and perfect spaces, in other words accomplished structures, belong to the past. Interiorized and reworked folds are more than a metaphor – they are the new terms of the urban condition where unbalance, poise, fractures may interact upon the fabrics and the contexts in a constant questioning of the meaning of design, and in a remodeling of its space.
Abstract:
ARCHITETTURA CON LE RUOTE. UNA IPOTESI DI SPERIMENTAZIONE URBANA IN TEMPI DI PANDEMIA
di Giulia Condulmari
In tempi di pandemia abbiamo visto emergere tanto le vulnerabilità quanto i punti di forza di ogni città. In particolare, abbiamo notato quanto le piccole attività locali, precisamente quelle decimate e messe da parte per oltre venti anni,possano fare la differenza nella vita degli abitanti. Proprio da questa osservazione nasce l’idea di La Nuova Vecchia Realtà, che, seguendo cinque categorie funzionali, propone un’architettura su ruote come estensione delle piccole attività di quartiere, centri o associazioni per la capillarizzazione del supporto e servizio. Pensata come soluzione di risposta all’emergenza, per il sostegno sociale, economico e culturale, vuole fare da ponte per le future fasi che ci aspettano, come occasione per ripensare insieme la città e i rapporti umani, soprattutto nelle aree urbane più vulnerabili, come le periferie. Oltre a valorizzare l’infinito patrimonio in cui viviamo, in gran parte composto di spazi sottostimati e trascurati, si possono limitare notevolmente gli spostamenti a favore di un riavvicinamento sociale controllato, evitando i rischi sanitari e offrendo supporto alla mobilità. Dando autonomia sociale ed economica ad ogni quartiere, non si cerca di scomporre il tessuto urbano, bensì si punta a creare tessuti polarizzati più resilienti e vivi, a favore della sostenibilità ambientale e dell’uguaglianza sociale, per insiemi di città più forti e pronti a rispondere a tutti i possibili virus del domani.
ARCHITETTURA CON LE RUOTE. UNA IPOTESI DI SPERIMENTAZIONE URBANA IN TEMPI DI PANDEMIA
di Giulia Condulmari
In tempi di pandemia abbiamo visto emergere tanto le vulnerabilità quanto i punti di forza di ogni città. In particolare, abbiamo notato quanto le piccole attività locali, precisamente quelle decimate e messe da parte per oltre venti anni,possano fare la differenza nella vita degli abitanti. Proprio da questa osservazione nasce l’idea di La Nuova Vecchia Realtà, che, seguendo cinque categorie funzionali, propone un’architettura su ruote come estensione delle piccole attività di quartiere, centri o associazioni per la capillarizzazione del supporto e servizio. Pensata come soluzione di risposta all’emergenza, per il sostegno sociale, economico e culturale, vuole fare da ponte per le future fasi che ci aspettano, come occasione per ripensare insieme la città e i rapporti umani, soprattutto nelle aree urbane più vulnerabili, come le periferie. Oltre a valorizzare l’infinito patrimonio in cui viviamo, in gran parte composto di spazi sottostimati e trascurati, si possono limitare notevolmente gli spostamenti a favore di un riavvicinamento sociale controllato, evitando i rischi sanitari e offrendo supporto alla mobilità. Dando autonomia sociale ed economica ad ogni quartiere, non si cerca di scomporre il tessuto urbano, bensì si punta a creare tessuti polarizzati più resilienti e vivi, a favore della sostenibilità ambientale e dell’uguaglianza sociale, per insiemi di città più forti e pronti a rispondere a tutti i possibili virus del domani.
Abstract:
ARCHITECTURE THROUGH WHEELS. PROPOSAL OF URBAN EXPERIMENTATION IN TIMES OF PANDEMIC
by Giulia Condulmari
In times of pandemic, we have seen the emergence of both vulnerabilities and strengths of each city. In particular, we have noticed how small local businesses, precisely those that have been decimated and set aside for over twenty years, can make a difference in the inhabitants’ lives. It is precisely from this observation that the idea of The New Old Realityarises, which, following five functional categories, proposes an architecture on wheels as the extension of small neighbourhood activities, centres or associations for the capillarization of support and service. Designed as an emergency response solution, for social, economic and cultural support, it seeks to bridge the future phases that await us, as an opportunity to rethink together our cities and human relationships, especially in the most vulnerable urban areas, in the suburbs. In addition to enhancing the infinite heritage in which we live, largely composed of underestimated and neglected spaces, we can considerably limit human displacements in favour of a controlled social rapprochement, avoiding health risks and offering support to mobility. By giving social and economic autonomy to each neighbourhood, the aim is not to break down the urban fabric, but to create more resilient and lively polarized fabrics, in favour of environmental sustainability and social equality, for stronger cities prepared to respond to all possible viruses of tomorrow.
ARCHITECTURE THROUGH WHEELS. PROPOSAL OF URBAN EXPERIMENTATION IN TIMES OF PANDEMIC
by Giulia Condulmari
In times of pandemic, we have seen the emergence of both vulnerabilities and strengths of each city. In particular, we have noticed how small local businesses, precisely those that have been decimated and set aside for over twenty years, can make a difference in the inhabitants’ lives. It is precisely from this observation that the idea of The New Old Realityarises, which, following five functional categories, proposes an architecture on wheels as the extension of small neighbourhood activities, centres or associations for the capillarization of support and service. Designed as an emergency response solution, for social, economic and cultural support, it seeks to bridge the future phases that await us, as an opportunity to rethink together our cities and human relationships, especially in the most vulnerable urban areas, in the suburbs. In addition to enhancing the infinite heritage in which we live, largely composed of underestimated and neglected spaces, we can considerably limit human displacements in favour of a controlled social rapprochement, avoiding health risks and offering support to mobility. By giving social and economic autonomy to each neighbourhood, the aim is not to break down the urban fabric, but to create more resilient and lively polarized fabrics, in favour of environmental sustainability and social equality, for stronger cities prepared to respond to all possible viruses of tomorrow.
Abstract:
LA CHIESA DIO PADRE MISERICORDIOSO DI RICHARD MEIER: ARCHITETTURA E COSTRUZIONE
di Stefania Mornati
Il testo ripercorre sinteticamente le vicende progettuali e realizzative legate alla Chiesa Dio Padre Misericordioso, di Richard Meier. Inserito tra gli eventi più significativi previsti per il Giubileo del 2000, il progetto diventa l’occasione per favorire alcune interessanti sperimentazioni che coinvolgono l’ipotesi costruttiva scelta da Meier e avviano una proficua collaborazione con le aziende che partecipano a vario titolo all’iniziativa. Le tecnologie innovative introdotte nel cantiere spaziano dai materiali alle procedure e sono finalizzate alla realizzabilità del progetto, ma anche a garantire quella durabilità che dovrebbe consentire alla chiesa di reggere il confronto con il tempo.
LA CHIESA DIO PADRE MISERICORDIOSO DI RICHARD MEIER: ARCHITETTURA E COSTRUZIONE
di Stefania Mornati
Il testo ripercorre sinteticamente le vicende progettuali e realizzative legate alla Chiesa Dio Padre Misericordioso, di Richard Meier. Inserito tra gli eventi più significativi previsti per il Giubileo del 2000, il progetto diventa l’occasione per favorire alcune interessanti sperimentazioni che coinvolgono l’ipotesi costruttiva scelta da Meier e avviano una proficua collaborazione con le aziende che partecipano a vario titolo all’iniziativa. Le tecnologie innovative introdotte nel cantiere spaziano dai materiali alle procedure e sono finalizzate alla realizzabilità del progetto, ma anche a garantire quella durabilità che dovrebbe consentire alla chiesa di reggere il confronto con il tempo.
Abstract:
RICHARD MEIER’S CHURCH OF GOD THE MERCIFUL FATHER: ARCHITECTURE AND CONSTRUCTION
by Stefania Mornati
The paper concisely describes the design and construction phases of Richard Meier’s Church of God the Merciful Father. Promoted as one of the most significant events for the 2000 Jubilee, the design becomes the opportunity to develop some interesting experiments that involve the construction solution chosen by Meier and result in a fruitful cooperation with the companies that contributed to the design in various ways. The innovative technologies introduced in the building site range from materials to processes and are aimed at ensuring the design’s feasibility as well as the building’s ability to stand the test of time.
RICHARD MEIER’S CHURCH OF GOD THE MERCIFUL FATHER: ARCHITECTURE AND CONSTRUCTION
by Stefania Mornati
The paper concisely describes the design and construction phases of Richard Meier’s Church of God the Merciful Father. Promoted as one of the most significant events for the 2000 Jubilee, the design becomes the opportunity to develop some interesting experiments that involve the construction solution chosen by Meier and result in a fruitful cooperation with the companies that contributed to the design in various ways. The innovative technologies introduced in the building site range from materials to processes and are aimed at ensuring the design’s feasibility as well as the building’s ability to stand the test of time.
Abstract:
PEREGRINATIO CONCLUSA IN INSULA MEMMIA. PADIGLIONE DELLA SANTA SEDE ALLA 16ª BIENNALE DI ARCHITETTURA DI VENEZIA 2018
di Anna Riciputo
Nel 2018 la Santa Sede è entrata a far parte della 16. Mostra Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia con un padiglione composito, costituito da dieci piccole architetture sacre progettate da altrettanti studi professionali, le Vatican chapels, costruite all’interno del bosco nell’isola di San Giorgio Maggiore. Le cappelle perdono i vincoli formali che derivano dalla liturgia e si aprono a un immaginario di possibilità spaziali che la rendono un divertissement progettuale. In questo senso, i dieci progettisti hanno potuto scegliere l’archetipo formale, il principio insediativo, i materiali e le simbologie per interpretare liberamente il proprio senso del “sacro”. Elemento imprescindibile il rapporto con il bosco nel quale sono immerse, labirinto “chiuso” dai confini dell’isola, che rende l’esperienza del Padiglione densa di significati altri cha vanno letti e decifrati attraverso strumenti conoscitivi dell’intelletto, dei sensi e dell’agire.
PEREGRINATIO CONCLUSA IN INSULA MEMMIA. PADIGLIONE DELLA SANTA SEDE ALLA 16ª BIENNALE DI ARCHITETTURA DI VENEZIA 2018
di Anna Riciputo
Nel 2018 la Santa Sede è entrata a far parte della 16. Mostra Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia con un padiglione composito, costituito da dieci piccole architetture sacre progettate da altrettanti studi professionali, le Vatican chapels, costruite all’interno del bosco nell’isola di San Giorgio Maggiore. Le cappelle perdono i vincoli formali che derivano dalla liturgia e si aprono a un immaginario di possibilità spaziali che la rendono un divertissement progettuale. In questo senso, i dieci progettisti hanno potuto scegliere l’archetipo formale, il principio insediativo, i materiali e le simbologie per interpretare liberamente il proprio senso del “sacro”. Elemento imprescindibile il rapporto con il bosco nel quale sono immerse, labirinto “chiuso” dai confini dell’isola, che rende l’esperienza del Padiglione densa di significati altri cha vanno letti e decifrati attraverso strumenti conoscitivi dell’intelletto, dei sensi e dell’agire.
Abstract:
PEREGRINATIO CONCLUSA IN INSULA MEMMIA. THE PAVILION OF THE HOLY SEE, 16TH INTERNATIONAL ARCHITECTURE EXHIBITION, BIENNALE DI VENEZIA 2018
by Anna Riciputo
In 2018, the Holy See took part in the 16th International Architecture Exhibition at the Biennale di Venezia with a compound pavilion, consisting of ten small sacred architectures designed by ten professional studios. The Vatican chapels were built in the woods in the island of San Giorgio Maggiore. Losing the formal constraints derived from the liturgy, they open up to an imagery of spatial possibilities that make them a divertissement of design. The architects were free to choose the formal archetype, the settlement principle, the materials and the symbols to interpret their own sense of the “sacred.” An essential element is the relationship with the woods in which the little chapels are immersed, a labyrinth “enclosed” by the island’s perimeter and surrounded by water. This unusual condition is able to generate an experience of the Pavilion dense with implied meanings that must be read and deciphered through cognitive tools of the intellect, senses, and action.
PEREGRINATIO CONCLUSA IN INSULA MEMMIA. THE PAVILION OF THE HOLY SEE, 16TH INTERNATIONAL ARCHITECTURE EXHIBITION, BIENNALE DI VENEZIA 2018
by Anna Riciputo
In 2018, the Holy See took part in the 16th International Architecture Exhibition at the Biennale di Venezia with a compound pavilion, consisting of ten small sacred architectures designed by ten professional studios. The Vatican chapels were built in the woods in the island of San Giorgio Maggiore. Losing the formal constraints derived from the liturgy, they open up to an imagery of spatial possibilities that make them a divertissement of design. The architects were free to choose the formal archetype, the settlement principle, the materials and the symbols to interpret their own sense of the “sacred.” An essential element is the relationship with the woods in which the little chapels are immersed, a labyrinth “enclosed” by the island’s perimeter and surrounded by water. This unusual condition is able to generate an experience of the Pavilion dense with implied meanings that must be read and deciphered through cognitive tools of the intellect, senses, and action.